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Quo vado?

Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film

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La recensione su Quo vado?

di marcopolo30
5 stelle

Torna Zalone a ripetere se stesso con il quarto film (su 4) incentrato sul personaggio dell'italiano medio fannullone, meschino, razzista e sessista ma fondamentalmente buono e simpatico. E torna a riempire le sale del Belpaese pur non proponendo in fondo nulla di originale.

Un paio di doverose premesse prima di commentare l'ultimo lavoro di Checco Zalone. Premessa numero 1: vivo in Norvegia da oltre quattro anni. Premessa numero 2: lavoro alla reception di un hotel in montagna. E bene, non credereste mai (io quanto meno non ci credevo) alla quantità di turisti italiani che lo scorso anno (2016), appena scoperto che ero italiano, mi sparavano addosso la storia di Zalone che viene spedito a lavorare in Norvegia in “Quo vado?”. Consigliandomi poi di recuperare il film, manco a dirlo. Ci ho messo più di un anno ma alla fine ho visto 'sto mitico “Quo vado?”, italico campione d'incassi di tutti i tempi e che ha pure contribuito ad incrementare il flusso turistico dal nostro Paese verso la Norvegia (non me lo sto inventando...). Due le certezze a visione ultimata: 1) Zalone conferma di essere un genio nel far leva con pochi e semplici elementi su quel senso di vago malestare che ormai da anni avvolge il Paese, regalando in un solo film, tra una battuta e l'altra, sia le domande sia le risposte affinchè a conti fatti tutti si sentano più lieti nel 'mal comune mezzo gaudio'. 2) Il personaggio dell'italiano medio qualunquista ma buono incomincia a sapere di rancido, almeno per quel che mi riguarda (il grande, grandissimo, pubblico è evidente che non la pensa così) e così, a meno che uno non abbia già deciso di ridere a priori, il divertimento va inevitabilmente in calando. Qualche gag originale e ben riuscita ancora affiora qua e la, ma direi che, con il portafogli ormai stragonfio, Mr. Zalone potrebbe (dovrebbe?) anche permettrsi di tentare strade nuove. Il talento non gli fa d'altronde difetto. Chiudo segnalando che quest'anno (2017) nessun turista italiano mi ha citato né Zalone né il film, segno che in fondo ciò che brucia con gran intensità brucia per poco tempo.

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