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Two Much. Uno di troppo

Regia di Fernando Trueba vedi scheda film

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La recensione su Two Much. Uno di troppo

di spleenish
8 stelle

La sceneggiatura è scaltramente organizzata da Trueba che applica con pignoleria i meccanismi della commedia sofisticata. Basti pensare alle figure di contorno - alla domestica nera che non si meraviglia del gran correre per casa di Banderas tanto, si sa, i ricchi sono tutti matti o al padre dello stesso gallerista che così affronta le giovani visitatrici: "Lei è l'unica opera d'arte che ci sia qua dentro" - che contribuirono alle fortune del "genere". Eppure, nonostante non sia per nulla tirato via, il film non funziona. Gli è che quel mondo sventato dove le ragazze si innamoravano di uomini che dicevano di odiare e la spregiudicatezza si affiancava a una sostanziale pudicizia, si è allontanato da noi. E, per rianimarlo, ci vorrebbero attori capaci di spericolate finezze. Antonio Banderas sarà pure un bel giovanotto. Ma è del tutto privo di ironia, e sembra non desideri che fuggirsene da quell'ambiente eccentrico in cui i personaggi della vecchia "sophisticated" si trovavano benissimo. Meno impacciate Melanie Griffith e Daryl Hannah, le due sorelline.

Sulla trama

Art Dodge, gallerista in ambasce a Miami Beach, tenta di far qualche dollaro vendendo quadri di poco valore a vedove facoltose fingendo inesistenti acquisti del loro defunto marito. La vispa segretaria Gloria, in credito di numerosi stipendi, lo aiuta per simpatia, nell'attesa vana che lui la consideri come un essere umano. Ma quando Art tenta di vendere un quadro del pittore emergente Manny alla vedova di un mafioso, per lui incominciano i guai, anche perché Gene Palletto, il figlio, è deciso a fargliela pagare cara. Art scampa agli scherani del padrino nascondendosi nel coupé della di lui già due volte ex moglie, Betty Kerner, una donna straricca e vanesia. Tra i due nasce un sentimento e Betty comunica subito ad amici e parenti l'intenzione di sposare Art, perplesso ma tutto sommato disposto al matrimonio d'affari che risolverebbe la sua precaria situazione bancaria. Ma costui scorge un mattino nella doccia la sorella di Betty, l'intellettuale Liz, di cui si invaghisce follemente. Visto che suscita ben poco interesse in lei e saputo che ama i tipi intellettuali con occhiali e aria romantica, decide di inventarsi un fantomatico gemello, Bart, e baratta con lei le tele di Manny per le sue. Ma Liz, guarda caso, predilige l'unico quadro dipinto da Art che, commosso, glielo regala. Essendo invitato a cena da entrambe è costretto ad una folle spola tra le due donne per non insospettirle. Ormai deciso ad andare in Messico, viene affrontato da Gene che, convinto che lui sia solo un capriccio e che Betty tornerà sua, non tollererebbe però che l'amata soffrisse, e lo diffida dal sottrarsi all'impegno di sposarla. Incontrata Liz, tenta di scatenare la gelosia di Betty dichiarandosi innamorato di lei nelle vesti di Art, ma Betty, ormai infatuata, minimizza il resoconto allarmato della sorella. Il giorno delle nozze Liz si rende conto di essere stata raggirata e Betty comprende che Gene l'ama certo di più del fedifrago Art.

Su Daryl Hannah

Il piacere di questo divertimento frizzante e qualche volta anche tenero (il personaggio di Daryl Hannah ha risvolti malinconici) sta più nelle battute di un copione ben ritmato che nelle gag da Ezechiele Lupo di Banderas, occupato per tutta la seconda parte del film nel difficile tentativo di incarnare la sua doppia identità senza farsi beccare dalle due ragazze. E a testimoniare l'origine europea del film c'è Eli Wallach, nel ruolo del padre di Banderas, un po' suonato, ma non per questo immemore delle sue passioni politiche di combattente della Brigata Lincoln, di cui canta gli inni rivoluzionari. Il gioco del doppio funziona ogni tanto faticosamente, ma il film ha una confezione smagliante. E se Banderas (che nella versione con i ricci e gli occhialini da intellettuale può fare un po' impressione) non è un attore straordinario, s'impone come un talento comico Joan Cusack, che interpreta la sua segretaria: tempi eccellenti, battute al vetriolo, ironia imbattibile.

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