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La zia d'America va a sciare

Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film

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La recensione su La zia d'America va a sciare

di mm40
3 stelle

L'anziana signora Tecla, italoamericana squattrinata, fa ritorno in Italia con le due giovani e belle nipoti per trovar loro marito. Primo requisito: che sia un uomo ricco; perciò Tecla e le due ragazze si recano in una prestigiosa località sciistica in cerca di facoltosi pretendenti.

 

A due anni di distanza da Arriva la zia d'America (1956) Roberto Bianchi Montero e Tina Pica tornano con questo La zia d'America va a sciare, sorta di sequel altrettanto sconclusionato e privo di pretese. Siamo nei territori del cinema alimentare, non c'è molto da aspettarsi e di conseguenza molto di cui rimanere delusi; Tina Pica peraltro da protagonista non ha mai saputo accattivarsi le simpatie del pubblico tanto quanto ha saputo fare da spalla. Eppure oggi come oggi una pellicola di questo calibro uscirebbe sotto le feste di fine anno con grande clamore, pubblicizzata come il cinepanettone che tutti aspettavamo e, fondamentalmente, ottenendo risultati artisticamente ben superiori rispetto alla media di questo tipo di prodottini. Ma non bisogna farsi ingannare dalle apparenze poiché, se il declino dei film 'vacanzieri' è stato sempre più evidente negli anni, anche questo film risulta completamente figlio dei suoi tempi, se non forse addirittura già antiquato all'epoca della sua uscita: il ruolo della donna esce seriamente ridimensionato dalla visione di questa commediola e l'annosa problematica del matrimonio di convenienza economico-sociale, lungi dall'essere scomparsa con il terzo millennio, era però già vecchiotta e abbastanza risibile ai tempi, quantomeno nei termini stilizzati che propone il copione. Una sceneggiatura dai toni d'avanspettacolo, peraltro, che reca le firme di Vittorio Metz e Roberto Gianviti; nel cast si segnalano poi le presenze di Franca Rame, Nadia Bianchi, Guglielmo Inglese, Bice Valori, Dante Maggio, Virgilio Riento, Ferruccio Amendola, Isabella Biagini, Rosario Borelli e Silvio Bagolini: un trionfo di seconde linee del cinema nostrano. 3/10.

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