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ABSOLUTE BEGINNERS – Le nuove serie di ottobre (parte 4)
di Andrea Fornasiero
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Concludiamo la panoramica delle novità seriali di ottobre, con la sola annotazione che di Midnight Diner: Tokyo Stories abbiamo già parlato in un recente articolo e quindi non lo troverete in questo elenco.

Dirk Gently's Holistic Detective Agency

Secondo adattamento televisivo, partito il 22 ottobre, per il folle romanzo omonimo di Douglas Adams, questa volta realizzato non per la Tv inglese bensì per BBC America con il coinvolgimento di IDW, casa editrice di fumetti che ha nel mentre acquisito i diritti di trasposizione del personaggio (e di cui ha dato alle stampe già due miniserie). Questa nuova versione, firmata da Max Landis, non ha però molto a che fare né con il fumetto, né con la miniserie antologica di Howard Overman e neppure con il romanzo di partenza (che del resto è da sempre ritenuto non trasponibile). Nel cast primeggia Elijah Wood, affiancato da Samuel Barnett (recentemente visto in Penny Dreadful), e la regia dei primi due episodi è di Dean Parisot, il quale oltre che in Tv ha lavorato anche al cinema firmando film come Galaxy Quest e Red 2. Questa volta la narrazione è serializzata nel corso di otto episodi, una struttura che sembra da subito un limite: dato l’elevato tasso di nonsense l’interesse per il plot e i personaggi è minimo. Per complicare le cose Landis si inventa un’agenzia olistica di assassini, con una donna che dà la caccia all’ineffabile detective, convinto che le indagini si risolvano o meno praticamente da sole, ma l’effetto complessivo rimane di un potenziale comico dilatato e sprecato.

Class

Lo spin-off del Doctor Who, pensato per il pubblico young adult che ritiene la serie madre troppo per bambini o troppo per vecchi appassionati e dunque poco "cool", ha esordito su BBC Three il 22. I valori produttivi comprendono la solita scadente CGI e non può mancare un cameo di Peter Capaldi, ma in Class i mostri sono più feroci del solito e i teenager possono finire ammazzati o perdere un arto. Ne è autore Patrick Ness, noto fin qui per il romanzo A Monster Calls da cui è stato recentemente tratto un film omonimo, e alla regia troviamo Edward Bazalgette, che ha già diretto episodi del Doctor Who nonché il pilot del successo BBC Poldark. I cast è composto da ragazzi quasi esordienti tranne Greg Austin, reduce da oltre 30 episodi di Mr. Selfridge, e la più matura Katherine Kelly: i due non a caso interpretano alieni nascosti tra gli umani, profughi di un pianeta condannato e ora a fianco dei ragazzi della scuola nella missione di difendere la Terra da invasioni aliene. Per quanto il risultato sia un po’ più crudo dello standard del Doctor Who sembra difficile che riesca a conquistare un pubblico diverso e più giovane, abituato dalla Tv UK a contenuti ben più forti, in compenso potrà comunque contare sull’inossidabile fedeltà degli whovian.

Man with a Plan

Tradizionalissima sit-com famigliare per CBS, iniziata il 24 ottobre, vede una madre di tre figli tornare al lavoro e il padre, che fino a qui era stato il genitore con cui divertirsi e poco più, si ritrova a educarli, scoprendo che sono molto diversi da come li conosceva. La serie è scritta da Jackie e Jeff Filgo, già autori della Complicata vita di Christine, e vede nel cast il Joey di Friends Matt LeBlanc. Oltre che vecchia nel formato e nell’idea, Man with a Plan è anche pressoché priva di “diversity” e forse la più bianca ed eterosessuale novità della stagione.

Mariottide

La prima serie originale prodotta per la piattaforma italiana Infinity ha debuttato il 26 ottobre, dopo una presentazione alla Festa del Cinema di Roma. Maccio Capatonda riprende qui un suo vecchio personaggio e lo inserisce in una sit-com, con tanto di risate, dove però non c’è niente da ridere: tratta di un miserabile comico senza talento e con poca pazienza verso il figlio. Il tono è grottesco, il set è vistosamente finto - tanto che per i cambi di scena si usano modellini - e i costumi scadenti come le interpretazioni. Vorrebbe essere dissacrante e cattiva, Mariottide, ma prendersela oggi con la sit-com tradizionale è come sparare sulla croce rossa, oltre che un’operazione vecchia e futile. Tanto che le puntate sembrano interminabili anche su durano poco più di dieci minuti.

