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La vendetta del dottor K

Regia di Edward L. Bernds vedi scheda film

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La recensione su La vendetta del dottor K

di mm40
2 stelle

Il figlio di uno scienziato morto a causa dei suoi esperimenti di teletrasporto si rimette al lavoro sulle orme paterne. I risultati non sono dissimili da quelli del genitore, ma questa volta sul ragazzo veglia l'attento zio François.


Se già non aveva alcun senso L'esperimento del dottor K (1958), questo La vendetta è ancor più demenziale come titolo: non c'è nessun dottor K nel film – e quello a cui si riferiva il primo titolo, ovvero il dottor Dalambre, è morto e sepolto da anni quando si svolge questa storia – e non c'è neppure alcuna vendetta da mettere in atto (rispetto a chi o a cosa, poi? Nulla è chiaro). Il mistero sui titolisti italiani si infittisce grazie a opere come queste; quello della pellicola in sé, invece, è davvero misera cosa: rispetto al primo film qui mancano ritmo e tensione, mentre i punti deboli nella costruzione della trama rimangono, se non vengono addirittura amplificati; l'unica reale novità è l'uso del bianco e nero anziché del colore. E il regista, naturalmente, che alla prematura scomparsa di Kurt Neumann diventa Edward L. Bernds, chiamato a scrivere anche la sceneggiatura; nel cast c'è la conferma inevitabile di Vincent Price (peraltro in un ruolo qui più presente, più determinante), mentre degli altri interpreti nessuno era presente nell'Esperimento del dottor K (Brett Halsey, David Franham e John Sutton i principali). Anche il lieto fine lascia più di una perplessità; in sostanza, un sequel non all'altezza delle aspettative. 2,5/10.

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