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Cattivi & Cattivi

Regia di Stefano Calvagna vedi scheda film

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La recensione su Cattivi & Cattivi

di Eric Draven
4 stelle

locandina

Cattivi & Cattivi (2018): locandina

 

Inizia col botto quest’interessante film di Stefano Calvagna. Siamo in un bar e vi è una rapina. Due brutti ceffi assaltano un bar, vogliono solo i soldi o, come direbbero appunto a Roma, i sordi!

 

Dissolvenza e partono i suggestivi titoli di testa, allucinogeni, nella lucentemente fioca Roma addobbata per le festività natalizie. E il volto di pietra di Massimo Bonetti scandisce il ticchettio della musica a passo laconico, frastagliato nella bellissima fotografia di Matteo de Angelis. Cosa accadrà nella capitale o, meglio, cosa sta già accadendo?

 

Vigilia di Natale, pochi giorni prima...

 

Ma non siamo nella Roma papale e alto borghese di Paolo Sorrentino, siamo nella Roma ai margini di periferia, la Roma drogata, rabbiosa, piena di rancori, più vicina alle atmosfere di ‘R Xmas di Abel Ferrara, una Roma lacera, sporca, fatta e dunque sfatta... di bar ove si odono dalla radio canzoni popolari o elettroniche, romanticamente malinconiche e un po’ tristi. La Roma scalognata, che però si arrangia, tira a campare.

E ove lo scafato commissario di polizia (Bonetti) si aggira con sguardo torvo per acciuffare i balordi.

La moglie gli dice che dovrebbe stare più in famiglia, che sta trascurando gli affetti più cari, d’altronde non è Superman, almeno quello se lava... Una moglie la cui massima preoccupazione è dire a suo marito di far la spesa alla drogheria, correttamente. Senza mai dimenticare, come dice lei, il latte parzialmente scremato.

Serate pallide, mosce, mortifere e poi giorni invernali pieni di smog, soprattutto quello cancerogeno inalato nei loro cuori un po’ forse già infettati dalla nascita d’indolenza e mestizia, un veleno subdolo che ha avvelenato le anime di questi uomini comuni che lasciano viversi, sdruciti come il paio di jeans mal stirati del nostro grigio commissario. Per cosa queste persone vivono? Per lavorare e combattere ora dopo ora contro la loro precarietà economico-esistenziale? Illudendosi che il domani possa essere più radioso, luminoso, speranzoso? Intanto i giorni e le notti passano come un treno macchiato dai graffiti, sulle rotaie delle loro anime graffiate e sulla polvere dei loro abiti per nulla griffati. Vite noiose, e il commissario aspetta l’occasione di tutta una vita anonima per dare un senso a un’esistenza già finita.

Un mondo dove il barista del locale frequentato da gentaccia, che forse sa dove si trovano due pericolosi malviventi, pronuncia frasi come... sotto er profumo dea figa, si so’ lasciati scappa’ qualcosa che a me non dicono. Puntualmente in romanesco strascicato. Adducendo al fatto che uno dei criminali è stato con una prostituta. E che questa donna può aver carpito confidenze importantissime.

Il commissario va a casa della prostituta (Veronica Rega), lui ha avuto sempre un debole per lei. E non è certamente un marito esemplare e troppo fedele...

La situazione è questa: ci sono due balordi carogne e una gang di rapinatori. Che fa quello che fa perché deve pagare gli alimenti, forse questa piccola banda è costretta a delinquere per un’atavica, strozzante fame di soldi, non perché i suoi membri siano davvero dei criminali. Forse solo uno di loro è davvero uno spietato assassino, Caronte (Emanuele Cerman). La gang ce l’ha coi due balordi.

E quindi ritorniamo alla scena iniziale, quella della rapina. Le due fazioni opposte criminose si sparano a vicenda e arriva anche il commissario. È una pura casualità, totale fatalità. Il commissario stava tornando dal lavoro a casa sua e quel bar si trova sotto la sua abitazione. Giustizia non viene però fatta totalmente, anzi.

Ma questa è la vita e, caro commissario, in quel bar assalito dai rapinatori vi erano anche tua moglie e tua figlia. Quindi, comunque ti è andata bene...

 

Ottimo Massimo Bonetti che, nella sua lunga carriera, ha interpretato molte volte il ruolo del poliziotto e del tutore dell’ordine e non è nuovo a storie così, perciò è affidabilissimo per la parte, come attesta la sua filmografia in cui fanno capolino film e prodotti televisivi appartenenti a questo collaudato filone, La piovra, Distretto di Polizia, Squadra antimafia 5.

Nel cast, spicca la matura bravura dell’attrice Ines Nobili e si fa notare, nel ruolo di una ragazza tossica, una giovane promessa, Francesca Persia.


Nel film vi è anche un brevissimo cameo di Enzo Salvi.

 

Una pellicola per chi ama un tipo di Cinema un gradino sopra la solita fiction. Perché i dialoghi sono migliori della media rispetto al consueto genere poliziottesco-mafioso e il film ha il suo incerto ma perverso fascino.

 

 

 

 

di Stefano Falotico

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