Regia di William Wyler vedi scheda film
Thriller teso e avvincente che non da un attimo di tregua allo spettatore. Bravo Bogart nei panni del protagonista, immenso Fredric March in quelli del padre di famiglia preso fra due fuochi.
Un Wyler dallo stile incredibilmente asciutto da vita a un thriller teso e avvincente che davvero non da un attimo di tregua né ai suoi personaggi né tanto meno allo spettatore. Humphrey Bogart è l'intreprete principale, già evidentemente sofferente di quel tumore che lo porterà alla tomba diciotto mesi più tardi. Ma sono secondo me gli attori secondari a meritare l'elogio più sentito: da un lato l'eccellente caratterista Arthur Kennedy nel ruolo dell'ispettore di polizia; dall'altro un mastodontico Fredric March nel ruolo del padre di famiglia preso tra due fuochi (tre con l'arrivo della polizia) la cui interpretazione è da urlo e avrebbe meritato certamente l'Oscar (e sarebbe stato il terzo di una carriera straordinaria per un attore che incredibilmente oggi ricordano in pochi). Da pelle d'oca la scena col tir. Il film venne rifatto 35 anni più tardi da Michael Cimino con Mickey Rourke nei panni che furono di Bogart.
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