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Lui è tornato

Regia di David Wnendt vedi scheda film

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La recensione su Lui è tornato

di champagne1
8 stelle

Lei si è mai chiesto perché il popolo mi segue? Perché in fondo siete tutti come me.

Risputato fuori dagli inferi 70 anni dopo la sua morte, Adolf Hitler si ritrova nella Germania del XXI secolo, con la sua eterogenea popolazione, il sistema democratico dei partiti e gli organi sovranazionali europei. Attratto entusiasticamente dei mezzi di comunicazione di massa, TV e internet, ne capisce la portata in termini di diffusione del pensiero e accetta di comparire in uno spettacolo comico per diffondere le sue idee.

Presto capirà che l'alba di una nuova epoca è alle porte...

Strana e interessantissima quest'opera che è difficile definire, fra commedia satirica e documentario, e che qualcuno ha descritto come un esperimento sociale perché composta in gran parte da scene improvvisate in cui l'attore principale interagisce con ignari passanti dando origine a conversazioni sorprendenti, per non dire raccapriccianti.

Interpretato in maniera impressionante da Oliver Masucci, questo Hitler redivivo si mostra pieno di sicurezze incrollabili. Capisce che deve cercare il malcontento fra le persone e così gira su e giù per il Paese ascoltando le lamentele di gente comune su temi quotidiani come la sicurezza, l’immigrazione araba e africana, la mancanza di lavoro; e se da un lato promette di occuparsi lui di tutto, dall'altro permette la manifestazione di una xenofobia poplare (solo in parte occultata) che arriva a proporre la riapertura dei lager!

Quando Hitler esprime le sue idee in televisione, il pubblico inizialmente ride, ma poi arrivano commenti entusiastici di approvazione.

A nessuno viene in mente - salvo nella scena della anziana signora affetta da demenza che però per un attimo nel rivedere il Fuehrer recupera una lucidità insospettabile - che anche negli anni '30 le idee naziste all'inizio sembravano solo comiche, ma poi - diffondendosi facilmente - misero tragiche radici.

La sensibilità dell'uomo contemporaneo è quella per cui non ci si stupisce se si ragiona in termini di omicidi ("sono una brava persona: uccido solo se necessario"), ma ci si scandalizza se si fa del male ad un animale: nel film, l'unico momento di disappunto, nasce quando Hitler maltratta un cucciolo di cane.

Ma presto lo si ritorna a benvolere, grazie anche ad una adeguata manipolazione delle informazioni, come oggi si può fare in maniera "virale" col web.

 

Siamo quindi al nodo cruciale: lo spettatore che piega prenderà di fronte alle vicende proiettate?

Si sentirà indignato o compiaciuto? Nell'Europa di oggi probabilmente sono possibli entrambe le soluzioni, perché come dice appunto il protagonista: "Non potete di liberarvi di me, perché io sono una parte di tutti voi!"

PS: e non è un caso a mio parere che la colonna sonora attinga a un repertorio classico (e quindi senza tempo), ma scelga gli stessi brani presenti in Arancia Meccanica, quasi a manifestare i timori per tale profezia.

 

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