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Cane di paglia

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

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La recensione su Cane di paglia

di undying
8 stelle

Uno dei più celebri film drammatici diretto, con mano sicura, da Sam Peckinpah: un maestro del cinema western che, non a caso, ripercorre anche in questa occasione i temi "selvaggi" del genere, ambientando l'azione (compreso un tragico scontro ideologico/politico) in epoca contemporanea, in prossimità di una retrograda Inghilterra rurale.


locandina

Cane di paglia (1971): locandina

 

Esperto di matematica, David (Dustin Hoffman) sta lavorando su una delicata ricerca che ha deciso di completare trasferendosi in Inghilterra, nel piccolo villaggio natale della moglie Amy (Susan George). I suoi comportamenti signorili e raffinati presto vengono visti dai locali abitanti come strani e incomprensibili, finendo più spesso per essere derisi. In particolare David viene preso di mira da Charlie (Del Henney), ex amante di gioventù della moglie, ora ingaggiato come operaio per ristrutturare la casa in cui si è stabilito. Con il procedere dei lavori, le attenzioni dei manovali coinvolti nel restauro ruotano attorno alle "grazie" estetiche di Amy, la quale peraltro tiene un atteggiamento disinvolto e distratto, dando origine a inevitabili fraintendimenti. David viene invitato dagli operai a partecipare a una battuta di caccia, senza immaginare che, proprio in quella occasione, allontanato dalla moglie, Charlie intende sedurre nuovamente Amy.

 

"In nessun altro regno c'è stato tanto spargimento di sangue come in quello di Cristo..."

(David controbatte a una battuta del reverendo Barney sulla responsabilità della scienza, relativa agli effetti mortali della bomba H)

 

Del Henney, Susan George

Cane di paglia (1971): Del Henney, Susan George

 

Un ritratto cinico, piuttosto raggelante, per non dire pessimista, sulla difficoltà di giungere a un compromesso ideologico e "sociale" tra la mentalità popolare e quella borghese: due filosofie di vita rappresentate da un lato dal còlto e raffinato, poco rude ed apparentemente, anche sessualmente, più pacato docente e, dall'altro, dai trasandati, aggressivi, irrispettosi e maschilisti operai. Alla base della sceneggiatura, scritta dallo stesso regista (Sam Peckinpah), assieme a David Zelag Goodman, sta l'interessante romanzo "The Siege of Trencher's Farm", opera di Gordon Williams. Un romanzo che tratta però anche del rapporto di coppia e del conflitto, naturale e apparentemente privo di soluzione conciliante e/o permanente, tra i due sessi. Quando infatti la storia assume la deriva del western - ambientato però sul finire del XX° secolo e nella elegante Inghilterra -, con la reazione inaspettata del mite e modesto matematico, che muta improvvisamente da uno stato remissivo a quello di determinato e intransigente difensore della proprietà privata, Cane di paglia allarga il campo d'azione anche al contrasto tra la moglie (disposta a cedere alla violenza e a tollerare l'ingiustizia) e il marito (incapace di sopportare le angherie e le sopraffazioni nei confronti dei più deboli, nel film rappresentati dallo psicolabile Henry). Un ribaltamento di posizioni ideologiche e politiche del tutto imprevisto: il borghese si scopre essere difensore degli emarginati, quindi dei diritti civili e, al tempo stesso, della proprietà privata; gli aggressori, mostrano il loro orientamento villico, reazionario e intollerante persino nei confronti dei loro "pari". Il tema sembra essere particolarmente sentito da Peckinpah, cineasta riflessivo e al tempo stesso scatenato ritmicamente, che arriva a gestire, nel miglior modo possibile, non solo il lato tecnico delle riprese, ma prevalentemente un cast artistico brillante e perfettamente in ruolo. A cominciare dall'interpretazione magistrale di Hoffman, proseguendo con quella più ambigua, volutamente sprovveduta, della George e finendo con la banda di zotici, capeggiati da Tom (Peter Vaughan), lo zio violento di Charlie, guida popolare - e mano armata - pronta a stabilire regole fallaci e cieca giustizia. Suddiviso tra una prima parte di preparazione e attesa, Cane di paglia scatta a livello superiore dal secondo tempo in poi, quando i primi screzi tra David e gli operai sconfinano nella brutale duplice violenza carnale (tenuta segreta, dalla vittima, al marito) ai danni di Amy. Grande esempio di cinema drammatico e, al tempo stesso politico in senso lato, con una blanda estensione tematica sugli effetti dell'anarchia, Cane di paglia offre persino spunti di riflessione sulla presunzione di alcuni rappresentanti istituzionali, reazionari, opportunisti e prevenuti, tutt'altro che al servizio della comunità e noncuranti del prossimo; siano essi religiosi (il critico e contrastato confronto tra David e il reverendo locale, sempre in cerca di "donazioni", interpretato da Colin Welland) o tutori di una legge che sfugge alla razionalità, trascurando colpevolmente la ricerca della verità (il superficiale e poco efficace maggiore Scott, TP McKenna).

