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Lucio Fulci "presenta" GLI IMPRESENTABILI
di ProfessorAbronsius ultimo aggiornamento
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Lucio Fulci "presenta" GLI IMPRESENTABILI

Era l'ormai lontano 1988 quando la gloriosa Alpha cinematografica della premiata ditta Nannerini&Lucidi propose al maestro Fulci la supervisione di una serie di orrori cinematografici da dare in pasto al pubblico televisivo. Toh! Proprio quel pubblico cannibale di quella televisione che manderà a morte il cinema italiano di genere, che infatti a fine anni Ottanta esalava l'ultimo respiro.

Probabilmente il maestro, pur di girare qualche pellicola, seppur sotto il ricatto di un low budget da cui (ingiustamente) non riuscì mai a districarsi, acconsentì a lasciare che il suo nome campeggiasse sui titoli di questo ciclo orrorifico senza nemmeno supervisionarli, bensì a scopi meramente promozionali. Fatto sta che, a causa dell'elevato dosaggio di splatter gore, questo progettone andò solo parzialmente in porto. I film andarono in onda su emittenti locali solo nel 1991 e nel 1992 uscirono in VHS, distribuiti dalla storica AvoFilm.

Queste pellicole ricicceranno ancora negli anni a venire, sempre su emittenti televisive e sempre a notte fonda. Su un canale c'era il buon Ghezzi, che su Fuori Orario mandava in onda Santa Sangre o Tetsuo, sull'altro c'era Bloody Psycho o Il fantasma di Sodoma, fanalini di coda della programmazione di Notte horror. Io, poco più che bambino, non ancora pronto a certa cultura cinematografica d'autore, iniziavo a registrare un film dietro l'altro (ero anche io un cannibale televisivo), optando per questi ultimi titoli che solitamente chiudevano il palinsesto di Italia 1, anziché impostare il videoregistratore su Rai 3 e sui monologhi fuori sincrono del caro Enrico. Dunque, questi Impresentabili sono stati effettivamente la mia personale iniziazione al cinema tout court, oltre che al genere horror.

 

So che è più facile (e divertente) stroncare un film anziché elogiarlo, ma in realtà io sono veramente affezionato a tutte queste pellicole scoperte durante la mia preadolescenza. Entrano di diritto a far parte del mio bagaglio orrorifico e mi rammentano che esistevano altri tempi e altro cinema, anche se ormai morto e sepolto, prima della deriva massiva dell'horror odierno, genere che è tornato a “funzionare” commercialmente (penso ai vari pagliacci e bambole assassine usciti al cinema, che tanto piacciono ai giovani, e alle ristampe di diversi horror, soprattutto remake, messe in bella vista sugli scaffali destinati ai DVD nei negozi di elettronica) ma che in sostanza si rivela estremamente vacuo e superficiale, salvo rare eccezioni.

Ebbene, i suddetti Impresentabili appartengono a un horror artigianale e ultracasareccio, ma non è detto che nei film di questa serie non ci siano elementi salvabili e finanche memorabili, e non solo a livello puramente “filologico”, specie se i titoli ivi menzionati vengono messi a confronto con l'horror 'mmerigano ad alto budget dato in pasto agli adolescenti vogliosi d'entertainment, ma sostanzialmente vuoto nella forma e nella sostanza. Se dell'horror nostrano di serie B rimane solo una nostalgia di riflesso, legata più al tempo in cui vidi questi film (la prima adolescenza) che non ai film in quanto tali, dell'horror odierno in salsa americana forse rimarrà solo il pallido ricordo di qualche sciocco jumpscare all'interno di un multisala (non sono io a parlare, eh, ma il mio alter ego cinefilo nostalgico e reazionario!).

Playlist film

Quando Alice ruppe lo specchio

  • Horror
  • Italia
  • durata 91'

Regia di Lucio Fulci

Con Brett Halsey, Sacha Darwin, Pier Luigi Conti, Zora Ulla Keslerova, Ria De Simone

Quando Alice ruppe lo specchio

Parere personalissimo: quest'horror dell'ultimo Fulci spicca, e non poco, tra i filmozzi ivi elencati. La trama non è affatto scontata, così come l'originale rielaborazione del tema del doppio rappresentata dal maestro, condita di perversioni antropofagiche e maniacalità in perfetto stile fulciano. Il protagonista è una sorta di Monsieur Verdoux molto (molto!) atipico e buongustaio (nel senso del gusto dell'orrido).

Il film è volutamente ironico e disseminato di citazioni e autocitazioni, macabro e divertente sino a lambire in alcuni punti l'apice del grottesco. Le pecche sono evidenti nella messa in scena talvolta trasandata e in una recitazione a tratti amatoriale. D'altro canto, cosa poteva fare di più il maestro con quel pugno di lire messo a sua disposizione?

