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I due compari

Regia di Carlo Borghesio vedi scheda film

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La recensione su I due compari

di mm40
4 stelle

I due compari sembra la dilatazione di un episodio del coevo Il bidone (di Federico Fellini); difficile stabilire effettive parentele fra i due lavori, ma è piuttosto noto che il regista romagnolo amasse prendere 'spunti' qua e là da tutto ciò che era nell'aria a Cinecittà. Ecco quindi che Aldo Fabrizi (anche autore del soggetto e, in sceneggiatura, affiancato da Mario Amendola e Ruggero Maccari) è una sorta di Broderick Crawford all'amatriciana, con quell'aggiunta di buoni sentimenti e paciosità che spettano per costituzione al suo personaggio tipico; De Filippo è inoltre perfetto come scelta per la spalla: basti vedere la prima scena della pellicola per rendersi conto di come, sul registro comico, la coppia sappia muoversi ottimamente. Certo che i limiti del prodotto, però, si notano altrettanto bene delle evidenti doti istrioniche del protagonista e dell'affiatamento con il suo partner in scena; e si sta parlando di una confezione opaca (Borghesio era un mestierante arrivato con questo film a fine carriera a soli cinquant'anni, dopo una quindicina di attività e nessun titolo di rilievo licenziato) e del dolciastro gusto patetico che permea la parte conclusiva del lavoro, in sostanza da quando compare in scena la figlia di Giovanni/Fabrizi. A interpretarla è la quasi debuttante Giulia Rubini: per lei si prospetta una discreta notorietà nella successiva ventina d'anni; altri ruoli laterali sono riservati a Giacomo Furia e Carlo Ninchi. Al di là del crescendo buonista finale, I due compari rimane una piacevole commedia nella sua prima parte e, nel suo complesso, un interessante spaccato su un'epoca, quella dell'immediato secondo dopoguerra, che l'Italia si è affrettata a voler cancellare e dimenticare (es.: il mestiere del protagonista poteva apparire anacronistico già una decina di anni dopo, alla luce dell'intercorso boom). 5/10.

Sulla trama

Cinquantenne vedovo, Giovanni vende penne stilografiche di pessima qualità nelle piazze romane, truffando la gente insieme al complice Francesco. Quando la figlia di Giovanni torna a casa dal collegio, è costretta a rendersi conto che il padre non è l'industriale che con lei vantava di essere.

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