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Quo vado?

Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film

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La recensione su Quo vado?

di LAMPUR
4 stelle

Checco Zalone

Quo vado? (2016): Checco Zalone

 

Mentre Woody Allen almeno, prima di iniziare a campare di rendita, la sua brava decina di film eccezionali, l'aveva pure girata.. il Checco nazionale ha tirato i remi in barca quando ha visto che per riempire 1300 sale bastava schioccare le dita.

Con questo Quo vado? si limita al cospicuo minimo sindacale di due battute due + una canzoncina una.

Siamo in linea con la borsa di Pechino: recessione totale e incontrollata.

Del resto chi scrive è tra gli otto milioni e passa di spettatori che se l'è cuccato subito.. ma il bonus di fiducia cieca termina qua.

Continuerò a vedere indefessamente Woody Allen nonostante le sberle a ripetizione degli ultimi anni.. Zalone, a mio personalissimo avviso s'intende, ha esaurito tutto il credito a disposizione.

Je toccherà torna' a fa ride davvero se pretende che paghi ancora il biglietto.

Il bello è che sarà costata pure tanto questa pellicola che vaga da sud a nord del mondo, cerca di confezionare messaggi moraleggianti, darsi un tono da pellicola seriosa ed attenta a fenomeni sociali che fanno trend come la (dis)occupazione, la famiglia allargata, lo sfascio politico..

ma se vado a vede' Zalone prima di tutto mi devo sganasciare.

E se accade una sola volta Checco ha fallito la mission.

Con qualsiasi messaggio infarcisca la linea demenziale di base.

Anche schernendosi, poi, di non voler fare sociologia (ma forzando, con deciso cattivo gusto, pessime battute sugli handicap).

Due anni di preparazione senza che Zalone si faccia corrompere da pubblicità o special televisivi, si narra di step maniacali sulle battute sottoposte prima a bambini, poi all'alta società barese e infine al mercato rionale, tutti e tre pugliesi però, e forse è lì che non ci sprovincializziamo più di tanto - dubito che oltre la variante di valico abbiamo (sor)riso molto del suo me reiterato -.

Non è che si condanni il luogo comune o il sistematico sbrindellamento dello stereotipo, ci mancherebbe.. ma Zalone, esaltando l'italiano medio stultus, s'impantana ormai in cliché ripetitivi e pochissimo originali accantonando spesso la sua verve genialoide che lo ha reso celebre.. qualche anno fa la scenetta del guardare letteralmente le spalle di una che dice “tu devi guardarmi le spalle” sarebbe stata scartata a priori, oggi aiuta a incassare 37 milioni di euro... sconfortante..

tant'è che l'unica vera battuta sulla quale mi sono cappottato (la comunicazione di sfratto a due vecchietti in baita con allusione all'alta velocità), mi sa che è pure sfuggita a diversi spettatori dallo standard ricettivo medio/basso..

Se in più dovessi ammazzarmi per le pugnette agli elefanti o i salami rifilati sulla scrivania al capo del personale saremmo veramente in discesa libera verso i cinepanettoni più deprimenti e a quel punto mi tengo ben stretti tutti gli Edoardo Leo del mondo (anche quando cazzarano perdendo punti pure loro..)

 

locandina

Quo vado? (2016): locandina

 

 

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