Material Love, il secondo, attesissimo film di Celine Song dopo Past Lives, che le è valso una candidatura all’Oscar e una reputazione come una delle voci più lucide e spietatamente sincere del cinema contemporaneo, cerca di rispondere a una domanda netta: cos’è l’amore oggi? Un sentimento, un’illusione o un asset?
Niente fughe romantiche né frasi a effetto qui: Material Love è un’autopsia emotiva sulla realtà del dating moderno, ambientata nella giungla dorata di New York. Una commedia romantica? Sì, ma solo per decostruirla pezzo per pezzo. Un film sentimentale? Forse, ma solo nella misura in cui riconosce quanto l’amore sia diventato un’ideologia, “l’ultima religione”, come la definisce il personaggio del padre di Harry in un discorso al matrimonio.

Lucy, la mercante di cuori
Protagonista del film Material Love è Lucy (Dakota Johnson), una matchmaker di successo al servizio di un’élite fatta di avvocati, banchieri e imprenditori, tutti a caccia di partner che spuntino ogni casella immaginabile: “sei cifre, sei piedi, sei addominali”, come racconta Song citando la realtà vissuta nel suo passato da vera intermediaria amorosa.
Lucy è cinica, lucida, brillante. Capisce i meccanismi dell’amore contemporaneo perché li ha trasformati in un lavoro redditizio. “È più intimo che essere il terapeuta di qualcuno”, dice il suo capo. Ed è vero: per i suoi clienti, trovare l’amore è un’operazione di mercato, un investimento a lungo termine. Anche per lei.
Non a caso, quando incontra Harry (Pedro Pascal), un uomo affascinante, ricco e perfettamente presentabile in società, non esita a considerarlo un “unicorno”. Lui ha tutto: il capitale finanziario, quello culturale, e pure un certo romanticismo programmato alla Clooney. È il partner perfetto. O almeno così sembra.
Poi però, durante lo stesso ricevimento di nozze, arriva John (Chris Evans). È un cameriere. Fa l’attore. È povero in canna. E basta un suo sguardo per far vacillare tutto il castello razionale costruito da Lucy.
Non è (solo) un triangolo amoroso
Sulla carta, il film Material Love potrebbe sembrare una classica storia alla Bridget Jones: due uomini opposti, una donna divisa. Ma non gioca mai su facili opposizioni o archetipi. Harry non è il villain, John non è il principe. Sono uomini veri, ognuno con la propria fragilità.
Pascal interpreta Harry con un equilibrio raro tra perfezione e tenerezza: “Doveva essere un personaggio irresistibile ma non odioso”, spiega Song. “Pedro è come una ferita aperta”. Evans, invece, è John: ancora un sognatore a 37 anni, ostinato nel restare fedele alla sua arte anche a costo della stabilità economica. È l’opposto della versione ottimizzata di sé che il mondo oggi ci chiede di essere.
Lucy è incastrata tra questi due poli. Con Harry, può progettare un futuro. Con John, riemerge un passato, un’intimità non filtrata da strategie. Ma soprattutto, con John è costretta a confrontarsi con la parte di sé che ha smesso di credere di meritare l’amore.

La matematica non torna mai
Celine Song gira con uno sguardo chirurgico, quasi antropologico. “La matematica non funzionerà mai quando si tratta d’amore”, dice. Eppure, tutto nel film Material Love e nel mondo che rappresenta cerca di farla funzionare: dai profili online ai filtri delle app, dai consigli motivazionali al culto della self-optimization.
“Abbiamo trasformato l’amore in un CV”, dice Song. “In ogni appuntamento, ognuno si presenta come il proprio miglior asset”. Anche Lucy lo fa: “Ci sono modi in cui ha reso se stessa più ‘valutabile’ di quanto creda davvero di essere”, spiega la regista. Johnson, perfetta nel ruolo, capisce profondamente tale dualismo: “Lucy è una donna che si sente inutile, ma ha imparato a sembrare inestimabile”.
Una critica che non si trasforma in cinismo
La vera forza del film Material Love è questa: riesce a essere spietato nel mostrare le logiche degradanti del mercato sentimentale, ma non cade mai nel disincanto totale. Song ci mostra quanto siamo corrotti da ideali irreali, ma non ci deride. Non ci dice che l’amore è morto. Ci dice che è difficile, pieno di contraddizioni, e che vale ancora la pena provarci.
Anche dopo un episodio scioccante (un momento di violenza che mostra il prezzo della disumanizzazione) il film non abbandona la speranza. “Non siamo asset, siamo persone”, ripete Song. Ma ammette anche quanto sia difficile crederci quando tutto il mondo ci valuta come asset.
Material Love è una pellicola che rifiuta le etichette: non è una commedia, non è un dramma sentimentale, non è una satira sociale. È un ritratto preciso e tagliente del nostro tempo, un’analisi delle relazioni nel capitalismo affettivo in cui siamo immersi.
È anche una riflessione su come il cinema stesso ci ha mentito sull’amore. “Le storie d’amore hanno rovinato le nostre aspettative su chi dovremmo essere e su cosa meritiamo”, dice Song. Per questo Material Love vuole essere un film che prende l’amore sul serio, come un dramma storico o un war movie. Perché in fondo è proprio lì, nel modo in cui ci scegliamo, che si combattono le guerre più silenziose e decisive della nostra vita.
Se Past Lives era un sussurro sul destino, Material Love è un grido contenuto sulla scelta. Lucy può scegliere. Ma la domanda non è “chi ama?”, bensì: quanto crede ancora di poter essere amata per quello che è?
Un film per chi ha creduto che la persona giusta potesse salvarlo. E per chi, oggi, cerca ancora di salvarsi da solo. Al cinema dal 4 settembre con Eagle Pictures.
Filmografia
Material Love
Commedia - USA 2025 - durata 116’
Titolo originale: Materialists
Regia: Celine Song
Con Dakota Johnson, Pedro Pascal, Chris Evans, Zoe Winters, Marin Ireland, Dasha Nekrasova
Al cinema: Uscita in Italia il 04/09/2025
Past Lives
Drammatico - USA 2022 - durata 106’
Titolo originale: Past Lives
Regia: Celine Song
Con John Magaro, Greta Lee, Isaac Powell, Jojo T. Gibbs, Teo Yoo, Kristen Sieh
Al cinema: Uscita in Italia il 14/02/2024
in TV: 19/09/2025 - Sky Cinema Romance - Ore 23.00
in streaming: su Now TV Sky Go Apple TV Rakuten TV Timvision
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