 

Susan George, Dustin Hoffman

Cane di paglia (1971): Susan George, Dustin Hoffman

 

100 pallottole d'Argento

Dario Argento presenta: Cane di paglia [1]

 

"Cane di paglia, diretto nel 1971 da Sam Peckinpah - un film che, a me personalmente, è piaciuto tantissimo - con Dustin Hoffman. Hoffman interpreta il ruolo di una persona garbata e gentile nell'Inghilterra rurale, fino a quando un gruppo di zotici comincia a nutrire attenzioni particolari nei confronti della moglie. Naturalmente il film si svolge in un modo che non racconto, perché è veramente da vedere. Anche per la personalità, eccezionale, di Sam Peckinpah. Sam Peckinpah, figlio di indiani americani, raggiunge Hollywood dove poi vive in una specie di baracca, mezzo drogato, mezzo alcolizzato. Però, vicino a questa baracca, c'era la villa di Ida Lupino, famosa attrice e regista, la quale prova una certa tenerezza per questo uomo, ancora giovane, che vive solo e abbandonato. Gli fa fare piccole cose nei suoi film. Molti anni dopo, Peckinpah si sdebitò: quando Ida Lupino non era più nessuno, e conduceva invece lei una misera vita, Peckinpah le fece fare qualcosa di importante in un suo film. Peckinpah ha attraversato il cinema americano come una furia, fece una serie di western clamorosi. Dopo Il mucchio selvaggio, Sergio Leone affermò che Peckinpah si era ispirato ai suoi film ma io penso che questo non fosse vero, perché la personalità selvaggia di Peckinpah già si era rivelata molto prima. Dopo essere stato aiuto regista di Don Siegel - tra l'altro nel famosissimo L'invasione degli ultracorpi - diventa sceneggiatore. Inizia a scrivere i propri copioni a mano (la traduzione era un pò incomprensibile). Suo, tra l'altro, è il copione di I due volti della vendetta, con Marlon Brando e, inizialmente, doveva anche essere il regista del film. Dato che a Marlon Brando non piacque l'eccessiva, strana e un pò ubriaca personalità di Peckinpah, lo fece sostituire da Stanley Kubrick. Kubrick girò una parte del film, poi Brando litigò pure con lui e il film lo terminò lui stesso come regista. Peckinpah è stato perseguitato tutta la vita da queste difficoltà, però è riuscito a fare dei film bellissimi, tipo Il mucchio selvaggio o un paio con Steve McQueen (Getawey, L'ultimo buscadero). La sua personalità era fantastica, un regista di grandissimo valore, anche innovatore. Morì mentre stava scrivendo un film che avrebbe dovuto realizzare, tratto da un racconto di Stephen King. Due cose importanti, hanno contraddistinto la sua carriera: un pò l'uso del ralenty - alcuni sostenevano che ne eccedesse, però lo utilizzava molto bene e in maniera molto efficace in molti, quasi tutti, i suoi lavori; Pat Garret e Billy Kid era, in realtà, il vero copione originale di I due volti della vendetta, il film con Marlon Brando che Peckinpah rifece anni dopo. In questo film, molto poetico e affascinante, recita anche Bob Dylan, autore - tra l'altro - di una delle canzoni più belle del film."

