Regia di Anna Muylaert vedi scheda film
Classico esempio di „piccolo film“ ampiamente sopravvalutato e inspiegabilmente premiato.
Lo spunto su usi e costumi di una società classista come quella brasiliana è affrontato con banalità e conformismo. La protagonista, domestica di mezza età, efficiente, ubbidiente, remissiva e materna in una famiglia benestante di San Paolo, vede la propria vita rivoluzionata dall`arrivo di una figlia quasi estranea, cresciuta lontano, in procinto di iscriversi all`università e che, al contrario della madre, non accetta il ruolo subalterno e le limitazioni che ricordano, anche se ammantate dal buonismo apparente della ricca famiglia, il segregazionismo americano di qualche decennio fa. Lieto fine con presa di coscienza della madre che si riavvicina alla figlia e riacquista dignità rinunciando, nel bene e nel male, al proprio posto di fedele servitrice.
La protagonista ci mette tutta la buona volontà, calcando la mano su una gestualità esagerata e su ricorrenti esclamazioni da donna del popolo ma non convince del tutto. Accettabile la figlia nel ruolo di giovane donna che rifiuta di adeguarsi ad un destino di subalternità sociale e culturale, anonimi e poco incisivi (se non addirittura fuori parte, come l`attrice che recita la parte della padrona di casa) gli altri interpreti.
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