The Living and the Dead

Già trasmessa in estate su BBC One (ma a suo tempo ci era sfuggita), arriva il 27 ottobre su BBC America The Living and the Dead. L’ex Merlin Colin Morgan è uno psicologo vittoriano che torna con la moglie alla propria fattoria di famiglia, dove accadono eventi soprannaturali. I fantasmi hanno a che fare con il passato oscuro dell’Inghilterra, soprattutto negli episodi successivi al primo, con bambini lavoratori morti in miniera, una donna bruciata come strega e via dicendo, il tutto con un finale piuttosto sorprendente che non riveliamo. L’autrice principale è Ashley Pharoah, nota da noi per Life on Mars, mentre la regia dei sei episodi è equamente divisa tra Alice Troughton, veterana del Doctor Who e dei suoi spin-off, e Sam Donovan, director delle ultime puntate di Utopia e delle prime di Humans.

The Great Indoors

Sit-com lanciata il 27 ottobre su CBS e ideata da Mike Gibbons (proviene da programmi comici come The Late Late Show with James Corden) è tradizionale nel format e girata rigorosamente in studio, ma con un buon soggetto. Il protagonista è Joel McHale (Community) nei panni di un esploratore che scrive reportage naturalistici, si ritrova però confinato in redazione quando la rivista per cui lavora viene ridotta a semplice sito web. Le risorse sono così molto più limitate inoltre il posto di lavoro è popolato di millennials (tra cui Christopher Mintz-Plasse) espertissimi di social network e correttezza politica ma senza esperienze di vita reale. Il contrasto tra il lupo solitario e i giovani che conoscono la natura solo per i filmati di animali buffi e carini ha una dinamica divertente, inoltre arricchisce il tutto la presenza di Stephen Fry, che gigioneggia con grazia nei panni dell’editore malinconico e alcolizzato.

Pure Genius

Medical drama così hi-tech da sembrare fantascientifico, Pure Genius è iniziato il 27 ottobre su CBS. La cosa più incredibile però non sono le tecnologie applicate alla medicina, bensì l’esistenza in America di un ospedale del genere del tutto gratuito, sostenuto dalla benevolenza di un singolo filantropo arricchitosi con una app. La serie ci introduce in questo mondo di medicina d’avanguardia e geek supertecnologici attraverso il punto di vista di un abilissimo chirurgo, cui viene offerto di entrare nel team e che già nel periodo di prova opera il cuore di una paziente (dopo aver fatto pratica con copie stampate in 3D) e scopre il segreto del geniale benefattore. Il dottore è interpretato da Dermot Mulroney (in Tv recentemente in Shameless ed Enlightened), il genio da Augustus Prew (The Borgias e la serie inglese The Village) e la bella dottoressa di cui è innamorato da Odette Annable (la tostissima e supersexy Nola Longshadow di Banshee, qui in panni molto più modesti), il tutto da un’idea di Jason Katims (Friday Night Lights, Parenthood, The Path) e Sarah Watson (Parenthood). Il pilot è diretto da David Semel che nella sua lunga carriera Tv aveva recentemente firmato l’incipit di una serie medica allo spettro opposto di questa: Code Black, decisamente più realistica, ma pure più adrenalinica e appassionante. Qui il tono è invece fin troppo rassicurante (c’è persino il collegamento mentale con una bambina in coma attraverso elmetti "telepatici") e mancano pure gli amorazzi che sono il sale per esempio di Grey’s Anatomy. Il pubblico di CBS è di bocca buona, ma Pure Genius sembra davvero troppo anche per loro.

Good Girls Revolt

Il pilot fu presentato agli abbonati di Amazon Prime Video il 5 novembre dello scorso anno e ora, il 28 ottobre, Good Girls Revolt arriva in un unico blocco con la prima stagione da 10 episodi. La serie è ideata dalla showrunner Dana Calvo, dalla carriera in Tv molto varia, iniziata con Aaron Sorkin su Studio 60 on the Sunset Street e passata per alcune comedy fino ad arrivare a Narcos. Il pilot è diretto dalla regista di Elivs & Nixon Liza Johnson e ha un cast che comprende Jim Belushi e Grace Gummer, ma i cui veri protagonisti non hanno lasciato un grande segno nelle loro precedenti esperienze in Tv. Dedicata a un gruppo di ragazze che lavorano nel giornalismo degli anni del Vietnam, tra cui figura Nora Ephron, Good Girls Revolt è una sorta di Mad Men in gonnella, ma per lo meno nel primo episodio è tutto un po' troppo asfittico, girato com'è quasi nel solo ambiente della redazione. Inoltre già Mad Men dava largo spazio ai personaggi femminili, quindi la vicenda non sembra aggiungere molto, anche perché la scrittura è più vicina a cose tipo Pan Am o a The Astronaut Wives Club. La colonna sonora fa largo uso di canzoni d'epoca e può pertanto risultare un po' ruffiana, ma si segnala per una selezione non del tutto scontata che comprende anche gli Iron Butterfly. Ne riparleremo prossimamente.

 

Qui gli altri articoli dell'osservatorio sulle nuove serie Absolute Beginners
(che fa parte della rubrica CoseSerie)

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