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Salt and Fire

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su Salt and Fire

di leporello
8 stelle

   E' perfettamente inutile inseguire Herzog sulla strada della logica narrativa, della congruenza del racconto, della linearità pretesa come sinonimo di realismo: chi conosce il regista tedesco sa bene che le sue intenzioni percorrono sentieri molto più aerei, sospesi, eppure sempre affacciati con ostinazione sulla concretezza, sul "fatto vero", come quello del lago salato boliviano conosciuto come “Diablo Blanco”, fino a pochi decenni fa fonte di vita pescosa per gli indigeni locali, e oggi un deserto di sale buono solo per l’estrazione del litio e per fissare le basi delle rilevazioni satellitari. O come quello del vulcano Uturuncu, un mostro dormiente che domina la bianca distesa, e che con le sue costanti scosse e i innalzamenti del suolo promette disastri al cui confronto i piccoli dinosauri coi quali giochiamo tanto volentieri al cinema diventano una sciocchezza degna dei bambini più ingnoranti.


   E poco serve, riguardo la sceneggiatura, domandarsi da dove saltano fuori Huascar e Atahualpa, i due bambini quasi ciechi che giocano coi dinosauri di un tempo, perché Herzog non può non andare incontro all’Origine, alla Fonte. Fosse pure intesa come Divinità, non importa ad un laico ricercatore come lui: il Divino, per Herzog, si sovrappone e coincide con lo sforzo dell’Uomo di capire gli eventi, di conoscerli, di andarci dentro fino al collo, con la cinepresa e tutto il resto, non importa se del “resto” fanno parte anche avvenenti attrici compatriote di dubbio talento (Veronica Ferres), attori più o meno blasonati (il sempre ottimo Michael Shannon, il sempre nano G.G. Bernal), o una coppia di adorabili fratellini delle Ande chiamati a reincarnare gli ultimi imperatori della civiltà Inca prima che arrivassimo noi, noi e gli altri come noi, quelli che arrivano coi treni già morti, quelli che preferiscono i (cogl)ioni di litio al pesce vivo che nutre la gente semplice.


   Herzog è un piccolo profeta, un grande regista, un intellettuale di prim’ordine, e se non siete sulle sue lunghezze d’onda fareste bene ad ignorarlo, perché vi annoiereste e basta.

 

PS, per DATABASE: si potrebbe, gentilmente, cambiare la classificazione del film e definire in modo diverso da "thriller" questo che è tutto tranne che un thriller?

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