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RHV (Ripley’s Home Video) una presenza importante e imprescindibile sul mercato dei Dvd
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RHV (Ripley’s Home Video) una presenza importante e imprescindibile sul mercato dei Dvd

Questa vuole essere semplicemente una specie di “comunicazione di servizio” per mettere in evidenza la lodevole opera divulgativa che sta facendo da tempo la RHV. L’occasione è propizia (cade a fagiolo, come si suol dire) grazie all’uscita sul mercato “ufficiale”, e quasi in contemporanea, di tre titoli (editati appunto da RHV) che meritano (a diverso titolo e ragione) una particolare attenzione da parte dell’utenza.
I primi due titoli, sono opere di Maestri indiscussi e indiscutibili della settima arte come Werner Herzog e Ingmar Bergman (non che non fossero già da tempo fruibili girando un po’ sul web che meglio di ogni altra cosa offre al momento la possibilità di colmare imperdonabili lacune dell’ufficialità distributiva, ma evidentemente rappresentano un fondamentale appuntamento da non perdere, per esempio per tipi come me che non sono molto bravi a navigare in rete, e che non sanno nemmeno “galoppare in groppa al mulo” se non gli vengono in soccorso i provvidenziali contributi di collaborazione operativa da parte di qualche amico compiacente); il terzo riguarda invece un interessante esordio italiano che, nonostante il favorevole impatto avuto col pubblico e la critica alla penultima Mostra cinematografica di Venezia, è stato poi penalizzato da una distribuzione in sala tanto disattenta quanto sconsiderata che lo ha reso praticamente “invisibile” ai più, come troppo spesso accade qui da noi in Italia.
Mi riferisco a:
-         Segnali di Vita (in originale Lebenszeichen, 1967) di Herzog (sporadicamente trasmesso anche in Tv e del quale esisteva una ormai da tempo introvabile edizione in VHS) che è in pratica il primo titolo “ufficiale” della copiosa, straordinaria filmografia del regista (un adattamento allucinato e visionario che mette già in piena luce la superlativa capacità del regista di padroneggiare anche stilisticamente “la follia apocalittica dell’assurdo”, tratto dal racconto di Achim von Armin Der tolle Invalide auf dem Fort Ratonneau). L’edizione, abbastanza spartana nel suo insieme, offre la possibilità – fra gli extra  - di visionare il trailer originale, e di recuperare oltre a Nessuno vuole giocare con me (1976) che, utilizzando come insoliti protagonisti un gruppo di bambini d’asilo affronta il tema della solitudine e dell’integrazione nelle comunità ristrette – in questo caso quella della scuola - indirette metafore di una più ampia dimensione variegata della società e del mondo, anche il cortometraggio del suo esordio (1962), Herakles, “prima ironica variazione sull’ossessione herzighiana degli Uomini forti”;
-         Una vampata d’amore (Gycklarnas afton, 1953) di Bergman (il circo come allegoria della vita per uno dei più disperati e cupi film “prima maniera” del regista, qui ancora fortemente influenzato – stilisticamente parlando – dall’espressionismo);
Un altro pianeta (2008) di Stefano Tummolini (un “giorno nella vita” e nei sentimenti di un gruppo di differente – e anche “diversa” – umanità, che si incontra su una spiaggia libera  del litorale laziale, complice la risacca delle onde). Intelligentemente risolto anche sotto il profilo della forma nonostante la scarsità dei mezzi ampiamente compensata dall’intelligenza, che si muove con disinvolta acutezza fra Antonioni e Fassbinder, con qualche Emmeriana annotazione alla Rohmer.

Playlist film

Segni di vita

  • Drammatico
  • Germania
  • durata 87'

Titolo originale Lebenszeichen

Regia di Werner Herzog

Con Peter Brogle, Wolfgang Reichmann, Athina Zacharopoulou

Segni di vita

"Prima straordinaria tappa delle esplorazioni herzoghiane nei territori sconosciuti della Geografia dell'Anima". Un esordio denso e pregnate che esprime già la piena "maturità stilistica" del regista

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Una vampata d'amore

  • Drammatico
  • Svezia
  • durata 93'

Titolo originale Gycklarnas afton

Regia di Ingmar Bergman

Con Åke Grönberg, Harriet Andersson, Annika Tretow, Hasse Ekman

Una vampata d'amore

"Un film relativamente sincero e svergognatamente personale (...) dove i rituali più primitivi dell'umiliazione si sommano alla sofferenza per una insopportabile gelosia retrospettiva"  (Ingmar Bergman)

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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