Lorenzo Colombo, industrialotto lombardo che ama solo il nord, riceve il più grande dolore della sua vita quando il figlio gli comunica di volere sposare una ragazza del sud. Lorenzo è così costretto a scendere al meridione per le nozze, facendo così la conoscenza del futuro consuocero, un pizzaiolo napoletano. A seguire da vicino il matrimonio ci sono anche le telecamere di un programma televisivo, che rivelando il progetto dei due ragazzi di trasferirsi all'estero causerà non pochi guai e ingerenze.
Note
La coppia Costella Boldi ripropone al pubblico una variante del filone matrimoniale che ha sfornato negli ultimi anni prodotti del calibro di "Matrimonio alle Bahamas", "A Natale mi sposo" e "Matrimonio a Parigi", aggiungendo questa volta alla narrazione un altro caposaldo della commedia all'italiana e cioè quello che gioca sulla dicotomia nord/sud.
Massimo Boldi continua a ripetere tristemente se stesso nell'ennesima produzione nulla da un punto di vista della comicità, e alla quale ha voluto aggiungere (da soggettista) l'abusatissima e ampiamente anacronistica variante del contrasto nord-sud.
Un Boldi da eutanasia cinematografica guida una banda allo sbando. Perlomeno le idee sono nuove e varie: "facciamo sposare i figli dei progranisti, insceniamo patetiche liti nord-sud e mettiamo Salvi a dire volgarità". Il genio degli autori.
Il figlio di un polentone oltranzista e di un incorreggibile terrone vogliono sposarsi. È lo spunto per la sagra dello stereotipo in cui oltre alla mancanza di originalità, c’è anche tanto cattivo gusto (e sponsorizzazioni selvagge al seguito). Retrogrado, involontariamente macchiettistico, da evitare come la peste.
Ce la metto tutta a cercar di capire Massimo Boldi, credetemi, ma proprio non ci riesco. No, non mi riferisco al suo humour. Quello è diretto, scontato e comprensibile persino per un bambino (il che non vuol dire che faccia ridere, attenzione). Mi riferisco piuttosto all'uomo Massimo Boldi, uno a cui, vuoi o non vuoi, la carriera da attore ha regalato enormi soddisfazoni a livello… leggi tutto
Anche in seguito alla partecipazione di Massimo Boldi al rancido Ma tu di che segno 6? si paventava il peggio del peggio. Fortunatamente, la quinta commedia di Natale del comico lombardo in assenza di Christian De Sica è di sicuro più carina dei detestabili Olé, La fidanzata di papà e Matrimonio a Parigi. Il copione di Gianluca Bomprezzi e del regista… leggi tutto
Ce la metto tutta a cercar di capire Massimo Boldi, credetemi, ma proprio non ci riesco. No, non mi riferisco al suo humour. Quello è diretto, scontato e comprensibile persino per un bambino (il che non vuol dire che faccia ridere, attenzione). Mi riferisco piuttosto all'uomo Massimo Boldi, uno a cui, vuoi o non vuoi, la carriera da attore ha regalato enormi soddisfazoni a livello…
Mi immagino menti brillanti pronte a partorire idee nuove per un film.
Cosa facciamo? Facciamo sposare i figli dei due protagonisti. Genio!
Magari ci mettiamo dentro scontri sul nulla tra Nord e Sud. Genio!
Tanto per, un Enzo Salvi che sostanzialmente serve per sparare volgarità in due scene come contorno. Genio!!
Un film rivoluzionario, all'insegna delle novità.…
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Commenti (7) vedi tutti
Massimo Boldi continua a ripetere tristemente se stesso nell'ennesima produzione nulla da un punto di vista della comicità, e alla quale ha voluto aggiungere (da soggettista) l'abusatissima e ampiamente anacronistica variante del contrasto nord-sud.
leggi la recensione completa di marcopolo30Ma davvero qualcuno l'ha visto?
commento di johnkoenigCommediola banale e superficiale che scimmiotta vecchie pellicole comiche,ma con qualche battuta tutto sommato divertente.
leggi la recensione completa di Furetto60Un Boldi da eutanasia cinematografica guida una banda allo sbando. Perlomeno le idee sono nuove e varie: "facciamo sposare i figli dei progranisti, insceniamo patetiche liti nord-sud e mettiamo Salvi a dire volgarità". Il genio degli autori.
leggi la recensione completa di silviodifedeLo standard è quello di uno sceneggiato per la prima serata di una rete generalista.
leggi la recensione completa di IlGranCinematografoIl figlio di un polentone oltranzista e di un incorreggibile terrone vogliono sposarsi. È lo spunto per la sagra dello stereotipo in cui oltre alla mancanza di originalità, c’è anche tanto cattivo gusto (e sponsorizzazioni selvagge al seguito). Retrogrado, involontariamente macchiettistico, da evitare come la peste.
leggi la recensione completa di scandonianoC'è tanto da piangere ....
commento di Infinity94