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For All Mankind

4 stagioni - 40 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su For All Mankind

di mck
8 stelle

Non sembrerebbe così difficile, ora che è stato fatto.

 

 

For All ManKind” [1969-1974, con una coda nel 1983, trascinati verso l’alto, contro la gravità ed oltre l’orbita dal Drago di Mare by AeroJet (Robert Truax), una bestia che può inghiottire una manciata di Saturn V] ci regala le stelle: è questo l'universo in cui si svolge “2001: a Space Odyssey”?!

Leonov ⇐ Armstrong, ovvero: i sovietici non solo lanciano il primo cane e il primo essere umano in orbita, ma fanno sbarcare per primi anche il primo uomo e la prima donna sulla Luna. È la spinta di cui gli U.S.A. avevano bisogno...


«Anche solo pochi anni fa sarebbe stato inconcepibile per la NASA dare il via libera a un’impresa tanto rischiosa. Ma nella corsa alla prima base lunare il Controllo Missione ha gettato al vento ogni cautela. Memore dell’Apollo 10 e della “Cultura della Prudenza” ampiamente criticata dopo il primo sbarco lunare sovietico...»

 


Anche se ha scritto di suo pugno, oltre al pilot, uno degli episodi (pur mantenendosi comunque ben oltre la sufficienza, e, beninteso, avercene!) meno riusciti, il 7°, bisogna ringraziare Ronald D. Moore (“BattleStar Galactica”, “Virtuality”) perché senza il suo nome e la sua idea “For All ManKind” (e la squadra che ne ha messo in piedi l'insorgere) non sarebbe, mai, esistita, allo stesso modo in cui, qui nella triste realtà (nella quale la Corsa allo Spazio, per forza di cose, vede la Carovana di Testa pilotata da un Essere Umano, Elon Musk, e non da uno Stato o da un’Alleanza di Nazioni), mai è venuta a crearsi la linea spazio-temporale che nella serie Apple TV viene raccontata, e nella quale i suoi eroi muovono le gesta, ovvero quella che porta direttamente alla realtà che tutti avremmo avuto il diritto di vivere e conoscere, vale a dire quella che avrebbe portato al 2001 immaginato da Stanley Kubrick ed Arthur C. Clarke proprio negli anni in cui le due linee spazio-temporali, la nostra e quella di “For All ManKind”, si divisero, scindendosi per mitosi e generando due realtà dal passato identico e dal divergente futuro diseguale.

 

Rotte migratorie orizzontali: Mexico-U.S.A., Deserto del Sahara - Mar Mediterraneo, Balcani, Sud-Est Asiatico... E verticali...


Per contro, uno degli episodi migliori (che in verità sono i primi sei e gli ultimi due, ovverossia l’80%), il 9°, contiene un innesco che, personalmente, ho automaticamente ed involontariamente spento (imponendomi però di goderne comunque la conseguente esplosione forzata e smorzata): se stai assistendo ad un porno, scaricando un torrent, cercando di capire chi ti ricordano Mattia Santori e Mario Giordano (nell’ordine: una via di mezzo fra Diego Fusaro e Lodo Guenzi, l’uno, e il cugino scemo che a 15 anni dormiva ancora nel lettone coi genitori, l’altro) o qualsiasi altra attività lasca, losca o illegale di cui giustamente ti vergogni e il computer in quel momento cracca in blue screen, al prossimo riavvio assicurati che la tua tipa, il tuo amico della polizia postale o il tuo psichiatra non siano lì con te, perché il sistema - lo si sa! - NON resetta, ma si riavvia riprendendo il percorso proprio lì da dove lo aveva lasciato interrotto: questo per dire che - fatta la tara dei 45 anni che separano l'oggi dal 1974 - il colpo di scena dell'episodio 9 (come detto, uno dei migliori, considerando anche il fatto che proviene da due dei meno riusciti) non mi ha sorpreso per nulla, ed ovviamente a niente sono servite le mie urla belluine: “Nooo! Spegni tutto! Resetta! Scollega! Cazzooo! Riavvia in modalità provvisoria e manuale! Cristooo!”, ché infatti la sequenza del conto alla rovescia riprende: accensione, fuoco, spinta! Per Aspera, Ad Astra! Con-Siderando il Dis-Astro… L’umana natura.

 


I solchi nella polvere di regolite lunare della strisciata del LEM lasciati sulla superficie del satellite naturale terrestre nel Mare della Tranquillità durante la frenata nell’atterraggio di emergenza sono una delle cose più commoventi e divertenti del cinema degli anni dieci...

 


Alcuni caratteri ci vengono presentati con un prologo, altri nell’in medias res della routine dell'azione, altri ancora… li conosciamo già…

 


