Con il film Una scomoda circostanza, al cinema dal 27 agosto con Eagle Pictures, Darren Aronofsky firma un’opera sorprendente che si allontana dai toni oscuri e disturbanti a cui ci aveva abituati, da Requiem for a Dream a Cigno nero, per abbracciare il registro del crime caper, un’avventura rocambolesca e movimentata che fonde umorismo, azione e un amore dichiarato per New York.
Ambientato nel 1998 e tratto dal romanzo omonimo di Charlie Huston (che ne firma anche l’adattamento), il film Una scomoda circostanza ha come protagonista Hank Thompson (Austin Butler), ex promessa del baseball ormai disillusa e relegata al bancone di un bar, nella speranza di restare a galla tra sbronze e qualche residua ambizione di riscatto.
L’occasione, almeno apparentemente innocua, arriva sotto forma di un favore: prendersi cura del gatto del vicino, il punk-rocker Russ (Matt Smith). Ma, quando due criminali scambiano Hank per Russ, convinti che quest’ultimo sappia dove si trova una fortuna in denaro sporco, comincia una corsa surreale attraverso una New York popolata da gangster portoricani, boss della mafia e detective sulle sue tracce.

Una spirale di equivoci
Il film Una scomoda circostanza si sviluppa come una spirale crescente di equivoci, inseguimenti, scontri fisici e incontri con personaggi sempre più eccentrici. L’errore d’identità è il motore che trascina Hank da una situazione assurda all’altra, in un percorso che oscilla tra la sopravvivenza e l’autoscoperta. Le svolte narrative sono numerose, rapide, spesso imprevedibili, e mantengono costantemente la tensione, anche quando il tono si fa più leggero o apertamente comico.
Aronofsky gioca con i codici del genere, omaggiando in particolare la commedia nera metropolitana: il riferimento esplicito è Fuori orario di Scorsese, evocato non solo nello sviluppo della trama, ma anche nel modo in cui la città stessa diventa personaggio attivo e minaccioso.
I personaggi
Hank Thompson, interpretato da Austin Butler, è il cuore del film Una scomoda circostanza: un uomo alla deriva, che vive nel torpore e nel rimpianto, ma che viene risvegliato (suo malgrado) da un vortice di violenza, assurdità e possibilità. Butler dà corpo a un protagonista goffo ma istintivo, vulnerabile ma mai vittima passiva, capace di slanci di umanità anche nei momenti più disperati.
Yvonne (Zoë Kravitz) è l’ancora di Hank nel caos: paramedico tenace e concreta, rappresenta una New York femminile forte e affettuosa, ma anche indipendente. Non è semplicemente la “fidanzata del protagonista”, ma una figura con una propria traiettoria e motivazioni, un contraltare morale e realistico rispetto al disordine in cui Hank si trova immerso.
Russ, il vicino punk, è l’innesco inconsapevole della trama. Con il suo aspetto estremo (una cresta color fiamma, autentica) è figura liminale tra l’underground metropolitano e l’universo grottesco che il film costruisce. Matt Smith ricorre alla sua energia sfrenata, diventando il simbolo dell’anarchia urbana che Aronofsky ama raccontare.
Elise Roman, interpretata da Regina King, è la detective dell’unità crimini organizzati: il suo ingresso segna un momento di svolta nella narrazione, portando consapevolezza della posta in gioco. La sua presenza introduce una serietà che riequilibra il tono farsesco delle sequenze precedenti, sottolineando la pericolosità delle forze che si stanno mobilitando.
La schiera di antagonisti è ampia e variopinta: dai gangster portoricani capitanati da Colorado (Bad Bunny), alle figure della malavita ebraica incarnate da Lipa (Liev Schreiber) e Shmully (Vincent D’Onofrio). Questi ultimi sono due fratelli ortodossi, apparentemente gentili ma pronti a usare metodi brutali pur di ottenere ciò che vogliono. Il film li presenta come personaggi ambigui, in equilibrio tra codice religioso e violenza criminale.
Completano il quadro figure minori ma incisive, come Griffin Dunne, volto simbolico dell’East Village, qui trasformato in un personaggio grottesco, e Carol Kane, nel ruolo della madre ebrea premurosa che offre conforto e zuppa tradizionale ebraica ashkenazita anche al più sfortunato dei criminali.

Tra fortuna e sventura
Nonostante l’apparente leggerezza, il film Una scomoda circostanza tocca numerosi temi sottotraccia: l’identità, il fallimento personale, la possibilità di redenzione, il confine labile tra fortuna e sventura, e soprattutto il caos della metropoli come ambiente esistenziale.
Il film è anche un’operazione nostalgica. Ambientato nel 1998, rievoca una New York pre-11 settembre, in cui tutto sembrava ancora possibile, anche per chi viveva ai margini. Le torri gemelle ancora in piedi, un sindaco come Giuliani e un sistema di sorveglianza non ancora pervasivo compongono lo sfondo di un’epoca che Aronofsky conosce e rivendica come “sua”. Il regista ricostruisce il passato recente con accuratezza ma senza idealizzazione, riportando in vita l’energia irregolare e sporca dell’East Village.
La città diventa, quindi, un vero e proprio personaggio, con i suoi odori, rumori, pericoli e imprevedibilità.
In equilibrio
Una scomoda circostanza è un film si muove su un equilibrio instabile ma voluto tra comicità e tensione. Aronofsky stesso sottolinea come, per lui, commedia e tragedia siano due facce della stessa medaglia. E ogni evento potenzialmente comico è anche carico di rischi reali.
La messa in scena è dinamica, colorata, piena di dettagli visivi e musicali che restituiscono l’atmosfera degli anni ’90. Le sequenze d’azione e inseguimento sono una novità nella filmografia di Aronofsky, che ha voluto affrontare il genere con rigore tecnico ma anche voglia di sperimentare.
Con Una scomoda circostanza, Darren Aronofsky firma un film che, pur nella sua apparente leggerezza, si preannuncia complesso, stratificato e radicato in un contesto culturale preciso. È una dichiarazione d’amore a una città, a un’epoca e a un modo di fare cinema che privilegia il racconto, l’energia, la varietà dei personaggi e il gusto per l’imprevisto. Il pubblico è chiamato a ridere, sì, ma anche a seguire un percorso di discesa e risalita, in cui la commedia non è altro che la maschera tragica del caos contemporaneo.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Una scomoda circostanza può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Una scomoda circostanza - Caught Stealing
Commedia - USA 2025 - durata 107’
Titolo originale: Caught Stealing
Regia: Darren Aronofsky
Con Austin Butler, Regina King, Zoë Kravitz, Matt Smith, Liev Schreiber, Vincent D'Onofrio
Al cinema: Uscita in Italia il 27/08/2025
Fuori orario
Commedia - USA 1985 - durata 96’
Titolo originale: After Hours
Regia: Martin Scorsese
Con Griffin Dunne, Rosanna Arquette, Linda Fiorentino, Verna Bloom, Tommy Chong, Teri Garr
in streaming: su Timvision Google Play Movies Rakuten TV Apple TV Amazon Video
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