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Madame Hyde

Regia di Serge Bozon vedi scheda film

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La recensione su Madame Hyde

di nickoftime
4 stelle
Essendo una delle attrici più hot del momento ogni film che vede la partecipazione di Isabelle Huppert diventa subito un evento. Così è capitato anche a Locarno che ha ospitato nel concorso internazionale la prima mondiale de "Madame Hyde" liberamente ispirato al celebre libro di Louis Stevenson. Serge Bozon che in Francia è amato e rispettato come critico cinematografico prima ancora che il qualità di regista per aver "militato" ne I Cahiers du Cinema, c'è la mette tutta per mancare di rispetto al grande romanziere, dapprima spostando la vicenda ai giorni nostri per collocarla a Lione (città natale del regista) e precisamente all'interno della scuola dove con scarsa autostima e poco rispetto dei suoi studenti insegna la protagonista del film. E qui veniamo al punto, poiché, trasformando il Dottor Jekyll nella timida e sprovveduta insegnante di fisica che per un esperimento andato storto si trasforma in una specie di giustiziere di quartiere, getta le basi di un'opera che a colpi d'anarchia cinematografica non nasconde la sua natura ribelle e invita a riscrivere le regole. Una dichiarazione d'intenti che "Madame Hyde" dimostra nel concreto, adottando uno stile approssimativo sia nella messinscena - caratterizzata da inquadrature piatte e volutamente approssimate - che nel montaggio, concepito in modo da evitare la ricerca di un ritmo prestabilito a favore di una calcolata casualità nelle chiusura delle singole scene. Neanche gli attori vengono risparmiati dalla furia iconoclasta del regista, il quale, all'insegna del grottesco e del surreale (valga per tutti la trasformazione di M. Hyde destinata ad assumere le forme di una torcia umana che si aggira nottambula per le vie della città) trasforma i personaggi in vere e proprie macchiette, eccessivi sia da una parte - il preside Romain Duris, sempre sopra le righe - che dall'altra - Madame Hyde, talmente sotto tono da sembrare invisibile. Politicamente scorretto anche quando si tratta di dare voce agli umiliati e oppressi, di cui sembrerebbe comunque prendere le difese, - lo studente mussulmano seguito dall'insegnante, ritratto con l'intento di non suscitare alcuna identificazione da parte di chi guarda - "Madame Hyde" è vittima della sua troppa teoria e della sua voglia di essere diverso, Non che non lo sia ma questo non basta per farne un bel film.
(pubblicato su ondacinema.it/speciale festival di Locarno 70)
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