A mezza via tra i protagonisti inventati [Ed e Karen Baldwin (Joel Kinnaman e Shantel VanSanten), Gordo e Tracy Stevens (Michael Dorman e Sarah Jones), Margo “Volo” Madison (Wrenn Schmidt), Ellen Waverly (Jodi Balfour), Danielle Pool (Krys Marshall), etc..., più una “comparsa”, ovvero Anastasia Belikova, la prima cosmonauta sulla Luna], da una parte – fra l'altro, è da ricondurre alla loro presenza (o viceversa...) il principiare del biforcarsi delle 2 linee spazio-temporali narrative, la nostra, quella reale (davvero? Davvero?! Davvero la nostra è la Storia reale... giusta, migliore, corretta?), e l'alternativa, quella ucronica –, e i personaggi secondari reali che compaiono di sfuggita [la scienza e la tecnologia militare, cioè l’astronautica: Neil Armstrong, John Glenn, Buzz Aldrin, Michael Collins, etc… (e, solo nominato, Jurij Gagarin), e la politica e il potere: Richard Nixon, Ted Kennedy, Henry Kissinger, etc...], dall'altra, a mezza via, vi sono altri tre co-protagonisti reali, nella serie, che hanno lo stesso spazio dei personaggi principali, ovvero il Wernher von Braun (1912-1977) di Colm Feore (e con lui, collateralmente, dall’Operazione PaperClip al Progetto Manhattan, lo ius soli, sanguinis e culturae Julius Robert Oppenheimer e, dal clan degli ungheresi, John von Neumann ed Edward Teller), il Deke Slayton (1924-1993) di Chris Bauer (e l'assistere al Sobotka di “the Wire” che lo pianta in culo a Richard Nixon e al Metodo WaterGate, beh, vale da solo l'esistenza della serie!) e la Molly Cobb (Geraldyn “Gerrie” M. Cobb, 1931-2019) di Sonya Walger.

 


Creata, sviluppata e showrunnerizzata da Ronald D. Moore con Matt Wolpert & Ben Nedivi, e da questi scritta con David Weddle & Bradley Thompson (“BattleStar Galactica”, “Star Trek: Deep Space Nine”, “the Twilight Zone”), Naren Shankar (“Star Trek: Voyager”, “the Expanse”), Nichole Beattie e Stephanie Shannon, musicata come al solito ottimamente da Jeff Russo (“Fargo”, “the Night Of”, “Legion”, “Star Trek: Discovery”, “CounterPart”, “Altered Carbon”, “Waco”, “Santa Clarita Diet”, “Lizzie”, “Lucy in the Sky (Pale Blue Dot)”, “Star Trek: Picard”) e diretta da Seth Gordon (1,2), Allen Coulter (3,4), Sergio Mimica-Gezzan (5,6), Meera Menon (7,8) e John Dahl (9,10), “For All ManKind” è il “Gravity” di Alfonso Cuarón [e David Bowman che recupera il corpo di Frank Poole, solo per essere costretto a lasciarlo andare, in “2001”, la corsa silenziosa della serra del “Silent Running” di Douglas Trumbull, la levitazione contro-inversa del “Solaris” di Tarkovskij, il surf del “Dark Star” di Carpenter, la velocità di fuga raggiunta dall’aggancio Discovery-Leonov del “2010” di Peter Hyams e A.C.Clarke, e poi i più spenti “Apollo 13” e “First Man”, mentre lasciamo sullo sfondo le teorie del complotto (pur se marziane, e non lunari), del comunque bel "Capricorn One", sempre di Hyams] dell’iperrealismo [la dinamica del salto dello squalo, del punto di non ritorno della sospensione dell’incredulità e del “WTF?!” del sottofinale del 10° ed ultimo episodio di stagione si dispiega e srotola, prorompe ed esplode tutta troppo in fretta e si ha solamente il tempo di pensare “Ma per favore!”, solo che poi però ci (ri)pensi, ad adrenalina ed incredulità consumata, e il terrore ti (sor)prende] seriale: silenzio, più acuto rumore.

 

 

"We choose to go to the Moon in this decade and do the other things, not because they are easy, but because they are hard."


Non sembrerebbe così difficile, ora che è stato fatto. 

 

(***¾) * * * * (¼) 

 

 

PS. Qui di seguito, la cronaca, raccontata da articoli divulgativi, del vero primo incontro fra astronauti U.S.A. e cosmonauti U.R.S.S. [ovviamente in orbita terrestre (SkyLab = Soyuz-19 + Apollo-18) e non sulla Luna, e, se pur sempre in Guerra Fredda, ad ogni modo svoltosi in maniera più pacifica rispetto alla serie, ma, alla fine, altrettanto costruttiva...]. Tra i protagonisti, due nostre vecchie conoscenze: Alexei Leonov e Deke Slayton...

- https://www.nasa.gov/vision/space/features/astp_30.html

- https://it.wikipedia.org/wiki/Programma_test_Apollo-Sojuz

https://lunasicisiamoandati.blogspot.com/2017/12/16220-apollo-soyuz.html

https://it.rbth.com/societa/2015/07/15/usa-urss_e_quella_stretta_di_mano_nello_spazio_36683    

 

Nota. Nell’universo alternativo di “For All ManKind”, accelerando con lo sviluppo del progresso tecnologico, alla N.A.S.A. sono passati dalla tastiera “QWERTY” alla “WERTY” (la 7ª immagine dall’alto che ho inserito nel corpo del testo) e son rimasti senza le lettere “q”, “o”, “p”, “a” ed “l” (fra l’altro… rendendo impossibile scrivere “APOLLO”!) e senza i numeri “0”, “1” e “9”: azzarderei un compromesso dovuto agli schermi piccoli e alla poca memoria dei computatori, col problema risolvibile grazie al tasto “Shift”…

Dio non esiste, ma Reddit sì: https://www.reddit.com/r/itsaunixsystem/comments/e16f8d/for_all_mankind_is_a_great_reimagination_of_the/   

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