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My Way: The Rise and Fall of Silvio Berlusconi

Regia di Antongiulio Panizzi vedi scheda film

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La recensione su My Way: The Rise and Fall of Silvio Berlusconi

di mm40
6 stelle
Il giornalista americano Alan Friedman intervista Silvio Berlusconi sulla sua vita: successi, eccessi, amori, inchieste giudiziarie e declino, parlando di editoria, calcio, tv, immobili e politica.
 

Quella di Berlusconi è una personalità eccezionale - e per fortuna, per l'Italia e per il mondo intero. Egocentrico smodato, dotato di un vero e proprio culto di sè, Silvio Berlusconi ha creato un impero economico dal nulla, alimentando il mistero con palesi menzogne (anche in tribunale, come è noto), leggende ad hoc e un comportamento definibile con un eufemismo 'sopra le righe'. In questo documentario Alan Friedman, giornalista americano che ben conosce l'Italia, invita lo stesso ex-Cavaliere a parlare della sua vita: un fiume in piena, naturalmente, dal quale vengono estratte le dichiarazioni più significative per raccontare una storia straordinaria e, ripetendoci qui, per fortuna dell'Italia e del mondo intero. Straordinaria e incredibile, nel senso stretto del termine: la fortuna di Berlusconi proviene dalle sue acclarate frequentazioni con ambienti mafiosi, ma come è ovvio nel film lui minimizza tutto, così come tralascia di raccontare i loschi e fallimentari piani architettati con Craxi e nega gli ambigui rapporti con discutibili personaggi politici di fama mondiale come, per citarne un paio, Gheddafi e Putin. Fosse tutto qui, si potrebbe parlare della versione sullo schermo e aggiornata dell'agiografica Storia italiana che l'editore Berlusconi pubblicò nel 1994 e spedì in tutte le case per convincere gli italiani a votare il politico Berlusconi; invece Friedman (che prende le mosse dal suo libro My Way. Berlusconi si racconta a Friedman) è sufficientemente preparato sull'argomento da richiedere interventi da parte di Antonio Ingroia (magistrato) e Stefano Folli (giornalista di Repubblica), intervistati a parte sulle questioni giudiziarie e politiche. Il risultato di questo lavoro sono cento minuti spettacolari, nei quali il protagonista fa spettacolo di sè e della sua vita insomma, con un non indifferente punto a favore rispetto a tanti altri film che hanno tentato di ricapitolare e spiegare il fenomeno-Berlusconi: la partecipazione diretta e sentita dell'interessato, cosa che permette alla macchina da presa, oltrettutto, di penetrare nella riservatissima villa San Martino di Arcore. 6/10.

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