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Missing. Scomparso

Regia di Costa-Gavras vedi scheda film

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La recensione su Missing. Scomparso

di Donapinto
9 stelle

Ed Horman (Jack Lemmon) e' un'uomo d'affari newyorkese che vola alla volta della capitale di un non ben precisato paese latinoamericano, dove e' appena avvenuto un sanguinoso colpo di stato militare. Qui, insieme a sua nuora Beth (Sissy Spacek) si mette alla ricerca di suo figlio Charles (John Shea), giornalista indipendente progressista, che e' stato prelevato dalla sua casa dai militari e sembra essere scomparso nel nulla.                                                                                                                                                                           Traendo spunto da una storia vera, il greco Costa Gavras esordisce a Hollywood con un film estremamente coraggioso e audace, oltretutto sotto l'amministrazione repubblicana di Ronald Reagan. In questo senso non gli sarà affatto da meno tre anni dopo Oliver Stone con il suo SALVADOR. Come ne L'AMERIKANO, Gavras non nomina mai il paese in questione, ma e' chiarissimo che in MISSING-SCOMPARSO si sta' parlando del Cile del presidente Salvador Allende e del suo governo socialista, che un colpo di stato militare guidato dal generale Augusto Pinochet l'11 settembre 1973, praticamente annunciato già tre anni prima, metterà fine con la morte del presidente stesso. Inizierà così una durissima dittatura che terminerà solo nel 1990. Gavras ci mostra in primis il dramma di un popolo, con cadaveri sparsi per la strada in pozze di sangue e altri trascinati dalla corrente del fiume. Lo stadio nazionale, che dovrebbe ospitare partite di calcio e avvenimenti sportivi, trasformato in un campo di concentramento simil-nazista, dove si detengono e torturano oppositori politici e persone con una semplice idea di democrazia. Gavras indaga sulle responsabilità occidentali del golpe, in questo caso degli Stati Uniti d'America e dell'amministrazione Nixon, con colonnelli e generali nordamericani che giravano per tutta l'America Latina a esportare torture e golpi militari. Ci racconta del dramma di Ed Horman, un intenso e sofferto Jack Lemmon, conservatore, buon patriota e aderente alla chiesa scientista e del suo difficile rapporto col figlio, un giovane semplice e privo di grandi ambizioni, che vive piuttosto alla giornata senza fissa dimora, ma generoso e di grandi ideali. Col passare del tempo, Ed comincerà a prendere coscienza che il suo amatissimo paese non e' così perfetto e virtuoso come pensava, e che in quell'inferno anche un cittadino americano e' vulnerabile e indifeso come qualsiasi cileno. Si ritrova in un sotterraneo dove sono ammucchiati centinaia e centinaia di cadaveri, con la speranza che fra questi non si trovi anche quello di suo figlio. A tutto ciò si aggiunge l'ambiguità delle autorità americane e dell'ambasciatore, che a un sempre più sconvolto Ed giustifica tutto quello spargimento di sangue come "indispensabile per tutelare gli interessi americani", tenendo a precisare cinicamente che sono anche i suoi di interessi. Film di denuncia politica di altissimo livello, tra i migliori mai realizzati. Probabilmente, per me, il miglior lavoro di Gavras, anche se premetto che non ho visto tutti i suoi film. Meritatissima Palma d'Oro a Cannes, ma anche la notte degli Oscar saprà essere abbastanza generosa, aggiudicandogli una statuetta per la miglior sceneggiatura non originale. Sempre sulla questione cilena, un film che consiglio vivamente di vedere e' TONY MANERO, diretto dal cileno Pablo Larrain nel 2008.

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