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Servant

4 stagioni - 40 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2019-2020
  • 10 episodi

L'autore

mck

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La recensione su Servant

di mck
6 stelle

Amnesia psicogena, fuga dissociativa. Empty Nest, Reborn Doll. “Non tutte le famiglie sono normali come la nostra.”

 

 

M. Night Shyamalan NON deve co-produrre e co-dirigere serie tv: questo è il preconcetto e la premessa, il bias e l'avvertimento che bisogna aver ben chiaramente stampato nero su bianco in testa prima di approcciarsi a “Servant” che, rispetto a “WayWard Pines”, risulta essere comunque un passo avanti, forse pure due, ma foss'anchero (lo so, l'ho inventat'or ora) tre poco importerebbe, perché la serie per la quale il Nostro ebbe a prestare la propria collaborazione in precedenza era veramente brutta, ma brutta brutta brutta eh, e questa, se e dico se può raggiungere una risicata sufficienza lo fa... non so perché, ditemelo voi il perché: dovete vederla, ché mica solo io, oh.

 


M. Night Shyamalan riconosce nel progetto originale creato e scritto da Tony Basgallop per Apple TV ("Dickinson", "For All ManKind", "Little America", "the Morning Show", "See" e i prossimi "Foundation" da I.Asimov e "Lisey's Story" da S.King) un frullato contenente un po' degli ingredienti costituenti il proprio armamentario religioso declinato al settario, all'invasivo, all'isolazionista (pescando dal medio “Wide Awake”, dal buon “Signs” e dall'ottimo “the Village”) e decide, oltre a co-produrlo, di dirigerne il pilot, lasciando il finale di stagione a John Dahl, e di tenere per sé il penultimo episodio, che effettivamente, dal punto di vista narrativo, è più denso, mentre quasi tutti gli altri registi, fra i quali Daniel Sackheim e Nimród Antal, adottano e fanno propria una delle firme autografe del Nostro: la lenta panoramica a 180/270/360/450°, qui inserita nel contesto delle 4 mura del set: un solo ambiente, la casa in un Upper Side di Philadelphia, che, checché ne dicano gli autori, non riesce ad essere una Grande Protagonista del '900, mentre, per quanto riguarda i 4 personaggi principali e gli 8 comprimari che la abitano e la visitano: dispiace un po' per Lauren Ambrose, l'indimenticabile ed indimenticata Claire Fisher, la co-protagonista di “Six Feet Under”, il miglior dramma ad oggi di Alan Ball (American Beauty, TowelHead, True Blood, Here and Now), mentre il co-protagonista (Toby Kebbell, non so chi sia) fa lo stay-at-home consulting chef, coglione, Rupert “Ron Weasley” Grint usa l'autoparking, doppio coglione, Nell Tiger Free (già Myrcella Baratheon e poi co-prot. di “Too Old To Die Young” di NWR) se la cavicchia e Boris McGiver riesce a rendere bene l'idea di una via di mezzo fra un Mormone e un UltraCorpo, risultando essere il carattere più incisivo.

 


M. Night Shyamalan ha dichiarato di aver previsto per la serie un'estensione totale di 6 stagioni (ad oggi è certo il suo rinnovo per almeno un'altra annata) per un totale di 60 episodi di mezz'ora l'uno. Minchia. Semi-cliffhanger dilatati, stirati, dilazionati, annacquati, diluiti all'inverosimile/insopportabile. Ho guardato la 2ª di “WayWard Pines” e la 2ª di “the OA” (che è migliore della 1ª, chissà che la cosa non possa capitare anche a “Servant”), cosa volete che siano altre 5 stagioni di 'sta roba qua. Niente. Nulla. Grazie. Di nient'e null'anche, davvero. Se non ci sentiamo chiama tu. Se non ti rispondo richiamo io. A posto così.

 


Amnesia psicogena, fuga dissociativa. Empty Nest, Reborn Doll.


“Non tutte le famiglie sono normali come la nostra.”

 


* * ¾ - 5 ½   

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