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La voce della luna

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La voce della luna

di AndrewTelevision01
8 stelle

Ivo Salvini (Roberto Benigni) è un ragazzo empatico, dall'animo gentile, appassionato delle poesie ma allo stesso tempo involontariamente volgare. Una sera, si ritrova a ripercorrere la Pianura Padana, cercando di inseguire i propri sogni, tramite l'ascolto di alcune voci nell'aria. Durante il suo cammino verso la spiritualità, Ivo fa conoscenza con vittime d'amore, individui che hanno passato di tutto nella loro vita: tutto ciò gli da un senso di cultura, persino di insegnamento. (es.: Sim, un suonatore di oboe, il quale vien tormentato da molto tempo da una melodia che non riusciva a suonare). Ivo è innamorato di Aldina Ferruzzi (Nadia Ottaviani), la quale purtroppo non ricambia il suo amore. Poco dopo essere stato "picchiato" da Aldina stessa (con una scarpa), poiché entrato di notte nella sua stanza, Ivo incontra l'ex prefetto Gonnella (Paolo Villaggio), un personaggio molto stanco della vita che conduce, furioso di sè stesso e di chi lo circonda, ma che si degna di accogliere psicologicamente Ivo.

Poco prima del loro incontro, Ivo difende e prova pena verso Marisa (Marisa Tomasi), una vaporiera che viene insultata da un motociclista a caso. Ma Marisa si sposa poco dopo con Nestore (Angelo Orlando), anche un lui un pover uomo tormentato dalla monotonia della vita e non: dopo il matrimonio a tratti si rafforza e da a Marisa un senso di gratitudine, ma da un'altra è ricoperto ancora da un senso di vuoto inestimabile. In una scena, notiamo l'amore per l'umanità di Ivo verso gli animali, che lo rende fiero di sè stesso (N.B: La sua poetica è puramente ispirata a quella Leopardiana). Durante il momento dell'incontro tra Ivo e Gonnella scopriamo che quest'ultimo è, apertamente un complottista, ma si fida comunque di Ivo.

Gonnella rifiuta la proposta del figlio (Patrizio Roversi), per fare un (finto) colloquio con Ivo, il quale gli sta subito simpatico. I due si spostano da una panchina ad una parata, e nasce così un impatto molto intenso: Ivo insegue (nella folla) Gonnella in maniera molto confusa, poiché la folla acclama la parata (della Gnoccata) con tanto di musica. Purtroppo, Ivo rimane intrappolato sotto il palco (fosse stato un claustrofobico, sarebbe morto): pochi minuti dopo, Ivo esce dal "sotto" palco e lancia in testa ad un corteggiatore di Aldina un piatto di gnocchi, e tutto ciò, secondo Gonnella, vuol dire vendetta. Passano i minuti ed entrambi possono parlare seneramente dei problemi che affligono entrambi i loro cuori, prendendo come riferimento la luce di quella luna che tutt'ora riesce a specchiarli e non solo, riesce a percepire le loro voci, ma poco dopo Ivo è costretto a recarsi in un pozzo, assieme dei compaesani. Poco dopo, Gonnella lo nomina suo autotenente e lo porta con sè in un rave, poiché sospettoso del fatto che ci sia qualcuno che lo sta spiando (N.B: Al rave, come sottofondo vi è "The Way You Make Me Feel" di Michael Jackson).

Ivo si immerge nella folla, mentre Gonnella si reca al microfono per denunciare la scomparsa della musica, a suon di insulti dinnanzi al pubblico giovanile: in seguito all'interpretazione di un discorso sul vero significato della musica, Gonnella ballerà con la sua amata, a suon di musica orchestrale. Dopo essere stato accompagnato a casa dalla sorella, Ivo rientra nella sua stanza dove riaffiorano i ricordi del suo personaggio preferito, Pinocchio o del suo quadro di Leopardi, la scrivania polverosa, le serrande socchiuse.. insomma, Ivo sembra essere ritornato agli albori. Ritrovandoci un Ivo innamorato e un Gonnella addolorato, quella stessa sera vi è lo sbarco dell'uomo sulla Luna ed entrambi vengono ispirati nel riscoprire il mistero della luna, del suo bagliore chiaro, del suo fascino, della sua innocenza. Ma dopo lo sparo allo schermo di un compaesano, dovuto dal fatto di essere manipolati da ovvietà, tutti quanti scappano e Gonnella sembra essere più felice perché resosi conto dell'inizio di una rivoluzione. Il film finisce con un monologo di Ivo riguardo il suo essere mentalmente instabile: sembra essersi reso conto della sua "pazzia", ma allo stesso tempo si mette a parlare con la luna. Poco dopo si reca nel pozzo ad inizio film, guardando nella sua profondità.

