Regia di Pål Sletaune vedi scheda film
Interessante thriller psicologico norvegese palesemente ispirato a Hitchcock e che risulta originale, compatto e dotato delle giuste atmosfere, e nel quale delude magari solo un finale un po' troppo sintetico.
Pål Sletaune è un brillante sebbene non esattamente prolifico regista norvegese messosi in mostra negli anni '90 con l'interessantissima black comedy “Posta Celere”. Nel 2005 ha licenziato questo thriller psicologico palesemente ispirato a Hitchcock (mito dichiarato dell'autore) in cui un giovane appena abbandonato dalla fidanzata viene approcciato da una vicina di casa bella e misteriosa che, insieme a sua sorella, lo trasporterà in un viaggio/incubo nel quale i ruoli di vittima e carnefice sembrano cambiare di continuo fino all'epilogo rivelatore. Ecco, dovendo indicare il lato meno solido dell'intera opera punterei il dito proprio su un finale eccessivamente riassuntivo che in pratica in una scena spiega 80 minuti di film. In questo Sletaune si è certamente allontanato dalle verità centellinate di Mastro Hitchcock. Per il resto siamo però di fronte a un film originale, compatto e ottimamenete costruito quanto a atmosfere, che val bene una visione. Curiosamente, il film, presentato fuori concorso al Festival di Venezia del 2005, ottenne in Norvegia il rating di +18, film vietato cioè ai minori, marchio che appena 4 titoli avevano ricevuto nell'intera storia (comunque non lunghissima) del cinema norvegese.
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