Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Opera seconda di Fellini e capolavoro assoluto della settima arte. Siamo in zona commedia, ma una commedia amara come il riso forzato dei Vitelloni del titolo. Un vero e proprio patrimonio!
È solo il secondo lungometraggio diretto dal Maestro Fellini (il secondo in solitario, a voler essere precisi) e siamo già di fronte al capolavoro. Da una sceneggiatura scritta a quattro mani insieme a Ennio Flaiano, ecco lo spaccato di vita di un anno in riviera di un gruppo di...ehm... vitelloni (ma dubito che prima del film tale espressione avesse un uso comune). Trentenni che non sorridono ma bensí deridono la vita perché terrorizzati dall'idea di crescere, di assumersi responsabilità, di perdere per sempre una giovinezza che è comunque ormai andata. Commedia amarissima messa in scena con lo stile del primo Fellini, quando ancora i suoi fuochi d'artificio di grottesco erano usati con parsimonia. La scena finale regala un minimo di moderato ottimismo nonché il tocco autobiografico all'opera, con lo stesso Fellini che pronuncia l'ultima battuta dal treno al posto di Franco Interlenghi. Fù Leone d'argento a Venezia 1953 e finalista fra gli Oscar al miglior film straniero 1954. Stupende le musiche di Nino Rota e gli interpreti tutti. Per Sordi in particolare questo film rappresentò il vero, definitivo lancio nell'olimpo del cinema. Un patrimonio.
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