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bertrand tavernier
di degoffro ultimo aggiornamento
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bertrand tavernier

Folgorato da "Ricomincia da oggi" mi ero dato una missione: tuffarmi nel cinema di Bertrand Tavernier, di cui avevo visto sì e no un paio di film. In un anno circa sono riuscito così a recuperare l'intera filmografia di uno dei più importanti e completi autori francesi in circolazione. Tra mie vecchie registrazioni, il prestito bibliotecario, e-bay e la rete, aggiornando il mio francese scolastico, ho potuto conoscere l'eclettismo di un regista che si muove senza difficoltà tra l'affresco storico e il noir, il dramma sociale e il film di guerra, l'avventura di cappa e spada e il documentario, opere intimiste e cinema di inchiesta, thriller futuristi e gialli surreali e grotteschi. Già il suo splendido esordio, tratto da Simenon, fa intuire la stoffa, confermata poi dal successivo "Che la festa cominci...". Tavernier ama mettersi in discussione (il poco noto "I miei vicini sono simpatici" in questo senso è un'acuta ed ironica riflessione sul ruolo di un intellettuale nella società), giocare d'anticipo ("La morte in diretta" è un melò thriller profetico, sia pure un pò freddo, sulla degenerazione del mezzo televisivo), affrontare con intelligenza pagine di storia troppo spesso dimenticate ("La vita e niente altro", "Capitan Conan" e "Laissez passer"), mettere in scena coraggiose ed anche brutali indagini sui mali di una società confusa e inadeguata (la scuola di "Ricomincia da oggi", la polizia di "Legge 627", la criminalità giovanile di "L'esca" il problema delle adozioni di "La piccola Lola"), senza peraltro disdegnare i generi (l'ultimo poliziesco "In the electric mist", ma anche l'avventura di "Eloise. La figlia di D'Artagnan"). Il suo sguardo non è mai banale o risaputo, la sua attenzione per i personaggi è magistrale, la sua messa in scena è classica, la sua abilità ed intelligenza consistono nell'appoggiarsi a collaboratori fidati con cui scrivere le sue storie, spesso tratte da romanzi. Pierre Bost e soprattutto Jean Aurenche per i primi film, la moglie Colo Tavernier per le opere più delicate (e l'occhio femminile è essenziale e prezioso in titoli come "Una settimana di vacanze", "Una domenica in campagna", "Daddy nostalgie" ma anche il cupo "Quarto comandamento"), Jean Cosmos per i titoli a sfondo storico, la figlia Tiffany (è la bambina che si vede sul treno nell'incipit de "L'orologiaio di Saint Paul") per "Ricomincia da oggi" e "La piccola Lola". Senza dimenticare il fondamentale apporto del suo attore feticcio, quel Philippe Noiret con cui ha girato ben 8 film. Ma il regista riesce sempre a trarre dai suoi attori il meglio (penso anche a Philippe Torreton, Jacques Gamblin, Marie Gillain, Didier Bezace, persino Sophie Marceau). A mio modesto parere i suoi capolavori sono "Colpo di spugna" formidabile noir grottesco tratto da Thompson e "Legge 627" poliziesco implacabile; il suo film più sottovalutato "Quarto comandamento", mentre quello più sopravvalutato "La morte in diretta". A parte “Mississipi Blues” mi manca invece tutta la sua produzione di documentari tra cui, pare imperdibile "La guerre sans nome" dedicato alla guerra in Algeria. Mi sto organizzando per recuperare almeno questo lungo film (in rete infatti è reperibile). Questa playlist vuole evidenziare quelle che sono per me le sue 7 opere più significative in una filmografia ricca e variegata. Per Tavernier ho deciso di invadere il sito di Film Tv e di questo già mi scuso, ma senza alcun dubbio in rete il nostro sito è il migliore, soprattutto perché frequentato da opinionisti dalle competenze e dalle conoscenze inesauribili. Così inserisco, accanto alle mie consuete lunghe opinioni (lo so non ho il dono della sintesi ma quando vedo un film mi piace prendere appunti perché possa ricordare nel tempo le mie impressioni e, se si tratta di opere tratte da libri, amo pure fare raffronti tra la pagina scritta e il film) un giudizio sintetico di più veloce consultazione con un aggettivo conclusivo, in un gioco simile a quello che accompagna su Film Tv la rubrica sulle uscite dei film al cinema. Per "Quarto comandamento" poi ho voluto precisare tutti i tagli che la pellicola ha subito nel suo barbaro passaggio televisivo. Spero che questa playlist possa stimolare la conoscenza di un autore che in Italia non mi pare abbia mai avuto grande seguito tanto che ad oggi gli è stato dedicato un “castoro” a cura di Sergio Arecco, peraltro non sempre di facile lettura e solo quest’anno mi sembra che la Gremese abbia pubblicato un testo di Jean Dominique Nuttens. Buona visione!

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