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Povere Creature emancipate! Al cinema tra fantasia e realtà #1
di cantautoredelnulla
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La visione del film di Lanthimos e un bel confronto su una recensione di Gaiart diventano lo stimolo per iniziare un viaggio attraverso l'emancipazione nel cinema delle Povere Creature!

 
In questi giorni la non favola di Bella Baxter è alla base di scambi di opinione molto interessanti. Il film di Lanthimos è generalmente ritenuto un ottimo film e tecnicamente lo è, ma la storia ha aperto delle crepe tra gli spettatori che scrivono su FilmTv perché il racconto non è esente da pecche e scelte arbitrarie e anche coraggiose che comunque in quanto tali sono destinate a dividere le opinioni. 
Ho trovato questo articolo nel blog del Sole 24 ore (https://cristinabattocletti.blog.ilsole24ore.com/2024/02/04/povere-creature-piu-che-manifesto-del-femminismo-e-una-feroce-critica-alle-convenzioni-sociali-e-allipocrisia/) che secondo me tra l'altro coglie nel segno quando dice che il film non è femminista, ma una critica feroce verso le convenzioni sociali e l'ipocrisia. La scrittura è complessa e criticare le convenzioni sociali e apparire femministi non è poi così strano in una società in cui improvvisamente il #MeToo (https://www.treccani.it/enciclopedia/metoo/) e Barbie hanno messo in luce quanto la nostra cultura patriarcale sia radicata e accettata e apre a molti ragionamenti.
In particolare il fulcro del film Povere creature! è l'emancipazione della protagonista attraverso le sue esperienze e ci sono chiaramente idee contrastanti e punti di vista diversi su ciò che possiamo intendere come emancipazione e su come la protagonista di Povere creature! invece si evolve.
 

Nel film di Lanthimos la complessità di Bella Baxter illustrata magistralmente nella locandina da Vasilis Marmatakis

 

BELLA BAXTER

La crescita di Bella Baxter nel film di Lanthimos passa dalla gioia e dalla scoperta fisica e si sviluppa nel tempo verso una maggiore dimensione intellettuale. 
Ovviamente questo è il percorso dell'essere umano e della sua formazione.
Mi ha molto incuriosito però il quadro che si è cucito intorno al personaggio, la storia fantasiosa che porta a riflessioni altre, dall'assurdità di un cervello di un feto di 5 mesi trapiantato nella testa di una donna morta e che si sviluppa nel racconto molto velocemente e che certo rende poco credibile il tutto, alla ingenuità perenne che parossisticamente sistema le cose mettendo il cervello di una capra in un australopiteco medioevale che trova nella violenza la propria affermazione e soddisfazione.
 

Povere creature! (2023): Trailer ufficiale italiano

L'intensità di povere creature attraverso il trailer 

 
E guardando questo quadro di un essere umano altro creato e trasformato dall'uomo-dio ho pensato ad altri film che hanno trattato in maniera diversa un argomento simile.
 
 

LA BESTIA

Le creature e gli esseri umani che si evolvono e si emancipano a contatto con esse sono un filone non frequentemente battuto, ma che affonda già le sue antiche radici nella fiaba, la più famosa chiaramente è quella de La bella e la bestia a cui la protagonista di Lanthimos fa eco nel nome. 
 

Jean Marais, Josette Day

La bella e la bestia (1946): Jean Marais, Josette Day

La profonda allegoria di La bella e la bestia è catturata in questa scena dove alla mostruosità della Bestia si contrappone la sua regalità interiore e l'amore trascendentale di Bella 

 
Uno dei film che rilegge la fiaba in chiave cinematografica più interessante e intenso è il film di Cocteau, una delle prime riproduzioni della storia che conserva indubbiamente un certo fascino soprattutto per l'interpretazione e il messaggio che porta con sé. Nel film di Cocteau la Bestia ha una scrittura e una profondità notevole. Il personaggio ha una sua emancipazione che nasce, all'opposto di Lanthimos, dalla scoperta dell'amore e dal distaccamento del proprio fisico, dalla sublimazione dei sentimenti. La Bestia, nella sua lotta interiore ed esteriore nella significativa scena dove ricorre all'autolesionismo per difendersi dalla propria crudeltà, diventa un'allegoria dell'eterna lotta tra l'istinto selvatico e primordiale dell'uomo e una possibile redenzione attraverso la conquista dell'autocontrollo e la ricerca continua della propria umanità. L'animale che uccide all'inizio del film un capriolo, a un certo punto in maniera visibile lotta contro la propria pulsione di uccidere un cervo.
 

Al minuto 3'58'' una delle scene in cui si manifesta la lotta interiore della Bestia nel film

 
Cocteau non solo realizza un film magico, ma ci racconta una fiaba che diventa simbolo e allegoria. La storia in sè per esempio è una chiara allegoria dell'amore trascendentale, dove la protagonista a sua volta si emancipa imparando ad andare oltre all'aspetto fisico, scoprendo lungo un percorso tortuoso la vera natura dei propri sentimenti, svelando che la stima che prova per il mostro possa essere qualcosa di irrazionale e più forte di un semplice legame d'amicizia. La bellezza interiore che la Bestia ci mostra nasce dalla ricerca e dalla presa di coscienza ed è un concetto che Bella ripresenta nei suoi discorsi opponendola alla mostruosità esteriore.
 
