Espandi menu
cerca
I tre volti della paura

Regia di Mario Bava vedi scheda film

Recensioni

L'autore

port cros

port cros

Iscritto dall'8 settembre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 48
  • Post 4
  • Recensioni 633
  • Playlist 18
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su I tre volti della paura

di port cros
8 stelle

Mario Bava adatta per lo schermo tre storie del terrore, di origine letteraria, per dare tre volti alla paura. Nel primo episodio una ragazza è terrorizzata da telefonate minatorie apparentemente provenienti da un ex amante uscito di prigione; nel secondo, ambientato in un Est Europa simili-transilvanico, un cavaliere si imbatte in una famiglia funestata da non morti chiamati wurdalak; nel terzo una avida decoratrice di cadaveri si farà tentare dal prezioso anello di una medium morta, attirandosene addosso la maledizione.

 

Il primo episodio è un thriller con qualche influsso hitchcockiano, avanti sui tempi nel rappresentare in maniera abbastanza esplicita una relazione lesbica, mentre nel secondo, una classica storia di vampiri, e nel terzo, ghost story dai risvolti psicologici, prevale l'elemento soprannaturale che permette di dare libero sfogo alla fantasia di Bava. L'attore mito del genere horror, l'originario mostro di Frankenstein Boris Karloff, è protagonista, oltre che dell'episodio centrale, anche del prologo e del finale che incorniciano il film, ove rompendo la quarta parete si rivolge direttamente al pubblico e, in chiusura, disvela con ironia il trucco cinematografico.

 

scena

I tre volti della paura (1963): scena

 

Opera di genere che la cura della messinscena credo impedisca di considerare appartenente al cinema “di serie B”, come è spesso e in molti casi a ragione definita l'opera di Bava per la pochezza dei mezzi a disposizione, mentre qui mi sembra che possa disporre di un certo budget, oltre che del volto di una assoluta star internazionale come Karloff. Finora la migliore tra le pellicole di Bava che ho visionato: se non risulta più molto spaventosa per l'occhio smaliziato dello spettatore contemporaneo, è tuttavia assolutamente godibile nella sua inventiva e originalità: la studiata creazione di un'atmosfera sinistra ed ambigua, gli effetti sonori dello sgocciolare ossessivo e del ronzio di mosche, gli zoom vertiginosi della macchina da presa, il tocco di classe dell'ironico epilogo metacinematografico, che mostra il set con Karloff sul cavallo meccanico e le maestranze che agitano rami davanti alla cinepresa.

 

scena

I tre volti della paura (1963): scena

 

Notevole la fotografia che si caratterizza per l'uso sapiente delle luci e dei colori: rifuggendo le atmosfere plumbee tipiche di un certo horror, sceglie invece una sgargiante palette di tinte intense, inquietanti nella loro innaturalità.

 

Bellissime anche le scenografie nel ricostruire, con grande attenzione al dettaglio, accuratissimi setting per le storie: l'appartamento della ragazza sola col suo telefono rosso, la steppa brumosa infestata da sinistre presenze (evidentemente ricostruita in studio anche negli esterni), la barocca abitazione della medium. E pure gli effetti speciali artigianali, pur apparendoci oggi un po' ingenui, hanno un certo fascino vintage: di sicuro effetto è l'orripilante manichino del cadavere dell'anziana medium nella terza sezione.

 

scena

I tre volti della paura (1963): scena

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati