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Lola Montès

Regia di Max Ophüls vedi scheda film

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La recensione su Lola Montès

di alan smithee
8 stelle

MAX OPHULS: RETROSPETTIVA/FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019

Ogni cosa, ogni scelta, ogni vita ha il suo prezzo.

La parabola di vita, breve ma intensa, della orgogliosa e spregiudicata artista multiforme Lola Montès, viene trasposta al cinema ad opera di Max Ophuls, qui impegnato in quello che si rivelerà il suo ultimo film a causa della sua prematura scomparsa dovuta ad un attacco di cuore.

La scelta della donna, di svendersi - per il tempo che ancora le resta da vivere, dopo che, pur ancor giovane, il fisico ha ceduto alle sconsideratezze di una vita senza soste e senza limiti - ad una compagnia circense per ridar vita ad uno spettacolo che racchiuda la sintesi delle sue principali gesta e vicende, amorose e non, la accomuna e lega in modo sconcertante al costume odierno di molte celebrità che, semplicemente vivendo di eccessi o balordaggini, si guadagnano una notorietà mediatica e televisiva presso i talk-shows e i talents che imperversano con successo ormai in qualsiasi canale e programma.

Notiamo già in questo film l'atteggiamento famelico e morboso di un pubblico dell'epoca, che assedia di domande anche scabrose la protagonista, intenta di par suo a svendersi al pubblico dominio per sopravvivere; atteggiamento non molto dissimile, se vogliamo, a quello che garantisce la fortuna di molta pochezza televisiva attuale, nonché dei soggetti/personaggi che la popolano.

In Lola Montès, la rocambolesca, energica, ma sempre elegante e volteggiante direzione del grande cineasta, ci conduce lungo un percorso in cui le vicende amorose della celebre ballerina ed artista, qui interpretata da una prorompente Martine Carol, la mettono in contatto con personaggi anche illustri della sua epoca (il compositore ungherese Franz Liszt, dell'ormai anziano e duro d'orecchi Ludovico I di Baviera - reso in modo inappuntabile dal bravo attore austriaco Anton Walbrook - di cui ella diviene la favorita), fino a darsi alla fuga con un entusiasta studente nazionalista (Oskar Werner), completamente soggiogato dal fascino incandescente della donna, al punto di diventarne suo paladino. Ma la donna è scaltra, e, nonostante le condizioni precarie di salute, accetta di rendersi di dominio pubblico, dandosi in pasto ad uno scaltro e vulcanico imbonitore (interpretato da Peter Ustinov) presso una sfavillante organizzazione circense.

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