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L'accusa

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Regia di Yvan Attal

Con Charlotte Gainsbourg, Mathieu Kassovitz, Pierre Arditi, Ben Attal, Suzanne Jouannet, Audrey Dana, Benjamin Lavernhe, Judith Chemla... Vedi cast completo

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Trama

Un giovane è accusato di aver violentato una ragazza. Ma chi sono i due? Lui è realmente colpevole o è innocente? C'è davvero una vittima o si tratta solo di un desiderio di vendetta, come afferma l'imputato? C'è solo una verità o esistono sfumature diverse che la meccanica spietata della macchina giudiziaria moderna sottovaluta?

Curiosità

TRE DOMANDE AL REGISTA

In che modo il romanzo di Karine Tuil, da cui il film è tratto, è arrivato nelle sue mani?

Era appena uscito. Mi interessava la scrittrice. Avevo già letto alcune delle sue cose e il soggetto mi intrigava: un giovane accusato di stupro il giorno dopo una festa. La storia mi ha travolto. Mi ha commosso l'imputato (in cui potevo riconoscere mio figlio) e mi ha commosso la vittima (in cui potevo invece riconoscere mia figlia). Mi sono totalmente identificato con i genitori dei due giovani coinvolti nella vicenda. Ho modificato la struttura della storia - in cui ci sono "lui", "lei" e il processo - in modo che il pubblico avesse il tempo di affezionarsi a loro. Io stesso, ad esempio, volevo sapere da dove venivano, chi erano, come ognuno di loro ricordava la sera prima del dramma, perché lei pensava che quello accaduto fosse uno stupro e lui invece un rapporto consensuale. L'argomento è contemporaneo, i personaggi complessi. E per la prima volta il libro mi ha permesso di allontanarmi dalla commedia e di tornare verso un genere che desse la possibilità di fare un film con elementi con cui non avevo mai lavorato prima: una stazione di polizia, un tribunale, una perquisizione domiciliare e così via.

Oltre al materiale offerto dal romanzo, ha effettuato qualche ricerca personale?

Mentre scrivevo il film, ho incontrato magistrati, giudici, agenti di polizia e avvocati per avvicinarmi il più possibile alle loro aree di competenza e al modo in cui vedono la loro professione. Il romanzo mi ha fornito del materiale drammatico favoloso ma avevo bisogno di immergermi nel sistema, nell'arena in cui ognuno si muove. L'aula di tribunale è ciò che più mi ha colpito, con il suo silenzio e con la tensione palpabile. Non è un teatro. Gli avvocati, ovviamente, a volte "si esibiscono" in maniera teatrale ma il loro obiettivo è quello di colpire in maniera dura e coinvolgente dal momento che la posta in gioco è alta. Ho assistito a un processo per stupro. Non c'erano dubbi sulla colpevolezza dell'uomo. Ci sono però ancora un essere umano al banco e uno dal lato delle vittime. Sono in gioco diverse vite e, nonostante le convinzioni, certezze ed emozioni, ne esci scosso. Leggere il romanzo non sarebbe stato sufficiente. Avevo bisogno di toccare con mano la realtà e di capire quanto tempo dedicare ai miei personaggi, senza indulgere in nulla di superfluo.

Quali sono state le sue priorità da regista?

Attenersi alla sceneggiatura, in primis. Quando scrivo una sceneggiatura, so già cosa si trasformerà in girato, cosa taglierò e cosa modificherò. Non mi piace riscrivere il film sul set o durante il montaggio. Un film è il risultato di una serie di scelte, dall'obiettivo all'inquadratura al ritmo, che fai in anticipo nella speranza che i risultati sperati si trasformino in realtà. Conservo, certo, una dose si flessibilità: se qualcosa appare sbagliata, la cambio. Con questo film sono stato molto fortunato: avevo scelto quasi tutte le location prima che ci fosse il lockdown. Ho poi avuto molto tempo per riflettere sui personaggi e, soprattutto, sul processo. E sui due formati da usare, uno per la festa (quadrato 1/33) e uno per il resto del film (il 16 mm). Volevo dare l'idea che, a differenza di ciò che avviene nell'aula di tribunale dove ognuno dà la sua versione, quella della festa fosse la realtà oggettiva.