Opera dignitosissima, considerato il contesto sottocosto da cui è stata partorita. La mano di Fulci, anche se vecchia e ammalata, si sente comunque.

 

Il migliore della serie. Medaglia d'oro al Maestro.

Rilevanza: 1. Per te? No

Le porte dell'inferno

  • Horror
  • Italia
  • durata 91'

Regia di Umberto Lenzi

Con Pietro Genuardi, Barbara Cupisti, Giacomo Rossi Stuart, Mario Luzzi

Le porte dell'inferno

Si vede che c'è la mano artigianale di ser Umberto Lenzi dietro la macchina da presa, e infatti nel film non mancano momenti visivamente interessanti, ad alta tensione e ad alto tasso orrorifico. L'ambientazione è tetra quanto basta (siamo pur sempre nelle “viscere della terra” insieme a un gruppo di speleologi che scoprirà l'arcano a sue spese), i tempi horror sono ben gestiti e alcune sequenze sono genuinamente terrificanti, anche se talvolta siamo a un passo dal ridicolo. Per fortuna, attori di buona levatura come Barbara Cupisti e Giacomo Rossi Stuart aiutano a rendere il tutto un po' più credibile. Le scene truculente girate dal regista toscano sono tra le migliori della serie.

 

Medaglia d'argento.

Rilevanza: 2. Per te? No

Non avere paura della zia Marta

  • Horror
  • Italia
  • durata 88'

Regia di Robert Martin (Mario Bianchi)

Con Adriana Russo, Gabriele Tinti, Maurice Poli, Jessica Moore

Non avere paura della zia Marta

Musiche algide e sinistre accompagnano i titoli di testa. La Zia Marta sembra partire bene. Qualche minuto dopo, sempre la zia, entra in scena impersonando un'isterica esaurita che pare vittima di tarantismo più che di autentica follia. Dopo aver assistito al prologo urlante, ecco che appare la bella famigliola del nipote che va a trovarla in una “tranquilla” casetta di campagna. E così inizia il martirio dello spettatore costretto a sorbire amenità di ogni sorta: una sceneggiatura piena di voragini, una recitazione che talvolta rasenta la demenzialità, una messa in scena che più piatta non si può. Il tutto incorniciato da una fotografia incolore e diretto da una regia latitante. La Zia Marta arriva a sfiorare la sufficienza solo per qualche scena sanguinolenta ben congegnata, per qualche inquadratura fuori di seno di Jessica Moore (icona sexy dei tardi anni Ottanta) e per le succitate musiche discretamente inquietanti, funzionali a corroborare atmosfere a tratti malsane. Il resto è di una sciattezza tale da indurre in uno stato comatoso.

Stendiamo un velo impietoso sul finale a sorpresa che, per quanto imprevedibile, risulta oltremodo pasticciato e dozzinale.

 

Medaglia di bronzo.

Rilevanza: 2. Per te? No

Bloody Psycho

  • Horror
  • Italia
  • durata 89'

Regia di Leandro Lucchetti

Con Peter Hinz, Louise Kamsteeg, Brigitte Christensen, Sacha Darwin, Nubia Martini

Bloody Psycho

Un castello stregato, un'oscura storia familiare, uno spettro orripilante che si aggira su una sedia a rotelle strappando lingue e tranciando carotidi (sic!). Un pranoterapeuta che ama fare yoga davanti allo specchio indaga. Capolavoro trash del neogotico all'amatriciana che scade a più riprese nella comicità involontaria. Lo salva dall'insufficienza grave qualche atmosfera gradevolmente sinistra e un alone di mistero che poi si scioglie in un finale (e controfinale) scontato e pieno di bislaccherie, nel tentativo ultimo di coprire le immani falle narrative.

 

Quarto classificato.

 

//www.filmtv.it/film/1016/bloody-psycho/recensioni/8587 (per chi volesse approfondire)

Rilevanza: 2. Per te? No

Massacre

  • Horror
  • Italia
  • durata 89'

Regia di Andrea Bianchi

Con Gino Concari, Patrizia Falcone, Silvia Conti, Pier Maria Cecchini, Robert Egon

Massacre

Oggi, film di questo genere non possono più essere affrontati con lo spirito degli anni Trenta. E questo perché la nostra generazione sa cosa significhi l'orrore. Infatti, oltre alle atrocità della guerra e ai suoi orrori, il cinema ci ha presentato gli zombi e altre creature mostruose, cosicché oggi anche un analfabeta sa tutto sull'orrore e il terrore. Perciò, se noi vogliamo ancora riuscire a terrorizzare il nostro pubblico, dobbiamo attenerci alla realtà. Non serve affidarci all'immaginazione, perché la fantasia non sarà mai realtà. Pertanto, io sono convinto che a noi, adesso, non resta altro che attingere alla realtà nella fedele riproduzione della paura primordiale dell'uomo.

