Quando nel 1975 interpretò il personaggio di McMurphy in Qualcuno volò sul nido del cuculo, Jack Nicholson era uno dei simboli della New Hollywood. Dopo una lunga gavetta in B movie di genere (dall’horror al western al biker) diretti o prodotti da Roger Corman e il breve ruolo fondamentale in Easy Rider di Dennis Hopper, aveva offerto il suo volto e la sua ironia autolesionista alla disillusione e allo spaesamento americani, in Cinque pezzi facili e Il Re dei giardini di Marvin di Bob Rafelson, Conoscenza carnale di Mike Nichols, Chinatown di Roman Polanski e Professione reporter di Michelangelo Antonioni. Con l’altissima fronte aggrottata e gli occhi capaci di passare dallo scherno alla solitudine più fonda, in jeans e giubbotto o giacca stazzonata e occhiali con la montatura di corno, raccontava la perdita d’identità dell’americano medio. Era quieto e sotterraneo e perciò i suoi guizzi improvvisi, di allegria, rabbia o follia, erano tanto più incisivi.

Jack Nicholson, Louise Fletcher
Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) Jack Nicholson, Louise Fletcher

Fu con L’ultima corvé di Ashby (del 1973) e soprattutto con il Cuculo che andò a punto la tecnica definitiva di Nicholson (enfatizzata cinque anni dopo da Shining di Stanley Kubrick): sempre a un passo dall’esagerazione, dall’esibizione istrionica, tenuta sotto controllo da una tristezza improvvisa e da una consapevolezza silenziosa della propria impotenza. In questo senso quello di McMurphy è il personaggio ideale: un detenuto comune che probabilmente si finge malato mentale per uscire dal campo di lavoro e che viene messo sotto osservazione in un ospedale psichiatrico di stato, per decidere se è matto o se è un simulatore. Ci sono due McMurphy: il dropout che ci dà dentro per stare in sintonia con i suoi compagni di ricovero (più o meno malati) e per scuoterli dalla loro apatia, e quello tanto lucido da accorgersi delle disfunzioni, del paternalismo accattivante, della violenza “pulita“ dell’istituzione psichiatrica (elementi riassunti nella severità rigida della capoinfermiera Ratched, personaggio sgradevolissimo scritto per Ellen Burstyn, che diede forfait per ragioni personali, e che venne rifiutato da quattro attrici prima di venir accettato da Louise Fletcher).

Louise Fletcher
Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) Louise Fletcher

McMurphy è la coscienza libera e la rivendicazione della personalità, con tutte le sue sbalestrate contraddizioni, in un universo che ti protegge attraverso regole ferree e castranti. È chiaro che Qualcuno volò sul nido del cuculo non parla solo, né soprattutto, di malattia mentale e di trattamenti discutibili o barbari quali l’elettroshock e la lobotomia. L’autore del romanzo del 1962 da cui è tratto, Ken Kesey, era un esponente di punta della controcultura americana degli anni 60, a mezza strada tra i beatnik e gli hippy, amico di Neal Cassady, Tom Wolfe, Allen Ginsberg, e per il libro si era basato sulle sue esperienze di volontario in un ospedale per veterani. Nel microcosmo dell’istituto si riflettono le dinamiche di sopraffazione ed esclusione del mondo esterno; e McMurphy è il jolly impazzito che tenta di scardinare il gioco. Chiuso nel camerone della clinica (tranne una breve fuga in autobus e barca), Qualcuno volò sul nido del cuculo non ha tracce di teatralità: diretto da Milos Forman (il bravo autore ceco emigrato nel 1968 negli Usa, dove aveva già diretto la satira Taking Off), è un film che sta addosso ai personaggi con durezza, ironia e pietà, con un finale che, ancora oggi, fa venire la pelle d’oca. È anche uno dei rarissimi titoli premiati con i cinque Oscar maggiori: film, regia, attore e attrice protagonisti e sceneggiatura.

Autore

Emanuela Martini

Direttrice di Film Tv dal 1999 al 2007, dagli anni Ottanta nel comitato di redazione del mensile Cineforum (che oggi dirige), direttrice del Torino Film Festival dal 2014 al 2019, dice di sé: "Capelli rossi, lettrice forte, brutto carattere (dicono). La prima volta mi hanno portata al cinema che avevo tre anni. Ci stavo dalle 2 alle 8, orario continuato. Praticamente, non ne sono più uscita: adesso ci sto anche dalle 8 alle 20, e a volte pesa. Ma la passione resta e non mi annoio (quasi mai).".

Il film

locandina Qualcuno volò sul nido del cuculo

Qualcuno volò sul nido del cuculo

Drammatico - USA 1975 - durata 135’

Titolo originale: One Flew Over the Cuckoo's Nest

Regia: Milos Forman

Con Jack Nicholson, Danny DeVito, Louise Fletcher, Will Sampson, Brad Dourif, Christopher Lloyd

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