 

Trailer

Commenti (10) vedi tutti

  • L’accusa diretto da Yves Attal film giudiziario di buon livello merita la visione e coinvolge emotivamente, come “Anatomia di una caduta”.

    leggi la recensione completa di claudio1959
  • Ottimo film che tratta l'accusa di stupro sotto un altro punto di vista. Bravi gli attori. La trama fa discutere, giustamente.

    leggi la recensione completa di Osmantus
  • Film di Denuncia e ormai d'Attualità quotidiana (purtroppo ...) comunque soporifero e anche troooppo lungo.voto.4.

    commento di chribio1
  • Lungo e tedioso: non è lo stupro in sé che interessa al regista che si concentra invece molto di più sui sentimenti con cui è stato vissuto dall’uno e dall’altra quel rapporto sessuale (ammesso e non concesso che si sia davvero trattato di questo poichè nonostante il lunghissimo iter processuale il film non fornisce alcuna risposta definitiva).

    commento di spopola
  • Realistico e non lesina su particolari scabrosi che i giovani debbano narrare in pubblico. Mette a fuoco diverse problematiche come l'impossibilità di avere un'opinione oggettiva di un fatto simile. Esempio il padre di lui che lo difende ma alla domanda di cosa avrebbe fatto se fosse stata sua figlia risponde: lo uccido!

    commento di bombo1
  • non mi ha convinto completamente, mette lo spettatore nelle condizioni di ritenersi un membro della giuria, ma nel finale lo scavalca. Avrei preferito un finale diverso

    commento di italoma
  • Non mi ha convinto del tutto,mi sembra un'opera figlia dei nostri tempi dove prevale quel #MeToo che divide le opinioni...come i contenuti di questo processo....che invade piu' di meta' del film.

    commento di ezio
  • Dopo una mezz'ora traballante e prolissa finalmente decolla

    commento di gruvieraz
  • Una ragazza denuncia un amico di averla violentata. Il processo cerchera' di stabilire se c'e' stata oppure no violenza. Comunque due ore e tredici minuti di film, sono un po' troppi. Il finale non e' esplicito, ma lascia allo spettatore un 40% di incertezza su quello che e' veramente successo. voto 5

    leggi la recensione completa di filmista
  • Urticante dunque riuscita dimostrazione su quanto nessuna pena possa ricondurre allo status precedente. Giustizia "oggettiva"? Disperata chimera. In dubio pro reo vs affirmanti incumbit probatio. La (giuris)prudenza non è mai troppa.

    commento di Leo Maltin
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claudio1959 di claudio1959
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L'accusa Francia 2021 la trama: Alexandre Farel studente di ingegneria all’Università di Stanford negli Stati Uniti, fa il suo ritorno a Parigi per partecipare ad una cerimonia in onore di suo padre Jean Farel, un famoso giornalista televisivo. Invitato a cena da sua madre Claire intellettuale e dal suo nuovo compagno Adam Wizman, Alexandre conosce Mila, la figlia di… leggi tutto

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bepy86 di bepy86
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Un buon film orchestrato a dovere da chi ha saputo come agire per mettere a nudo il suo discorso che non era affatto agevole rendere palese visto che per riuscirci bisognava destreggiarsi in argomentazioni alquanto complesse e quindi difficili da rendere chiare, limpide e trasparenti. Centrare il bersaglio non era affatto semplice perché si sa che le difficoltà nascono a… leggi tutto

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Osmantus di Osmantus
8 stelle

Ottimo film da vedere, che  riporta alla memoria la pellicola con Jodie Foster del 1988 "Sotto accusa". In quel film, la protagonista urlava il suo "no" alla violenza subita. Oppure alla pellicola di Bellocchio "La condanna" del 1991, dove il rapporto, dapprima consenziente, si tramuta in uno stupro quando la vittima scopre a posteriori che la situazione favorevole all'amplesso era…

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Una ragazza denuncia un ragazzo di averla violentata.  Il tribunale cerchera' in tutti i modi di stabilire la verita'.  Un verita' che fa fatica a venire a galla.   Alexandre e' uno studente modello, incensurato, non ha mai creato problemi. Alexandre conosce Mila e partecipano ad una festa.  Alexandre propone a Mila di uscire a prendere un po d'aria.  Mila…

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La mattina seguente una notte brava passata a bere, fumare spinelli, tirare cocaina e fare sesso in un ripostiglio, il ventiduenne Alexandre, figlio di un noto giornalista televisivo (Arditi) e di una saggista femminista (Gainsbourg), viene condotto in commissariato con l'accusa di stupro. A denunciarlo è stata Mila (Jouannet, strepitosa), figlia del nuovo compagno della madre…

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Le cose umane sono gli eventi inspiegabili e incircoscrivibili in una singola chiave di lettura. Nella fattispecie, un caso di stupro: per lui il reato non sussiste, lei non ha detto NO, l’ha seguito nello sgabuzzino, non ha mai urlato; per lei il trauma l’ha divorata ferocemente, lui aveva un coltello nel giubbotto, l’ha fatta bere e sniffare, le ha detto oscenità…

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