Nel film La Grazia, scritto e diretto da Paolo Sorrentino al cinema dal 15 gennaio con Piper Film, viene messa in scena la figura di Mariano De Santis, Presidente della Repubblica Italiana, interamente frutto di invenzione narrativa. La storia si colloca negli ultimi giorni del suo mandato istituzionale, periodo in cui le attività quotidiane si intrecciano con due richieste di grazia pendenti, che coinvolgono omicidi avvenuti in circostanze non prive di complessità. A questo si affianca il compito di valutare una legge sull’eutanasia.


Il Presidente si trova a gestire decisioni che richiamano sia il suo ruolo istituzionale che la sua dimensione privata, segnata dalla perdita della moglie e dal rapporto con la figlia. La narrazione si sviluppa all’interno di un ambiente politico, familiare e giuridico che sottopone il protagonista a una continua sollecitazione sul piano morale.

Toni Servillo
La grazia (2025) Toni Servillo

Un uomo, non solo una carica

Mariano De Santis, interpretato nel film La Grazia da Toni Servillo, è presentato come figura centrale, intorno alla quale ruotano le dinamiche narrative e gli altri personaggi. È descritto come un uomo solo, cattolico, padre, con un lungo passato nel diritto penale. La sua relazione con la figlia Dorotea, anche lei giurista (interpretata da Anna Ferzetti), introduce un confronto tra generazioni, esperienze e visioni del presente.


La figlia rappresenta un punto di contatto e al tempo stesso di distanza. Il rapporto tra i due viene messo alla prova dai dilemmi che il Presidente deve affrontare e dalle differenti sensibilità che emergono nel dialogo tra loro. Attorno a questa relazione si muovono altri personaggi – come il Colonnello Labaro, Ugo Romani, Valeria Cafiero – che contribuiscono alla costruzione del contesto istituzionale e privato in cui si svolge la vicenda.

Amore come forza inquieta

Secondo le note di regia, il film La Grazia si struttura come un racconto sull’amore, inteso in un’accezione ampia. Il protagonista porta con sé un legame ancora presente con la moglie defunta, con i figli e con la materia giuridica che ha studiato nel corso della vita. Questo tipo di amore si manifesta non in gesti romantici ma nella memoria, nella cura, nella persistenza del legame affettivo e intellettuale.


La paternità è uno dei fulcri narrativi. Il Presidente è anche un padre che osserva il presente attraverso gli occhi dei figli, riconoscendo in loro una maggiore vicinanza alle trasformazioni in atto. Questo movimento di ascolto e apertura suggerisce una possibile evoluzione del personaggio, chiamato a confrontarsi con un mondo che cambia e che non sempre si lascia interpretare secondo le coordinate passate.

Anna Ferzetti
La grazia (2025) Anna Ferzetti

Il dubbio come fondamento politico

Un altro asse narrativo esplicitato dal regista è il tema del dubbio. Mariano De Santis è presentato come un uomo che non possiede certezze assolute e che preferisce riflettere prima di decidere. Il dubbio non viene rappresentato come un blocco ma come una pratica necessaria, soprattutto in ambito politico. La presenza di scelte complesse – come le due richieste di grazia e la legge sull’eutanasia – porta il protagonista a un confronto serrato con i propri principi, con la legge e con la propria coscienza.


Il riferimento al Decalogo di Kieslowski, citato nelle note di regia, indica un orientamento tematico incentrato sui dilemmi morali, assunti come struttura portante della narrazione. La tensione non è costruita attraverso azioni esterne ma attraverso conflitti interiori, in cui ogni scelta ha conseguenze su più livelli: personale, giuridico, politico.

Etica come gesto quotidiano

Il film La Grazia si propone anche come una riflessione sulla responsabilità. Il Presidente, in quanto figura pubblica, si confronta con il dovere di rappresentare gli altri e di prendere decisioni non reversibili. La responsabilità viene qui intesa come un’attitudine che riguarda tanto la funzione istituzionale quanto la dimensione privata, con ricadute che toccano il senso civico e il rapporto con il potere.


In questa prospettiva, l’etica non è proposta come astrazione teorica ma come pratica che si esercita attraverso il giudizio, l’ascolto e la ponderazione. Le decisioni di De Santis, inserite in un contesto di leggi, sentimenti e contraddizioni, sollevano interrogativi che vanno oltre il singolo caso per toccare questioni universali: chi può perdonare, in che misura si può decidere sulla vita altrui, cosa significa davvero rappresentare una collettività.

L’eredità del dubbio

Il film La Grazia presenta la figura di un Presidente che attraversa un momento di passaggio, non solo istituzionale ma esistenziale. Il film si concentra su un uomo chiamato a scegliere in una situazione in cui non esistono risposte semplici. La narrazione si muove lungo il crinale tra legge e umanità, tra ruolo pubblico e sentimenti privati.


L’opera mette al centro il tema della grazia non solo come atto giuridico ma anche come possibilità di sospensione, ascolto e riflessione. In un’epoca in cui le risposte appaiono sempre più immediate e binarie, la storia di Mariano De Santis si sviluppa attorno all’idea che il dubbio – e non la certezza – possa essere il fondamento di un agire responsabile.


Disclaimer

Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di La Grazia può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Toni Servillo, Paolo Sorrentino
La grazia (2025) Toni Servillo, Paolo Sorrentino

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina La grazia

La grazia

Drammatico - Italia 2025 - durata 131’

Regia: Paolo Sorrentino

Con Toni Servillo, Anna Ferzetti, Orlando Cinque, Massimo Venturiello, Milvia Marigliano, Giuseppe Gaiani

Al cinema: Uscita in Italia il 15/01/2026