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L'accusa

Regia di Yvan Attal vedi scheda film

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La recensione su L'accusa

di Osmantus
8 stelle

Ottimo film che tratta l'accusa di stupro sotto un altro punto di vista. Bravi gli attori. La trama fa discutere, giustamente.

Ottimo film da vedere, che  riporta alla memoria la pellicola con Jodie Foster del 1988 "Sotto accusa". In quel film, la protagonista urlava il suo "no" alla violenza subita. Oppure alla pellicola di Bellocchio "La condanna" del 1991, dove il rapporto, dapprima consenziente, si tramuta in uno stupro quando la vittima scopre a posteriori che la situazione favorevole all'amplesso era stata preparata a bella posta dallo sconosciuto. Anche in quel film, il "no" si imponeva con forza, per l'inganno confezionato dall'uomo.  In questo "L'accusa" vediamo una novità: non c'è stato alcun "no" da parte della donna, solo una sorta di dolente sottomissione, paura, incapacità di esprimere la propria volontà. Tutte mancate reazioni che il bravo regista è riuscito a spiegare nel rappresentarci la società nel mezzo della quale si è svolto il fatto. Le famiglie disgregate; il figlio di quello che vive in casa di quell'altro; il settantenne che vuole fare il giovanotto; le accuse agli immigrati per gli stupri commessi senza considerare lo schifo dell'insieme; la mamma giustizialista che difende il suo "bambino" dalle accuse di violenza, senza conoscere affatto la vita vera del ragazzo viziato; la vittima che, tornando a casa in taxi dopo la violenza,  sente la necessità di recensire su internet la qualità del servizio; il "bravo ragazzo" (solo in apparenza) che suona il piano per la mammina adorante mentre nella sua vera vita chiama le sue donne "cagne", "troie", considerandolo un fatto normale.

Le pennellate del regista per la riuscita di questo triste quadretto sono efficaci e ci portano alla fine della storia dove il bravo avvocato difensore convince quasi tutti ma non la giurìa. La violenza è condannabile sempre e comunque. Punto.

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