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Veronica Voss

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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La recensione su Veronica Voss

di alan smithee
9 stelle

“Memories are made of this”, la celebre e pertinente canzone cantata, tra gli altri, da Dean Martin, intona l'attrice matura ed un tempo diva conosciuta come Veronica Voss in occasione della sua ultima festa, quella dell'addio al mondo delle scene, e anche molto di più, come saprà chi ha visto il film.

E Fassbinder, in piena, matura vena melodrammatica senza freni, ci regala, al suo penultimo film e poco prima di Querelle, un personale Viale del tramonto inerente una stella di prima grandezza del cinema prodotto, scritto e finanziato dal nazismo; dunque una diva ormai dimenticata, demodé, scomoda anche per essere relegata a particine minori ed insignificanti, che tuttavia accetta per potersi permettere le cure derivanti da un pesante esaurimento nel quale è caduta senza possibilità di recupero, e a causa del quale è in cura presso la clinica di quella che si rivela una sadica dottoressa, che conduce pian piano l'ex star fino alla dipendenza dalla morfina, pena crisi violente e scatti di ira incontenibili.

In contatto con questo tormentato personaggio, subentra per caso un rozzo giornalista sportivo che tuttavia non riesce a non interessarsi al caso, coinvolgendo pure la compagna di vita e intraprendendo a sue spese un'indagine dalla quale nessuno, ma proprio nessuno, riuscirà ad uscirne vincitore.

E in questo contesto “Memories are made of this”, che esce meraviglioso dalla voce roca di una Rosel Zech che diviene un'altra Marlene, o comunque la quintessenza di un divismo demodé ma che non si arrende, è perfetta per sintetizzare la malinconica condizione di chi ha vissuto in alto, anche grazie ad un patto scellerato che ha messo da parte coscienza e convinzioni personali, e che ora si ritrova perduto,solo ed inadeguato in balia degli squali e degli approfittatori senza scrupoli.

Il film è condotto come un noir avvincente e retrò, che ci fa rivivere i fasti del cinema di un tempo senza rinunciare al coté melodrammatico che in Fassbinder trova sempre modo di esprimersi sfrenato e geniale, quasi senza ritegno. Premiato coerentemente assieme all'attrice con l'Orso d'Oro a Berlino.

 

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