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Great Balls of Fire

Regia di Jim McBride vedi scheda film

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La recensione su Great Balls of Fire

di Andreotti_Ciro
6 stelle

Dennis Quaid, con capello ondulato d’ordinanza, nella seconda metà dei ‘50ies è pronto letteralmente a incendiare ogni pianoforte a sua disposizione, partendo dalla natia Ferriday, un piccolo centro della Louisiana per cercare fortuna a Memphis, soggiornando presso l’abitazione di un cugino il cui obiettivo è ottenere un’audizione alla Sun Records che qualche anno prima aveva lanciato Elvis. Gli albori della musica rock & roll visti attraverso un biennio, dal 1956 al 1958, che scavò un solco profondo nella vita di un eccellente pianista con cugino predicatore a carico, un doppio matrimonio fallito alle spalle, un secondo cugino che come Jerry Lee vorrebbe sfondare nel mondo della musica e una cugina di appena tredici anni della quale s’invaghi perdutamente. Date queste premesse la pellicola di Jim McBride avrebbe tutto per diventare un piccolo cult per amanti della musica e delle storie di provincia made in USA. Al contrario, e al netto della bravura camaleontica di Dennis Quaid, in grado, grazie all’aiuto dello stesso Jerry Lee Lewis, di esibirsi sui palchi davanti a centinaia di adolescenti e meno adolescenti, fin troppo scalmanati, è invece una pellicola piena di alcune inesattezze e di dialoghi coniugali decisamente poco credibili, fra Quaid e la giovane Myra, impersonata da Winona Ryder . Quaid frattanto occupa ogni angolo del palco con un fare istrionico che ricorda il vero Lewis. Alec Baldwin nei panni di Judd, il cugino predicatore, riesce a opporvisi ma risultando anche lui troppo al di sopra delle righe. Pellicola che comunque si ‘scola in poche sorsate’, capace di ricordare una delle vere icone della musica dei ’50, di come abbia sprecato la sua occasione di essere il più grande di tutti, a causa di una vita composta da troppi eccessi, pur essendo capace di hit del calibro di Great Balls Of Fire.

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