Cosa resta quando tutto brucia è la domanda alla base di Rebuilding, il nuovo film scritto e diretto da Max Walker-Silverman, presentato ad Alice nella Città. Ambientato nell’America rurale contemporanea, il lungometraggio si concentra sulle conseguenze di un incendio devastante, seguendo la quotidianità di chi ha perso tutto e si ritrova a vivere in un campo FEMA (alloggi temporanei). Al centro della narrazione c’è un processo di ricostruzione che riguarda non solo edifici, ma anche relazioni personali, dinamiche familiari e senso di comunità.
Girato nel sud del Colorado, Rebuilding esplora il concetto di casa in un contesto segnato da eventi climatici estremi e trasformazioni sociali. La storia si sviluppa in spazi aperti, dentro paesaggi segnati dal fuoco e dal tempo, e si interroga su cosa possa significare ricominciare. Prossimamente nei cinema italiani con Minerva.

Nelle ceneri, un inizio
Il protagonista è Dusty, interpretato da Josh O’Connor: un uomo riservato, divorziato, padre di una bambina, la cui proprietà è andata distrutta in un incendio. Trasferitosi in una roulotte su un terreno governativo, inizia a entrare in contatto con gli altri sfollati e con la propria famiglia, da cui si era allontanato. La narrazione segue il suo tentativo di ricostruire una forma di normalità, partendo da condizioni precarie e da relazioni sospese.
Il film Rebuilding non si concentra sull’evento traumatico, ma sulle sue conseguenze a lungo termine. Gli spazi in cui si muovono i personaggi non sono scenari post-apocalittici, ma luoghi abitati, attraversati da nuovi legami e da pratiche quotidiane.
Polvere, carne e spirito
Dusty è un uomo che incarna una forma di isolamento diffusa in certi contesti culturali e geografici. Il suo percorso è quello di chi passa dalla solitudine alla relazione, e dalla chiusura alla necessità di condividere. Attorno a lui ruotano figure familiari: Callie-Rose, la figlia (interpretata da Lily LaTorre), e Ruby, l’ex moglie (Meghann Fahy), con cui cerca un nuovo equilibrio.
Il campo FEMA diventa nel film Rebuilding lo sfondo di una comunità improvvisata, in cui confluiscono esistenze segnate dalla perdita. I vicini di Dusty, interpretati in parte da attori non professionisti, sono personaggi che si relazionano al protagonista attraverso piccoli gesti e routine condivise. Tra questi, Mila (Kali Reis) e Bess (Amy Madigan) rappresentano presenze stabili e dialoganti all’interno di uno spazio temporaneo.

Frantumare il mito del West
Una delle dimensioni narrative principali del film Rebuilding è la messa in discussione di alcuni miti fondativi legati all’identità americana, in particolare quello dell’autosufficienza individuale. Dusty, cresciuto nella cultura della frontiera e dell’indipendenza, si trova a dover fare i conti con l’impossibilità di gestire tutto da solo. L’interazione con gli altri, e la dipendenza reciproca, diventano elementi centrali nella sua trasformazione.
Il paesaggio ha un ruolo attivo nella narrazione. Il Colorado meridionale viene rappresentato come un territorio che impone scelte e conseguenze, dove l’ambiente naturale porta con sé bellezza e rischio. L’incendio, in questo contesto, non è solo una catastrofe ambientale, ma un punto di partenza per riflettere sul rapporto tra esseri umani e territorio.
Il futuro non si aspetta, si immagina
Il tema del cambiamento attraversa tutta la struttura del film. Rebuilding pone l’attenzione sul concetto di ricostruzione come processo non solo materiale, ma anche emotivo e culturale. La famiglia viene mostrata come una struttura mobile, che si adatta, si rompe e si ricompone in forme nuove. Lo stesso vale per le comunità temporanee che sorgono in situazioni di emergenza.
L’elemento ambientale è costantemente presente, anche se non trattato in modo diretto. La crisi climatica è lo sfondo su cui si proietta la storia, ed è presentata non come una minaccia futura, ma come una realtà già in atto. Il lungometraggiosi inserisce in una riflessione più ampia su come immaginare una forma di stabilità all’interno dell’instabilità, e su come la trasformazione possa diventare una condizione permanente.
Dopo il fuoco, l’essere umano
Il film Rebuilding parte da un evento distruttivo per osservare ciò che accade dopo. La narrazione si concentra sulle dinamiche relazionali che emergono nei momenti di vulnerabilità collettiva. Il film propone una riflessione su identità, famiglia, comunità e appartenenza, con uno sguardo rivolto alle forme di resistenza quotidiana che si sviluppano in contesti di crisi.
Attraverso un racconto ambientato in un luogo reale, ma segnato da elementi universali, Walker-Silverman mette in scena una storia in cui il concetto di “ricostruire” va inteso nel senso più ampio possibile: non solo rimettere insieme ciò che si è rotto, ma ripensare da capo ciò che può ancora esistere.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Rebuilding può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Rebuilding
Drammatico - USA 2025 - durata 95’
Titolo originale: Rebuilding
Regia: Max Walker-Silverman
Con Meghann Fahy, Josh O'Connor, Amy Madigan, Kali Reis, Jefferson Mays, Lily LaTorre


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