Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Un cartoonist, che non si è mai mosso da Cleveland, vola a Parigi per presenziare a una mostra di fumetti ma con la vera intenzione di rivedere la figlia, che si era trasferita lì due anni prima per studiare Flaubert e non si era più fatta sentire. Lo sceneggiatore Jules Feiffer si ispira evidentemente alle proprie esperienze, fa interagire personaggi animati con quelli in carne e ossa e cerca di costruire una commedia briosa: nella filmografia di Resnais segna un taglio netto con le opere precedenti e inaugura il filone ludico dell’ultima parte della sua carriera. Purtroppo i personaggi principali (un vecchio bizzoso e bisbetico, una ragazza snob, un professore scioccherello) sono in qualche modo antipatici, non favoriscono l’identificazione dello spettatore e si riducono presto a macchiette; si insiste troppo sulle differenze nazionali (gli americani convinti che tutti debbano parlare inglese, i francesi che si ostinano a usare il proprio idioma) e sulle conseguenti incomprensioni linguistiche. Particolarmente debole la seconda parte, dove il regista sfrutta ancora una volta la prediletta ambientazione in una villa di campagna (L’anno scorso a Marienbad, Providence, La vita è un romanzo) per imbastire uno stucchevole tourbillon; però almeno la conclusione paradossale, con i ruoli che si invertono, è azzeccata.
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