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Sacrificio

Regia di Andrei Tarkovsky vedi scheda film

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La recensione su Sacrificio

di OGM
10 stelle

L’esistenza umana è fragile, e il suo punto debole è il mistero. È questo il margine, inconoscibile e ingovernabile, in cui si annida la paura, che la fede trasforma in devozione, e l’amore in dipendenza. Questa cornice sfumata, eppure carica di tensione ansiosa, circonda i nostri gesti, le nostre parole ed i nostri pensieri, rendendoli schiavi della disperata volontà di sapere: l’al di qua terreno è una prigione, in cui la Verità esercita, dall’alto, un despotico dominio con l’invincibile e micidiale arma del Destino. Una casa isolata e fuori dal tempo, su cui, all’improvviso, si abbatte la minaccia di una guerra nucleare, è la metafora di questa esasperante condizione, in cui fungono da palliativi, oltre all’ebbrezza chimica indotta dall’alcol e dalla droga, anche l’occultismo e la superstizione, rappresentati, rispettivamente, da Otto, collezionista di storie di carattere paranormale, e Maria, che ha l’aspetto di una Vergine leonardesca, però è una torbida seduttrice e pratica la stregoneria. Abbandonarsi all’irrazionale – che si chiami religione cristiana, filosofia orientale o magia nera – è, per il protagonista Alexander, la sola possibilità per continuare ad esistere. La saggezza è rinunciare alla ricerca di un senso, non solo negli avvenimenti esterni, ma anche nelle nostre stesse azioni: tutto, nell’universo, è infatti retto dalla stessa incomprensibile logica, di cui le coincidenze ci segnalano la presenza, senza, però, permetterci di risalire alle sue leggi. Agire a caso, secondo l’impulso del momento, ovvero assecondare la follia, significa seguire il flusso delle correnti cosmiche, che ci vogliono così, rinnegatori di noi stessi e distruttori delle nostre cose. Lasciarsi trasportare, e andare lontano, in senso letterale o figurato, è l’unico modo per evadere dalla segregazione in cui tendiamo a confinarci, rimanendo ostaggi dei nostri perché senza risposta. Tradire i propri amori, partire per l’Australia, bruciare la propria casa e salire sull’ambulanza del manicomio sono tanti, diversi percorsi liberatori, in cui l’uomo abbraccia coraggiosamente il nulla, anziché stare fermo ad aspettare che lo uccida. Sacrificio è la perfetta chiosa nietzschiana all’itinerario metafisico di Tarkovskij: un viaggio che, da Andrej Rublëv a Stalker, interpreta il progresso della conoscenza sempre come la ricerca attiva di un traguardo, e mai come la passiva attesa di una rivelazione.

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