 

Susan George

Cane di paglia (1971): Susan George

 

Visto censura [2]

 

Per quanto oggi possa sembrare strano, Cane di paglia ha dovuto subire, in più occasioni, determinati "aggiornamenti". A cominciare dalla data del rilascio del primo nulla osta (n. 5699), il 01 febbraio 1972.

Dal verbale allegato al visto censura si apprende che "La Commissione, dopo avere invitato i rappresentanti della produzione ad alleggerire la scena della violenza sessuale, eliminando i fotogrammi in cui inizia la congiunzione carnale e la donna finisce addirittura per compiacersi ed invita il maschio a carezzarla e stringerla (...), ritenuto che il film rimane pur sempre denso di scene di violenza spasmodica ed agghiacciante sì da ferire la sensibilità dei minori, esprime parere favorevole alla concessione del n.o. di proiezione in pubblico col divieto per i minori di anni 18."

 

Il 15 novembre 1985, con nuovo v.c. (n. 59700), il film ottiene derubricazione (restando la limitazione ai minori di 14 anni), ma viene imposto un ulteriore taglio di metri 80,60 come da dichiarazioni messe a verbale:

"(...) visionato il film e sentito il Sig. Giovanni Giurgola in rappresentanza della PAT International - previo taglio, con l'adesione dello stesso Sig. Giurgola, di metri 88,60 (ottantotto metri e 60 centimetri) della 4a parte, dopo la frase rivolta alla protagonista da Charlie prima di fare la violenza a costei "... o sarà peggio per te", fino al punto in cui lo stesso Charlie dice alla donna "scusami" - esprime, a maggioranza, parere favorevole alla concessione del n.o. con il divieto per i minori degli anni 14 (quattordici): giacché vi siano, nella parte terminale del film, scene di violenza, queste si pongono in un contesto in cui esse appaiono costituire legittima reazione del protagonista all'altrui violenza, sicché dette scene sconsigliano la visione del film solo ad un pubblico particolarmente immaturo e, quindi, ai minori dei quattordici anni."

 

Una terza revisione, finalmente più ragionevole (n.o. n. 87372, del 20 dicembre 1994), "esprime parere per il mantenimento del divieto ai minori di anni 14, avuto riguardo alle molteplici e svariate scene di violenza e di aggressione anche cruente. All'unanimità si ritiene altresì impossibile accogliere la richiesta di tagli, perché non avrebbe più senso la telatica conclusiva della durata di oltre 20 minuti. [I tagli apportati con la richiesta di revisione sono di 86 mt- 35mm]."

 

In conclusione i 3224 metri di pellicola originali (119') si riducono a 3180 (116'), per finire - incredibile dictu, al netto di un probabile refuso sul sito "Italia Taglia" - a soli 1203 (43'50").

 

 

NOTE

 

[1] Puntata del 18/10/2012, trasmessa su Rai Movie.

 

[2] Dal sito "Italia Taglia".

 

Susan George, Dustin Hoffman

Cane di paglia (1971): Susan George, Dustin Hoffman

 

"Come da un giudice incapace e imperito non si possono aspettare sentenze rette, così da uno popolo che è pieno di confusione e di ignoranza non si può aspettare, se non per caso, elezione o deliberazione prudente o ragionevole."

(Francesco Guicciardini)

 

Trailer 

 

F.P. 18/10/2022 (aggiornamento) - Versione visionata in lingua italiana (durata: 107'33")

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