 

Jean Marais, Josette Day

La bella e la bestia (1946): Jean Marais, Josette Day

"L'amore può trasformare un uomo in una bestia.
Ma l'amore può anche rendere bello un uomo brutto"

 
La società che in Lanthimos approfitta della prima occasione per derubare l'ingenua Bella, non è diversa da quella di Cocteau che si preoccupa subito di uccidere il mostro e di accaparrarsi la sua fortuna e nel momento in cui si deve decidere il furto è la prima cosa da fare, così simile a situazioni quotidiane che caratterizzano ancora la nostra epoca. 
Anche a livello di governo del mezzo cinematografico troviamo in Cocteau un Maestro dalla visione più artistica e sognante, con un'estetica e una poetica che rappresentano l'opera d'arte cinematografica. Nel suo film anche gli effetti speciali, forse perché nel 1946 i mezzi erano quelli che erano, sono decisamente innovativi, significativi e creativi. L'aspetto del castello incantato nei suoi interni e le trasformazioni dei personaggi sono notevoli.
Certo confrontiamo la magia della fiaba con una commedia surreale, lo stile e l'obiettivo sono diversi ovviamente, ma Lanthimos ha più mezzi e più storia cinematografica alle spalle che influenzano la sua poetica, mentre Cocteau resta un pioniere illuminato che tratta l'emancipazione dei personaggi a mio modo di vedere in maniera più interessante e meno scontata e banale.
 
 

L'unicità di Edward è catturata in questa foto

 

EDWARD 

Se volessimo invece fare un confronto con altre Povere Creature create dall'uomo che si evolvono attraverso le relazioni umane, il primo che sceglierei è Edward Mani di Forbice. Edward, una creatura artificiale, esplora il mondo esterno e scopre la sua individualità, superando le limitazioni imposte dalla sua condizione unica.
Burton sceglie nel suo primo lavoro di usare la fiaba come stile narrativo. Pone nella sua prima opera le basi delle future collaborazioni consolidate. La riconoscibile soundtrack di Danny Elfman ci introduce nel mondo magico di Edward dove macchinari magici ci preparano alla meraviglia costruita da un mitico Vincent Price.
Un bambino chiede alla nonna: Da dove viene la neve? E da qui parte la favola dell'ormai celebre uomo che aveva delle forbici al posto delle mani.
Edward è un personaggio che si evolve, che non è educato dalla società, ha ricevuto solo le nozioni di base dal padre creatore e conosce l'amore come unico motore di ogni sua scelta istintiva. Anche in questo caso non è la scoperta del sesso, ma la costante ingenuità di Edward a farlo relazionare col mondo. La sua condizione di mostro è inizialmente morbosamente attraente e diventa successivamente facilmente condannabile in base al vantaggio che la società ne può trarre. Edward è usato per tutto il film con la scusa di volere essere integrato nella società e nella sua ricerca di consapevolezza di chi è e del suo ruolo nel mondo. L'unica donna però che ama è semplicemente giovane e immatura e non lo considera e permette che gli altri lo deridano. Ma è proprio questa fase iniziale che mette in luce l'emancipazione dei due protagonisti. L'amore di Edward per Kim è un colpo di fulmine quindi non è attraverso di esso che Edward si evolve.
 

Potete rivivere la magia di Edward in questa clip

 
Lui come Bella Baxter si evolve apprendendo i costumi della società, le buone maniere, come si mangia e come ci si comporta con gli altri. Il personaggio di Kim invece diventa a un certo punto coprotagonista della storia mostrandoci un altro tipo di emancipazione che si allontana dal sesso con il bravo ragazzo della ricca famiglia di paese per l'amore innocente e totale di Edward. Sarà forse che Bella è una creatura e Kim una donna che la loro maturità si accresce in direzioni opposte? Perché poi per l'essere umano non sono forse gli ideali e l'aspetto psicologico quelli che hanno la meglio sulla fisicità? Il culto della bellezza che tanto è osannato dall'uomo è forse la vanità che lo annienta? 
Kim diventa interessante nel momento in cui prende le distanze dallo stereotipo della bellezza e si svincola dal pregiudizio della società e abbraccia la diversità di Edward. Questo le permette di scoprire l'amore come il sentimento che non si cancellerà per tutta la vita.
Mi viene in mente De Gregori, nella canzone Cardiologia, quando dice: "Gli amori ormai passati e ancora vivi nella mente, che dell'amore non si butta niente ". Ecco, Kim anziana con un nipote e quindi dopo essersi rifatta una vita non ha abbandonato il suo legame con Edward. L'amore tra le Creature e gli esseri umani è sempre impossibile e concettuale, un legame che resta al di là della vita, si scioglie con una magia o è condannato per l'eternità a essere solo un ideale possibile e immaginario. Tranne il caso poeticissimo de La forma dell'acqua dove l'amore abbatte la frontiera della diversità e rende compatibile l'incompatibilità in una unione fisica che diventa eterna. 
Ma visto che mi sono già dilungato molto in questo post, riprenderò da Del Toro il prossimo post sul confronto dell'emancipazione delle Povere Creature nel Cinema.
 

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