Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
Una suggestiva casa gialla sulla costa cilena, una suggestiva fotografia, un manipolo di sacerdoti e una ex suora. Il più pulito ci ha la rogna. I sacerdoti sono tutti rei di svariati crimini - non solo peccati - tra cui la pedofilia, la casa è una sorta di "penitenziario" - direi che è il termine quasi giusto dato che più che di pena dovrebbe trattarsi di penitenza - e la ex suora più che guardiana è complice. Al gruppo si aggiunge una specie di sacerdote psicologo indagatore, al quale però più che la verità interessa che questa non trapeli per mettere in imbarazzo la Chiesa. A "tormentare" un poco l'allegro gruppo, un senza fissa dimora e senza soldi, oggetto di molestie da parte di un sacerdote quand'era piccolo, omosessuale e con un'idea di sessualità perlomeno originale se non deviata - deviata non perché omosessuale ma per l'idea che ha di sesso sacro con i preti. Disturbato? Malato? Semplicemente tossico? Non lo so, non mi è del tutto chiaro perché la sfilza di farmaci e droghe che inanella come richiesta alla fine, mi ha ricordato moltissimo quella di Mark Renton in Trainspotting. Film estremo. Non tanto per i crimini commessi dai sacerdoti, che ormai sono all'ordine del giorno, quanto per le azioni riprovevoli e vomitevoli che ancora si troveranno a commettere insieme alla ex suora. Il tutto, per difendere il loro tranquillo e pacifico angoletto di paradiso.
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