Recentemente mi è capitato di vedere (o rivedere) alcuni film di Tim Burton. In particolare, due mi hanno colpito: Ed Wood e Big Fish, film certamente molto diversi tra loro eppure con qualcosa in comune. In entrambi i casi, infatti, i protagonisti sono sognatori, vogliosi di raccontare qualcosa in grado di stupire, di affascinare. In fondo è quello che fa il cinema: ci cattura con le sue storie, ci stupisce e ci emoziona. La verosimiglianza, del resto, è un concetto alquanto relativo e, almeno dal mio punto di vista, non strettamente necessario. Lo stesso Hitchcock, che tanto amo citare nelle mie playlist, era solito dire che la verosimiglianza in un film deve essere sufficiente per consentire al pubblico di immedesimarsi nelle storie raccontate, ma non così esasperata da non giustificare il prezzo del biglietto. A queste riflessioni sulla magia del racconto, che permea gran parte dell'opera di Tim Burton (La Fabbrica di Cioccolato), altre ne sono seguite, ad esempio sui personaggi, tutti così in bilico sul labile confine che separa la realtà dalla fantasia, la pazzia dalla sanità di mente, più in generale la cosiddetta normalità da quella che, forse impropriamente, potremmo definire "devianza". Personaggi a volte fragili, come Edward, che usa le sue forbici per creare opere d'arte anch'esse in grado di stupire e meravigliare, a volte spietati come in Sweeney Todd, dove le lame vengono usate per tagliare le gole, dalle quali si sprigionano fiumi di sangue. Da questo "contrasto di lame" emerge un'altra delle caratteristiche di Tim Burton: la versatilità, ossia l'agilità dal passare dal tono leggero (Beetlejuice), a quello drammatico, a quello orririfico, il tutto condito da una forte cinefilia e da una forte tendenza verso il macabro Una versatilità che si ritrova nell'attore feticcio di Tim Burton, Johnny Depp, impressionante nel suo trasformismo e nella sua capacità di alternare ruoli così profondamente diversi gli uni dagli altri. Questa play è solo un punto di partenza; non conosco Tim Burton troppo a fondo e non posso esprimere nulla più che le mie impressioni personali. Di sicuro non citerò film che per molti di voi sono imperdibili (del resto i posti sono solo 7). Spero che a nessuno di voi venga in mente di farmi la barba per questo!
Già in quello che, a buon diritto, possiamo considerare il primo film di successo di Tim Burton, sono presenti molte delle caratteristiche della produzione seguente. La storia è senza dubbio di confine (vita e morte sembrano qui niente più che punti di vista), con personaggi soli e mai pienamente capiti (Wynona Ryder) e un gusto per l'orrore che diverte e spaventa al contempo.
Sarò scontato, ma penso che, almeno sinora, questo sia il capolavoro di Tim Burton. Un film amaro sull'emarginazione, sulla solitudine e sulla diversità. Edward ha la sola colpa di essere ingenuo e in qualche modo "diverso". Finisce così per trovarsi in balia di una società in cui le apparenze sono tutto, che non lo capisce e che lui non riesce a capire. Di Edward che ne sono molti e con le mani in carne ed ossa. Questo film dovrebbe farci riflettere un po' tutti...
Se appena sopra ho definito "Edward mani di forbice" il capolavoro di Tim Burton, nelle mie preferenze "Ed Wood" viene subito dopo. Ho trovato questo film geniale nel raccontare la bizzarria e l'originalità ed Edward D. Wood Jr, la sua ostinazione nel voler, nonostante tutte le difficoltà che incontra, realizzare i suoi sogni. E poi c'è un immenso Martin Landau che letteralmente "diventa" Bela Lugosi. Semplicemente fantastico.
Collocherei questo film un gradino sotto gli altri. Lo inserisco comunque in elenco per ricordare le atmosfere suggestive e per Christopher Walken nel ruolo del cavaliere senza testa. Anche in questo film, vi è un certo accostamento tra orrore e divertimento, anche se in questo caso l'ossimoro mi sembra meno riuscito rispetto alle altre volte.
Ecco il film che ha acceso la scintilla per questa play. Ho trovato molto coinvolgente il racconto incredibile che Ed (!) dà della sua vita ed è partendo da questo fatto che è nata la riflessione sul cinema che ho raccontato in premessa. Ma c'è un'altra questione d'interesse: l'impossibilità di conoscere (di conoscersi?) in modo oggettivo. In fondo, ciò che vediamo e ciò che ci capita è sempre filtrato dai nostri sensi e dalle nostre esperienze pregresse. Lo stesso fatto assume un significato diverso a seconda della persona a cui capita. Conoscere a fondo le persone, anche quelle più vicino a noi, è molto difficile. Spesso si attraversa il mondo proteggendosi con una corazza che speriamo ci protegga dalle avversità, ma che spesso ci tiene lontano anche da tutto il resto, cosicché siamo noi stessi a renderci inconoscibili. Forse, inconsciamente, speriamo tutti di diventare immortali trasformandoci nel leggendario Big Fish.
Altra grande prova di fantasia ed immaginazione di Tim Burton, anche se sotto certi aspetti l'originale gli resta superiore. E' una grossa favola per bambini e, come in tutte le favole, un certo gusto per la paura si sente, anche se un po' annacquato nel cioccolato.
In questo film, il gusto da Grand Guignol di Tim Burton si manifesta in tutta la sua forza, con gole tagliate, carne macellata e sangue che scorre a fiumi. La fotografia livida, poi, è un ulteriore elemento di suggestione e ben contrasta con il rosso dell'emoglobina. Sweeney Todd è un altro reietto, un uomo che la società ha ingiustamente accusato e condannato. Sweeney Todd è una specie di nemesi di Edward, il suo gemello cattivo che, anziché subire le angherie del mondo per poi fuggire nella sua dorata solitudine, reagisce in modo violento, alla ricerca di una giustizia forse irrimediabilmente perduta.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta