La recensione su La presidentessa

di emmepi8

6 stelle

Un rifacimento di un film che ebbe la firma di Pietro Germi, girata per motivi alimentare, in cui gli fu imposta Silvana Pampanini, che certamente non facilitò la cosa. Una discreta pochade alla Feydeau, che vive dei tipici mezzi con situazioni doppie e triple, un meccanismo non facile a realizzare, ma che se si azzeccano i tempi giusti, che sono basilari, il risultato è assicurato e pur essendo un meccanismo prettamente teatrale, se ben trattato e sceneggiato al cinema può dare dei buoni risultati. Salce tenta la carta dell’attualizzazione, cosa non facile, ma sebbene impostata l’idea di partenza non era male, la fase di sceneggiatura è decisiva ed è in mano ad Ottavio Iemma, che magari non è proprio all’altezza della situazione, scandendo spesso nella caciara comica, dimenticando diverse volte l’eleganza a cui questa storia è legata, sempre in bilico fra comicità grossa e spirito brillante. A dire la verità Salce, rinato un po’ dalle sue ceneri, ci prova ed in parte ci riesce, l’aiuto forte ce lo ha da parte del cast che aiuta non poco l’operazione, anche se alle volte vien lasciato un po’ troppo a sé stesso. La scelta della Melato è basilare, e lei non si fa mancare niente ed il lato comico fa parte del suo Dna naturale, è una vera forza della natura, ma come tutte le forze di questo tipo, si ha bisogno di essere guidate ed inserite al meglio, e qualche volta si lascia libero sfogo all’attrice, che pur nella sua bravura, passa il Po. Dorelli, in un doppio ruolo, misurato come sempre, è una controparte perfetta, e reagisce bene perché il suo ruolo è più contenuto comicamente e più girato sul versante brillante, a cui l’attore è decisamente più propenso; il resto del cast è di buon livello, sempre con i limiti che regia e sceneggiatura hanno avuto.

r