Regia di Luigi Bazzoni vedi scheda film
Un giornalista indaga sull'assassinio di una donna, ma qualcuno ha interesse a togliergli il caso. L'uomo continua in privato a cercare di scoprire qualcosa di più, ma nel frattempo la lista dei cadaveri si allunga.
Con i primi lavori di Dario Argento, 1970-1971, il cinema italiano scopre il genere thriller; la maggior parte dei titoli licenziati in quel periodo è esplicitamente materiale alimentare, scritto e girato sbrigativamente, con mezzi modesti/poveri/miserrimi soltanto per cavalcare l'onda del successo estemporaneo. Non è così però per Bazzoni e il suo Giornata nera per l'ariete, nonostante il titolo paia rifarsi a quelli argentiani contenenti animali (da L'uccello dalle piume di cristallo in poi); la sceneggiatura dal regista scritta insieme a Mario Fanelli e Mario Di Nardo (da un romanzo di D. M. Devine) è compiuta ed equilibrata a sufficienza, riuscendo a mescolare con la necessaria grazia la tensione, il ritmo e il gusto del macabro tipici per una pellicola di questo stampo. Per trovare qualche pecca, si può parlare dell'involuzione della trama verso il finale, che rivela un colpo di scena abbastanza prevedibile; note positive provengono invece dal cast, nel quale primeggia un ottimo Franco Nero e che vede la presenza, fra gli altri, anche di Ira Von Furstenberg, Agostina Belli, Wolfgang Preiss e Rossella Falk. Musiche di Morricone, fotografia di Storaro, montaggio di Alabiso: produce Manolo Bolognini e si vede che i fondi - e la volontà di utilizzarli nella maniera più proficua - non mancano. Bazzoni, dopo un periodo di apprendistato come assistente di Bolognini (Mauro, qui) girò pochissimi film e quasi tutti a cavallo dei primi anni Settanta: peccato, avrebbe certamente meritato maggiori opportunità e altrettanto risalto. 5/10.
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