Regia di Fabio De Luigi vedi scheda film
Un rappresentante di presidi sanitari dalle scarse performance, carattere timido e schivo, capisce che deve cambiare atteggiamento se vuole assicurare qualche agio in più alla sua famiglia.
Partendo dall'ottimo tiramisù che confeziona sua moglie, comincia a diventare perciò dispensatore di benefit sempre più ingenti che lo aiutano a piazzare la sua merce, nel frattempo di qualità sempre peggiore. Ma i nodi presto o tardi verranno al pettine...
Come già detto da altri, non è l'umorismo che difetta a Fabio De Luigi (che infatti riesce a farmi ridere in qualche scena), il quale sembra capace di saper cogliere certi tratti della realtà ed enfatizzarli, a volte deformarli, in modo da far scaturire vis comica.
Quello che manca di più è il senso della storia - forse manca proprio un vero e proprio regista! - che partita come una crociata sul senso della innocenza perduta si perde in quel finale inguardabile con l'ultima dissolvenza che vorrebbe tappare (sofocare) tutti i dubbi dello spettatore.
Il tentativo di costruirsi una maschera, quella stessa che ci ha esibito nel corso degli anni, con questo personaggio timido ma cinico, verboso ma pavido, mal si combina con il resto del film: la bambina altruista, l'amico musicofilo depresso col suo negozio, la moglie frustrata. Tutto inserito per creare un diversivo in cui dovrebbe gigioneggiare lui: ma il buon Fabio non è ancora Alberto Sordi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta