Regia di Peter Yates vedi scheda film
Passo falso per il buon Peter Yates che cerca qui di fondere due film (uno carcerario e uno thriller) in uno con risultati davvero poco lusinghieri.
Peter Yates, regista di questo “Un uomo innocente”, è uno che fra poliziesco e thriller ha alle spalle dei bei titoli (“Bullitt”, “Suspect”...) ma che in questo caso specifico fallisce malamente il bersaglio. Il film è segnato da un paio di difetti che lo rendono davvero indigesto. Il primo è l'aver voluto infilare in una sola pellicola due semi-film distinti: uno carcerario contraddistinto da tutti i topici possibili e immaginabili; l'altro sorta di thriller con poliziotti aguzzini impuniti e (ex) uomo tranquillo che prende la giustizia nelle sue mani fino all'epilogo più scontato. Il secondo difetto è quello di presentarci il protagonista come due uomini assolutamente distinti, un po' alla Darkman per intenderci, con la differenza (aggravante) che l'uomo nuovo, il duro, possiede ancora tutto l'amore purissimo del primo. Faux pas.
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