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Star Wars: Gli ultimi Jedi

Regia di Rian Johnson vedi scheda film

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La recensione su Star Wars: Gli ultimi Jedi

di EightAndHalf
9 stelle

L'Episodio VIII funziona secondo la grammatica della convergenza: tutto porterà ad un punto (di arrivo, di partenza?), una grande varietà giungerà al collasso della singolarità. A collassare sono spazi fisici, spazi mentali, spazi narrativi e spazi mitologici. L'attrazione di convergenza, che sembra far collimare tutto in un buco nero che risucchia le definizioni per crearne di nuove, ha un effetto spiraliforme su tutta la materia cinematografica Star Wars, e su tutto l'immaginario che intorno ad essa si è edificato nel corso dei decenni. Perché nonostante si tratti di un capitolo intermedio (ma lo era anche il miglior Signore degli Anelli, quelle Due jacksoniane meravigliose Torri), sembra proprio che con The Last Jedi Rian Johnson ci porti alla chiave di volta di un'operazione che ha fatto storcere il naso alla stra-grande maggioranza degli occhi critici. 

In The Last Jedi non interessa più la nostalgia, l'originalità o l'attualizzazione all'era della promiscuità della riproducibilità tecnica (Blade Runner 2049), anzi questi discorsi sono bruciati velocemente da alcuni aneddoti e svolte narrative che non staremo qui a raccontare per non rovinare il piacere della visione. E' piuttosto sull'origine del mito che The Last Jedi indaga, e sulle conseguenze continue del mito come affascinante contraddizione dell'era post-moderna. Come succedeva anche in un blockbuster come Noah di Aronofsky, il relativismo morale tende sempre a sconquassare l'apparato diegetico dell'epica (peplummitologiaiconografia?) cinematografica, rendendo la materia narrativa più rovente, complessa e ardita. Tutte le divisioni vengono portate sull'orlo di un baratro (qualcuno ha ancora in mente Skyfall di Sam Mendes?), e se poi verranno distrutte del tutto o riconfermate sta allo spettatore deciderlo. Eppure, qualsiasi sia l'esito degli eventi narrati in Episodio VIII, più di un assunto si è rotto, e il mezzo audiovisivo è ancora più denudato e schierato.

 

Quando si parla di convergenza di spazi visivi si fa riferimento agli eccezionali campi/controcampi di Rei e Ben, che parlano di luoghi distanti che si incontrano. Quando si parla di convergenza di spazi mentali si fa certamente riferimento a tutte le implicazioni che la Forza ha su Rei e sul suo modo di percepire, in modo nuovo, il mondo, nonché alla convergenza sempre più pericolosa di Bene e Male. Quando si parla di convergenza di spazi narrativi si riflette sull'evoluzione di quello che fu l'esperimento di Rogue One, qui però portato a livelli ancora più eccelsi. Quando si parla, infine, di convergenza di spazi mitologici, ecco che compare in campo lo spettatore. The Last Jedi è quantomai meta-testuale e se vogliamo meta-mitologico per come propone la Forza come forma di attrazione del mondo spettatoriale al mondo di Star Wars. Infatti The Last Jedi è come un abbraccio, che culla ma allo stesso tempo scomoda, conferma gli assunti disneyani a cui ormai abbiamo fatto occhio e deforma le aspettative destabilizzando più di una volta. E' tutto lì davanti agli occhi, ed è la declinazione di una mitologia che oggi, ancora oggi, in piena "epoca del pixel", tiene attaccato il mondo a Star Wars come la Forza tiene unite tutte le cose esistenti. Il finale di questo film parla proprio di questo.

 

Il film ragiona filmicamente e con la fisicità delle sue inquadrature su questa natura convergente di tutto l'universo. E dimostra che Episodio VII era solo l'anticamera di qualcosa che, a matrioska, rivela il cuore sempre più pulsante della trilogia Star Wars degli Anni Dieci del 2000: bruciare e far risorgere dal sangue (lo scontro finale), dialogare con le coordinate dello spettatore del terzo millennio e urlarle a perdifiato per ricombinarle in forma diversa. 

I dialoghi Rei/Ben, così come la fuga del Millennium Falcon nella miniera rossa di sale, così come la sequenza decisiva con Snokes, basterebbero per dire che The Last Jedi è un capolavoro. Il resto è solamente splendido. 

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