Nel deserto peruviano, nel 1936, una giovane donna lascia la capitale per seguire una traccia fatta di silenzi, vento e geometrie antiche: il film Lady Nazca, opera prima di finzione del regista svizzero Damien Dorsaz, si basa liberamente sulla vita dell’archeologa Maria Reiche, ma sceglie una struttura narrativa che si allontana dal biopic tradizionale.
Da marzo al cinema con Officine UBU, l’opera segue un percorso esistenziale: racconta un processo di trasformazione personale legato alla scoperta di un sito archeologico millenario.

La linea sottile che unisce
Nel film Lady Nazca, Maria, insegnante a Lima, incontra Paul d’Harcourt, archeologo francese. Decide di accompagnarlo nel deserto di Nazca, dove scopre un sistema di geoglifi tracciati nella sabbia tra il 300 a.C. e il 600 d.C. Questa scoperta modifica radicalmente il suo percorso di vita. Maria si stabilisce nella regione e dedica il suo tempo allo studio e alla tutela di queste figure, note come “linee di Nazca”.
Il film la segue nel passaggio da osservatrice a custode, mostrando come la sua esistenza si ridefinisca attorno a questa relazione con il territorio.
Ascoltare il silenzio
Il personaggio di Maria, interpretato nel film Lady Nazca da Devrim Lingnau, non si costruisce attraverso gesti clamorosi. La narrazione la presenta mentre abbandona progressivamente la sua vita urbana per integrarsi in un contesto nuovo. Il suo approccio alla cultura locale è graduale: si avvicina con rispetto, senza pretese di comprensione immediata. Entra in relazione con Juana, interpretata da Marina Pumachapi, e con la sua famiglia. Il suo inserimento nella comunità non è immediato, ma richiede tempo e adattamento. L’opera rappresenta il percorso di una donna che sceglie di mettersi al servizio di un luogo e delle sue memorie.
Paul d’Harcourt, interpretato da Guillaume Gallienne, è l’archeologo che introduce Maria alla realtà di Nazca. Il loro rapporto non si sviluppa su un piano sentimentale tradizionale, ma come incontro tra due modi diversi di rapportarsi al sapere. Paul incarna un approccio scientifico, sistematico, che si contrappone – senza entrare in conflitto – all’intuizione più personale di Maria. La loro separazione nel corso della narrazione rispecchia la divergenza tra queste due visioni.

Il deserto non è vuoto
Il film Lady Nazca mostra il deserto non come semplice ambientazione, ma come spazio di interazione tra l’essere umano e l’ambiente. Le figure tracciate nella sabbia, come il condor, il ragno o il colibrì, diventano elementi attivi nella trasformazione del personaggio principale. Maria dedica la sua vita a queste linee, e il film segue il suo lavoro quotidiano di restauro e protezione. La relazione tra gesto e paesaggio assume un significato centrale, senza che venga caricato di retorica.
La dimensione ecologica è affrontata attraverso le scelte di vita del personaggio principale. Maria, interpretata da Devrim Lingnau, rinuncia a una condizione urbana stabile per trasferirsi in un’area remota, dove adotta uno stile di vita essenziale. Il suo lavoro è legato alla salvaguardia delle linee, riconosciute in seguito come patrimonio dell’UNESCO. L’immagine del personaggio che spazza il deserto è presentata come sintesi visiva di questa responsabilità individuale verso l’ambiente.
Nel film, la cultura indigena peruviana non è rappresentata come sfondo, ma come soggetto attivo della narrazione. Il rapporto tra Maria e Juana (Marina Pumachapi) è costruito come un processo di conoscenza reciproca. Maria, occidentale, si avvicina a una tradizione che non le appartiene, senza cercare di interpretarla o modificarla. Il film mette in scena un processo lento di integrazione, in cui la protagonista non guida ma accompagna.
Tracciare la propria figura
Il film Lady Nazca racconta la vicenda di una donna che trova un nuovo senso alla propria esistenza entrando in contatto con una realtà millenaria. Il film non propone risposte definitive, ma segue un percorso personale che si costruisce nel tempo, attraverso il lavoro, l’osservazione e la scelta di restare. La figura di Maria Reiche, filtrata attraverso la finzione cinematografica, viene così presentata come esempio di un’esistenza che si definisce a partire da un luogo, da una relazione e da un impegno concreto.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Lady Nazca può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Lady Nazca - La signora delle linee
Drammatico - Germania, Francia 2025 - durata 99’
Titolo originale: Lady Nazca
Regia: Damien Dorsaz
Con Devrim Lingnau, Olivia Ross, Guillaume Gallienne


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