Questa riflessione tutt'altro che insensata sui massimi sistemi del genere horror viene fatta dal regista (quello fittizio interpretato da Maurice Poli) a una squinternata troupe intenta a girare un film, la quale verrà pian piano decimata da un serial killer che miete vittime a destra e a manca. È un interessante momento di metacinema, e altri ne affioreranno nel corso della vicenda.

Se solo il regista (quello vero) si fosse attenuto a queste premesse, non saremmo davanti a un filmetto sciapo e inconcludente. Non è tutto da buttare via, ma questo Massacre è fin troppo pieno di idiosincrasie. Alcuni personaggi risultano ben caratterizzati perché non sono ridotti a bozzetti informi, ma altri sono invece troppo sopra le righe. Alcuni dialoghi sono efficaci, altri si riducono a conversazioni riempitive e inutilmente volgari. Talune scene di omicidio hanno mordente, in altre sembra quasi si tratti di una parodia orrorifica, con l'assassino che colpisce le vittime come se fossero inermi pupazzetti urlanti. La fotografia è efficace, ma la maggior parte degli scenari sono anonimi. Abbiamo momenti pregevoli, come la scena della seduta spiritica in cui la camera “prende vita” e oscilla mimando una presenza fantasmatica. Abbiamo momenti spregevoli, sempre nella stessa scena, intervallata dalle smorfie della medium che trasformano l'evocazione in una parodia (e il suo doppiaggio amplifica questa impressione).

Insomma, una pellicola piena di contraddizioni (anche narrative) dove però, a conti fatti, pesano più i difetti che i pregi.

 

Quinto classificato.

Rilevanza: 2. Per te? No

Luna di sangue

  • Horror
  • Italia
  • durata 84'

Regia di Enzo Milioni

Con Jacques Sernas, Pamela Prati, Jessica Moore, Zora Kerova, Barbara Blasko

Luna di sangue

Il film accende benino il motore, con un incipit che ci regala qualche guizzo di suspense mostrandoci immediatamente il colpo di scena finale, ma la sua costruzione è così scialba e sgangherata da farci intuire quasi fin da subito dove andrà a parare la storia. Poi ingrana la marcia maluccio, quando nelle scene successive dovrebbe infittirsi il mistero con un omicidio, ma il tutto risulta già inverosimile ed eccessivamente barboso e verboso, sostenuto da una regia dello spessore della carta velina, da dialoghi insulsi e da una recitazione al di sotto del minimo sindacale. S'ingolfa a metà strada, trasformandosi in una sorta di telenovela un po' insipida e annacquata sia nella forma che nei contenuti. In ultimo, finisce la sua corsa trascinandosi a stento verso un finale telefonato, dopo una lunga sequela di intrighi, tradimenti, urletti e sospiri.

È la noia a regnare sovrana in questo thriller narcotico che fa anche economia di sangue.

 

Sesto classificato.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il fantasma di Sodoma

  • Horror
  • Italia
  • durata 91'

Titolo originale Sodoma's Ghost

Regia di Lucio Fulci

Con Robert Egon, Teresa Razzanti, Alan Johnson, Al Cliver

Il fantasma di Sodoma

Spiace prenderne atto, ma c'è davvero poco o niente da salvare da quello che è, per stessa ammissione dell'autore, il peggior film di Fulci. Non me la sento di infierire sul Maestro, che tanto ha dato al nostro cinema e poco ha ricevuto in cambio, se non negli ultimi anni, per effetto della tardiva e postuma riscoperta delle sue opere.

Visto e rivisto tempo fa, ma volutamente rimosso dalla mente.

 

Penultimo classificato e damnatio memoriae.

Rilevanza: 1. Per te? No

Hansel e Gretel

  • Horror
  • Italia
  • durata 88'

Regia di Giovanni Simonelli

Con Lucia Prato, Lisa Linsky, Renzo Robertazzi, George Greenwoog

Hansel e Gretel

Simonelli avrebbe potuto sfruttare meglio il potenziale horror della fiaba dei fratelli Grimm, invece qui assistiamo alla mostra del trash più aggressivo. C'è persino un messaggio sociale contro il traffico d'organi, anche questo sfruttato malamente e in modo posticcio. Non riesco proprio a trovare un benché minimo elemento che possa rendere il film meno deprecabile. Solitamente, per chi apprezza pellicole di tale fattura, sono le scene horror/splatter, ma in questo Hansel & Gretel sono architettate e gestite in modo tanto maldestro da sconfinare nella parodia. Forse si salva la copertina, a suo modo conturbante.

 

Ultimo classificato ad honorem.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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