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Il promontorio della paura

Regia di J. Lee Thompson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il promontorio della paura

di Donapinto
8 stelle

Max Cady (Robert Mitchum) e' un pericolosissimo individuo che ha appena finito di scontare otto anni di carcere per lesioni aggravate che hanno ridotto quasi in fin di vita una donna. Si reca in una tranquilla cittadina del sud in cerca di Sam Bowden (Gregory Peck) un onesto avvocato che con la sua testimonianza lo fece condannare. Cady vuole vendicarsi di lui e della sua famiglia.                                                                                           All'origine di questa pellicola diretta dall'inglese Jack Lee Thompson, c'e' un romanzo di John McDonald, che sinceramente non conosco, come non conosco il suo autore. Apparentemente IL PROMONTORIO DELLA PAURA sembra un noir dalla trama convenzionale e con dei personaggi stereotipati. Max Cady e' il classico delinquente che entra prepotentemente nella vita privata di un retto e onestissimo cittadino della buona borghesia, con una bella moglie, una figlia dolcissima e una splendida casa. La classica bella famiglia americana insomma. In realta' la pellicola diretta da Thompson e' un un thriller psicologico solido come una roccia e invecchiato benissimo. I meriti, oltre alla bella colonna sonora di Bernard Herman e a una splendida fotografia in bianco e nero dai chiari toni espressionistici, sono l'interpretazione degli attori, in particolare quella di un Mitchum che caratterizza straordinariamente uno dei piu' memorabili cattivi della storia del cinema, che non puo' non fare ricordare il predicatore assassino interpretato dallo stesso Mitchum nel bellissimo LA MORTE CORTE SUL FIUME di Charles Launghton. Cady e' un maniaco sadico e perverso, che grazie a un gruzzolo ereditato per la vendita di un bene di famiglia, si appresta a reinserirsi nella societa' civile. Veste completamente di bianco, con in testa un cappello di Panama e con un sigaro in bocca, assumendo un atteggiamento tra il sornione e lo spavaldo. Lo si potrebbe scambiare quasi  per un turista. In realta' sin dalle prime immagini trasmette una chiarissima antipatia allo spettatore, per gli atteggiamenti che assume nei confronti delle persone che incrocia e per come si rivolge ad un anziano inserviente delle pulizie di colore del tribunale: "hei nonno, dove posso trovare l'avvocato Bowden". Una volta fatte capire le sue intenzioni a Bowden, Cady inizia con lui una gara di nervi degna del migliore (o peggiore) stalker dei nostri tempi. Segue tutte le sue mosse e quelle della sua famiglia, avvelenandone anche il cane. Bowden assume, su consiglio di un amico poliziotto, Charles Sievers (Telly Savalas) un detective privato, affinche' pedini Cady. Il culmine viene raggiunto quando in una sequenza memorabile Cady terrorizza la figlia quattordicenne di Bowden davanti alla scuola, senza neanche sfiorarla con un dito. Bowden, esasperato, segue il consiglio di Sievers di pagare tre teppisti per dare una lezione a Cady. Purtroppo le cose andranno incredibilmente nel verso opposto, rendendo la posizione di Cady ancora piu' forte e pronto a colpire Bowden non appena decidera' di uscire allo scoperto, come avverra' nella resa dei conti finale sul fiume, con il promontorio che da il titolo al film. L'unica possibile falla che ho notato nella sceneggiatura, di ferro oltretutto, e' quando Cady rimorchia, per poi pestarla a sangue, una giovane prostituta, che terrorizzata per una possibile vendetta, si rifiuta di denunciarlo, nonostante le pressioni della polizia e del detective Sievers. Mi chiedo le ragioni del gesto di Cady, se semplicemente per soddisfare i suoi istinti bestiali che ha dovuto reprimere per otto anni, o per terrorizzare ulteriormente la famiglia Bowden, ma con il chiarissimo rischio, per entrambi i casi, di essere denunciato e non poter cosi' soddisfare la sua sete di vendetta. Comunque sia, se di difetto si tratta e' senz'altro assolutamente perdonabile. Nel 1991 verra' realizzato un notevolissimo e violento remake diretto niente di meno che dal grande Martin Scorsese, con Robert De Niro nella parte di Cady e Nick Nolte in quella di Bowden. Scorsese approfondisce ulteriormente le psicologie dei protagonisti e non traccia una linea cosi' netta tra buoni e cattivi, riuscendo a fare apparire il personaggio di Bowden non cosi' virtuoso come quello interpretato da Gregory Peck. Per chi non avesse visto nessuno dei due film e ne fosse interessato, consiglio personalmente di visionare prima la versione originale del 62', in quanto facendo il contrario, per qualcuno il film di Jack Lee Thompson potrebbe apparire un po'  datato rispetto a quello di Scorsese, anche se non lo e' assolutamente.

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