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The Eyes of My Mother

Regia di Nicolas Pesce vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Eyes of My Mother

di alan smithee
7 stelle

locandina

The Eyes of My Mother (2016): locandina

Il senso della famiglia: della appartenenza, della continuazione, del portare avanti un percorso, una ossessione, uno stile di comportamento che non si comprende neppure bene a fondo ma si è certi di dover continuare.

Francisca, che ha ereditato dalla genitrice la passione e l'abilità manuale nei confronti della chirurgia e del sezionamento dei tessuti, ha assistito muta ed obbediente all'assassinio della madre, uccisa senza apparente motivo fondato da uno psicopatico giunto nella tenuta agricola dei suoi genitori. una coppia anziana di origine portoghese, con la moglie ex medico chirurgo specializzato nella cura degli occhi, ossessione derivante da una sua passione quasi morbosa per San Francesco (il nome della protagonista non è casuale), noto per la sua problematica agli occhi durante le ultime fasi della sua esistenza terrena.

Kika Magalhaes

The Eyes of My Mother (2016): Kika Magalhaes

scena

The Eyes of My Mother (2016): scena

Catturato l'assassino, legato e costretto ad una sorta di punizione del contrappasso dall'anziano padre, Francisca diverrà grande assieme al suo prigioniero, che diviene quasi come un affezionato animale domestico di famiglia.

Poi quando il padre, bloccato infermo per una paresi, diviene una sorta di vegetale, per Francisca, sempre più sola dopo che una storia appena abbozzata d'amore con una coetanea finisce nel modo più turpe e violento, la famiglia torna ad essere un punto focale su cui concentrarsi: essa infatti ha bisogno di essere ricostruita, ed l'incontro con una madre ed il suo neonato diviene l'occasione da non perdere. 

Suddiviso in tre capitoli asciutti e serrati (Madre, Padre, Famiglia), l'opera d'esordio di Nicolas Pesce, presentata con successo al Sundance 2016, è un horror esistenziale che si fa forte di inquadrature molto studiate, estremamente suggestive e calcolate, ma assai preziose, che prediligono gli spazi aperti, le vedute dall'alto o da lontano, ove l'azione, spesso cruenta e letale, fa parte di un preciso contesto ed è uno sfondo coerente di un insieme di circostanze e situazioni che colpiscono per la loro austera inflessibilità. 

scena

The Eyes of My Mother (2016): scena

scena

The Eyes of My Mother (2016): scena

Olivia Bond, Kika Magalhaes

The Eyes of My Mother (2016): Olivia Bond, Kika Magalhaes

Attraverso un bianco e nero che raggela atmosfere già di per sé austere, dove il sentimento si impietrisce di fronte ad una ossessione di vita che non si concede a slanci incontrollati di entusiasmo e di vita, Pesce riesce a rappresentare con grande rigore, concisione ed una straordinaria visione complessiva, sempre da lontano, ma non così distante da privarcene i dettagli essenziali: le fasi regressive che accompagnano alla follia più incontrollata di una bambina cresciuta troppo in fretta, e per questo rimasta infantile nel suo intimo, incapace di discernere il bene dal male a seguito delle immagini ancora vive e presenti negli occhi, di una mattanza eseguita senza un vero perché, da un demone capitato per caso nel posto più opportuno ove soddisfare un capriccio malato. Una perversione gratuita che si rivela ben presto irrimediabilmente contagiosa. 

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