Film dall'aspetto malinconico, nostalgico, cupo ma soprattutto esemplare. Detto sinceramente, è il primo film di Fellini che vedo, e so che è sbagliatissimo criticare in modo positivo e/o negativo un artista dalla sua ultima opera, soprattutto se l'artista in particolare era in periodo di decadenza durante la produzione del film, ma questo non è il caso di Fellini. A parer mio, questa è un'opera made in Italy che caratterizza il nostro paese, soprattutto dai suoi aspetti commerciali (Fellini critica le pubblicità, la passione per il calcio e ben altro), ma che da del nostro paese una visione poetica, specialmente tipica di fine metà anni 90'. Il miglior ruolo interpretato da Benigni a parer mio, dopo "La Vita E' Bella": il suo aspetto, le sue gesta, i suoi pensieri fanno di lui una persona totalmente diversa da come ce la immaginiamo tutti i giorni. Vogliamo parlare di quel mostro di Paolo Villaggio (pace all'anima sua)? E' stato fe-no-me-na-le: un Paolo Villaggio depresso, stressato e soprattutto drammatico. Già avevamo visto una sua versione seria in "Fracchia & La Belva Umana", ma lì snaturava del tutto la sua caratterizzazione poiché rappresentato in una commedia demenziale (tutto sommato, quel film è una delle migliori commedie anni 80' di tutti i tempi). Fa quasi commuovere il fatto che Villaggio sia riuscito a mantenere un personaggio emotivamente forte. Dolcissimo il discorso che Ivo fa ai compaesani, quando pensa e ripensa ad Aldina e al fatto che sia difficile rivederla: il fascino di questo personaggio si trova nella sua sincerità, nel suo esprimersi. Supremo quando Gonnella fa il discorso del vero significato della musica, del ballo e dell'armonia che si cela intorno quest'arte, e quando balla con la sua amata. Quanti ne troviamo ragazzi del genere al mondo che, mi dispiace per il qualunquismo, talvolte sono "controllati" da persone che non conoscono a cui però danno la loro fiducia? E perché, soprattutto oggi nell'era di internet, bisognerebbe dare per forza fiducia alle persone che non si conoscono? Perché appunto siamo ingenui e ciò caratterizza il personaggio interpretato da Benigni, e a parer mio il ruolo era LEGITTIMO per Benigni, perché è stato magistrale! La critica sociale che Fellini vuole imporre è la libertà della satira sul linguaggio volgare, molto dimenticato oggi e ripetitivamente incoraggiato allo studio nelle scuole pubbliche italiane, come sappiamo tutti. Soprattutto, Fellini accenna di un lieve silenzio all'interno della pellicola, dei sensi della malinconia, del chiudersi in sè stessi. Come detto prima, Fellini denuncia l'eccessiva pubblicità, che a quanto pare dopo la sua scomparsa, è molto aumentata (soprattutto ai giorni nostri); e del fumo nell'aria? Fellini critica lo smog, il consumismo che tutt'oggi caratterizza un'Italia in decadenza, rappresentata dalla perdita di valori che nell'intera pellicola vengono rimembrati. Consiglio questo film a qualsiasi cinefilo, appassionato della cultura felliniana (io ho sbagliato a cominciare con questo: avrei potuto cominciare con "8½", "Amarcord", "La Dolce Vita", "I Vitelloni", "Lo Sceicco Bianco", ma mi son ritrovato a dover visionare uno dei ruoli (se non il migliore) più discussi di Paolo Villaggio per la troppa curiosità. Complimenti a Fellini che, a quanto pare è riuscito a non "rovinarsi", come spesso succede con alcuni registi di successo con le loro stesse opere. 
L'ho trovato molto intrattente, pieno di forte emotività, d'impatto un film sempliciotto e quasi insensato, ma che diventa interessante dopo neanche dieci minuti. Vi giuro, devo ammettere di essere rimasto fortemente intrattenuto.

8½!

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