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Christmas Blood

Regia di Reinert Kiil vedi scheda film

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La recensione su Christmas Blood

di undying
3 stelle

Un soggetto dalle forti potenzialità horror per uno slasher norvegese ridotto a scialba emulazione di due classici (Halloween e Black Christmas). Oltre ad essere eccessivamente lungo, privo di azione e poco sviluppato in sceneggiatura, Christmas blood è penalizzato da una pessima fotografia, che rende oscuro e al limite del visibile, lo schermo.


locandina

Christmas Blood (2017): locandina

 

1998, Stavanger (Norvegia). 

La sera del 24 dicembre un assassino vestito da Babbo Natale massacra con un'ascia un'intera famiglia, lasciando sul luogo del crimine una lista con centinaia di nomi. E' l'inizio di una spaventosa catena di delitti multipli, commessi ciclicamente con analogo modus operandi la viglia di Natale, che si ripetono ferocemente ogni anno in varie città norvegesi. 

 

2011, Bergen (Norvegia).

Dopo l'ennesimo massacro (il tredicesimo) il serial killer viene individuato e  freddato a colpi di pistola. L'agente che lo ha colpito, sconvolto, si ritira dalla polizia, restando all'oscuro del fatto che l'assassino è sopravvissuto e, successivamente, internato in stretto isolamento in una prigione di Oslo.

 

22 dicembre 2016, Oslo.

Il Babbo Natale assassino riesce a fuggire dal carcere, mettendo in allarme il commissario Terje (Sondre Krogtoft Larsen), nuovo titolare dell'indagine legata al file denominato "Christmas Blood". Terje si precipita a chiedere aiuto all'ex agente che lo aveva in precedenza individuato, mentre un gruppo di ragazze si è radunato per passare qualche giorno in compagnia, senza immaginare il pericolo che incombe su di loro, essendo ospiti in casa di Julia Buljo (Marte Sæteren), nome che compare nella lunga lista lasciata dall'omicida sui luoghi del crimine.

 

scena

Christmas Blood (2017): scena

 

Dopo aver diretto gli inediti Fuck norge (2004), Hora (2009) e Inside the whore (2012), più una serie di corti, il norvegese Reinert Kiil continua a lavorare in tutti i settori dell'universo cinematografico (attore, produttore, sceneggiatore, editore e ogni altra minima attività legata alla realizzazione di un film). E' quindi uno che, per dirla in termini semplici, si è fatto le ossa operando in una nazione ben poco rinomata (almeno in termini quantitativi) per la "settima arte". Nel 2017 Kiil decide di realizzare un horror che mette assieme l'immortale Michael Myers (Halloween, 1978) e il classico apripista dello slasher - nello specifico anche di ambientazione natalizia - di Bob Clark, regista del cult Porky's (1982) ma anche di quel gioiellino del thriller che è noto come Black Christmas (1974). 

 

scena

Christmas Blood (2017): scena

 

L'incipit di Christmas Blood è potente e suggestivo e parrebbe volere mette in chiaro che, in termini di rappresentazione grafica dei delitti, Kiil non intende lesinare in fatto di particolari agghiaccianti e dettagli macabri, ben accompagnati da un efficace supporto acustico (buona musica e validi effetti di sourround). Però, così come parte alla grande, la fotografia anticipa che la visione del film non può che essere sofferta a causa di una pessima illuminazione che da origine a immagini sottoesposte, cioè a dire con scenografie e attori avvolti dalle tenebre e spesso irriconoscibili. Per la maggior parte del tempo si fatica a distinguere i volti e, nella concitata sequenza finale, persino l'azione. Un elemento, questo, che incide gravemente sulla qualità del girato. Se poi si aggiunge che passato il primo quarto d'ora la sceneggiatura si sviluppa fiaccamente su due binari narrativi (i poliziotti e il gruppo di ragazze), per arrivare sino a quasi 90' prima che l'horror torni a regnare sullo schermo, si capisce che Christmas blood è un totale disastro. E infatti dopo svariate comparse a questo o quel festival, la distribuzione è stata limitatissima. Oltre ad essere uscito direttamente in home video negli USA, oltreché in patria di origine, faticosamente ha raggiunto la Cina e il Portogallo. Ed è un vero peccato, perchè una maggior attenzione alla fotografia e una più funzionale sintassi (dura troppo!) avrebbero sicuramente contribuito a rendere il film più scorrevole, intrigante e, soprattutto, vedibile!

 

scena

Christmas Blood (2017): scena

 

"Il Natale serve a ricordare a quelli che sono soli che sono soli, a quelli che non hanno soldi che non hanno soldi, e a quelli che hanno una famiglia del cazzo che hanno una famiglia del cazzo!" (Charles Bukowski) 

 

Trailer

 

F.P. 16/12/2020 - Versione visionata in lingua norvegese (durata: 104'54")

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